Dayanita Singh tra documento e poesia. Al MAST di Bologna

Dayanita Singh
Dayanita Singh
Dayanita Singh

Dayanita Singh (1961) è un’affermata protagonista della compagine artistica internazionale e una delle rare fotografe indiane note in tutto il mondo.

La sua visione parte da un’interesse reportagistico – che l’ha caratterizzata negli anni Ottanta – ma se ne è allontana nel tempo riuscendo a coniugare carattere documentaristico a quello poetico. Questo suo sguardo autentico è interessato alle persone e alle loro diverse realtà sociali che sono scrutate in modo rispettoso, da pari a pari, con un’attitudine mai predatoria alla ricerca dello scatto perfetto, piuttosto scegliendo la via dell’empatia. Il racconto che ne scaturisce è potente, vi si rintraccia  la vita di collettività: sia privata sia pubblica. La visione che Dayanita ci consegna è quella del suo paese ma, allo stesso tempo, esplorandone temi (interni domestici, archivi, macchinari, esistenze umane) e topos (come quello degli eunuchi, motivo ricorrente in India), supera qualsiasi confine geografico.

Negli ultimi cinque anni il suo lavoro è stato esposto presso l’Art Institute di Chicago, la Hayward Gallery di Londra, il Museum für Moderne Kunst di Francoforte sul Meno, il Kiran Nadar Museum of Art di New Delhi e la Fundación Mapfre di Madrid. Ha partecipato inoltre a due edizioni consecutive della Biennale di Venezia, nel 2011 e nel 2013.

La mostra allestita nella Photo Gallery della Fondazione MAST e ideata dal suo curatore Urs Stahel è titolata Museum of Machines dal nome dal Museum of Machines, recente acquisizione della Collezione MAST.

L’artista ha da molti anni elaborato una modalità espositiva assolutamente originale, suddividendo le sue foto in serie e in capitoli e proponendoli su strutture modulabili e autoportanti in legno – paraventi, carrelli, tavoli che riprendono il concetto di griglia modernista – che edificano, quasi, luoghi mobili e autonomi per esporre: lei li definisce “musei”. Su di essi l’autrice inserisce le sue foto. Fatto. La mostra è pronta.

Il percorso espositivo propone circa 300 fotografie articolate in serie – oltre a Museum of Machines, anche Museum of Industrial Kitchen, Office Museum, Museum of Printing Machines, Museum of Men e File Museum, e alcune altre opere – che raccontano il lavoro e la produzione, la vita, la sua gestione quotidiana e la sua archiviazione. Macchinari enormi che fumano ed esalano vapori, processi e metodi lavorativi, luoghi deputati all’esecuzione e all’organizzazione del lavoro, presentati in maniera quasi labirintica grazie a una forma espositiva molto articolata e originale, non si limitano a descrivere ambienti produttivi ma danno vita a scenari psichici in cui riconosciamo esperienze, dolore, speranze.

Al livello 0 della Photo Gallery di MAST la mostra prosegue con Archives e Factories, due proiezioni di altre immagini di Dayanita Singh dedicate rispettivamente agli archivi e alle fabbriche, e con l’installazione del Museum of Chance.

  • Dayanita Singh
  • Inaugurazione: mercoledì 12 ottobre 2016, ore 16
  • dal 12 ottobre 2016 all’8 gennaio 2017
  • Orari: martedì – domenica 10.00-19.00
  • Ingresso gratuito
  • Fondazione MAST
  • Via Speranza, 42, 40133 Bologna
  • www.mast.org
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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