Tutti pazzi per Paolo Scheggi (Firenze, 1940 – Roma, 1971); tutti pazzi per l’arte degli anni ’60 italiana. Ormai è un fatto. Che si estende al decennio prima e a quello dopo. Per capitalizzare, certo, ma non solo danaro, una collezione-investimento ma anche Arte vera, una storia, cultura…
Tra le tante prove segnaliamo l’importante riscontro per l’arte moderna all’asta internazionale tenutasi da Bruun Rasmussen Auctioneers of Fine Art a Copenhagen nei giorni scorsi, dove un’opera proprio di Paolo Scheggi, della serie Intersuperficie curva dal rosso, valutata fra € 270.000 e € 335.000, è stata venduta per € 335.000: cifra più alta raggiunta durante tutta la sessione Modern Paintings and Sculptures.
L’opera, datata 1962-63, è un acrilico rosso su tela a tre strati e di 70x50x5,5 cm.
Scheggi, che ebbe un decennio e poco più per lasciare un segno tangibile della sua ricerca e realizzare le sue opere – morì giovane, a causa del suo cuore malato -, con un’esperienza londinese di grande rilevanza per la sua svolta artistica, a Milano libera il suo linguaggio da ogni cascame legato all’Informale grazie a Lucio Fontana. Proprio lui lo presenta, generosamente, alla Galleria Il cancello di Bologna e scrive: “Mi piacciono le tue inquietudini, le tue ricerche, i tuoi quadri così profondamente neri, rossi, bianchi… non posso che augurarti una carriera felice”.
La scena milanese che allora era emersa, che aveva come luminare Fontana e che Scheggi contribuì ad animare, era composta da altri sodali quali Manzoni, Castellani, Bonalumi, Alviani che portavano avanti, ognuno da par suo, una sperimentazione originale e radicale; Scheggi la rivolse anche alla Poesia concreta e a declinazioni strutturali e modulari con implicazioni architettoniche e una volontà di concretizzare uno spazio – monocromo – che da semplice campo pittorico si apre, rivela un altrove, un oltre, un dentro tutto da scoprire e attraversare; infatti, quell’area si amplia e e si fa indossabile e percorribile, come per esempio nella grande prova riuscita con la “
Questo ultimo decennio ha registrato un forte interesse nei confronti delle opere di questo artista straordinario, che il recente risultato d’asta conferma. A tal proposito, ha così ha commentato Niels Raben, direttore del Dipartimento di Arte Moderna di Bruun Rasmussen Auctioneers:
«È cosa rara che l’opera del famoso artista italiano Paolo Scheggi (1940-1971) sia stata battuta all’asta in un Paese Nordico, ed è ancora più sensazionale dal momento che il lavoro che abbiamo venduto era rimasto sconosciuto all’interno di una collezione privata danese e solo recentemente è stato registrato dall’Associazione Paolo Scheggi di Milano. Tutto questo ha comportato una vendita ragguardevole di 2,5 milioni di corone danesi (€ 335.000) per una delle caratteristiche opere tridimensionali dell’artista italiano».
Info: www.bruun-rasmussen.dk
Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.
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