Arte compressa #18 – Tutti pazzi per Scheggi e l’Arte italiana anni ’60

Paolo Scheggi, Intersuperficie curva dal rosso,.
Paolo Scheggi, Intersuperficie curva dal rosso,.
Paolo Scheggi, Intersuperficie curva dal rosso,.

Tutti pazzi per Paolo Scheggi (Firenze, 1940 – Roma, 1971); tutti pazzi per l’arte degli anni ’60 italiana. Ormai è un fatto. Che si estende al decennio prima e a quello dopo. Per capitalizzare, certo, ma non solo danaro, una collezione-investimento ma anche Arte vera, una storia, cultura…

Tra le tante prove segnaliamo l’importante riscontro per l’arte moderna all’asta internazionale tenutasi da Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art a Copenhagen nei giorni scorsi, dove un’opera proprio di Paolo Scheggi, della serie Intersuperficie curva dal rosso, valutata fra € 270.000 e € 335.000, è stata venduta per € 335.000: cifra più alta raggiunta durante tutta la sessione Modern Paintings and Sculptures.

L’opera, datata 1962-63, è un acrilico rosso su tela a tre strati e di 70x50x5,5 cm.

Scheggi, che ebbe un decennio e poco più per lasciare un segno tangibile della sua ricerca e realizzare le sue opere – morì giovane, a causa del suo cuore malato -, con un’esperienza londinese di grande rilevanza per la sua svolta artistica, a Milano libera il suo linguaggio da ogni cascame legato all’Informale grazie a Lucio Fontana. Proprio lui lo presenta, generosamente, alla Galleria Il cancello di Bologna e scrive: “Mi piacciono le tue inquietudini, le tue ricerche, i tuoi  quadri così profondamente neri, rossi, bianchi… non posso che augurarti  una carriera felice”. 

La scena milanese che allora era emersa, che aveva come luminare Fontana e che Scheggi contribuì ad animare, era composta da altri sodali quali Manzoni, Castellani, Bonalumi, Alviani che portavano avanti, ognuno da par suo, una sperimentazione originale e radicale; Scheggi la rivolse anche alla Poesia concreta e a declinazioni strutturali e modulari con implicazioni architettoniche e una volontà di concretizzare uno spazio – monocromo – che da semplice campo pittorico si apre, rivela un altrove, un oltre, un dentro tutto da scoprire e attraversare; infatti, quell’area si amplia e e si fa indossabile e percorribile, come per esempio nella grande prova riuscita con la “sarta intellettuale” di origine fiorentina Germana Marucelli, sua zia; esce dalla superficie-quadro, o dal quadro-oggetto (Autospettacolo, 1969; Oplà-Scheggi, on the Road a Firenze; Marcia funebre o della geometria, processione secondo Paolo Scheggi a Como); va, insomma, “dall’esibizione del progetto al progetto d’esibizione” (Giovanni Maria Accame, 1976).

Questo ultimo decennio ha registrato un forte interesse nei confronti delle opere di questo artista straordinario, che il recente risultato d’asta conferma.  A tal proposito, ha così ha commentato Niels Raben, direttore del Dipartimento di Arte Moderna di Bruun Rasmussen Auctioneers:

«È cosa rara che l’opera del famoso artista italiano Paolo Scheggi (1940-1971) sia stata battuta all’asta in un Paese Nordico, ed è ancora più sensazionale dal momento che il lavoro che abbiamo venduto era rimasto sconosciuto all’interno di una collezione privata danese e solo recentemente è stato registrato dall’Associazione Paolo Scheggi di Milano. Tutto questo ha comportato una vendita ragguardevole di 2,5 milioni di corone danesi (€ 335.000) per una delle caratteristiche opere tridimensionali dell’artista italiano».

Info: www.bruun-rasmussen.dk

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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