# 1. La Quadriennale, questo tritacarne.

Allestimento troppo pieno, un’impressione d’horror vacui, un gran caos, non tutto affiancato con cura. Le opere degli artisti molto soffocate. Solo alcuni padiglioni ben riusciti, coerenti, persino con una loro certa eleganza, assai vitali senza la forzatura del volere o dovere stupire a tutti i costi (Luigia Lonardelli /Simone Ciglia), cosa che è emersa come dominante in questa 16. Quadriennale d’Arte di Roma, aperta – dopo l’annullamento del 2012 per… mancanza di fondi – dal 13 ottobre 2016 all’8 gennaio 2017. Il titolo? Altri tempi, altri miti. Pare quasi un’ossessione, questa del tempo, nelle mostre a Roma: si va dal MACRO, con la dotta e bella e colta Dall’oggi al domani. 24 ore nell’arte contemporanea, a cura di Antonella Sbrilli e Maria Grazia Tolomeo, chiusa il 2 ottobre, alle due tappe della GNAM con The Lasting. L’intervallo e la durata, 20 giugno 2016-29 gennaio 2017, a cura di Saretto Cincinelli, e Time is out of Joint che, con il supporto dello stesso Cincinelli, è targata Cristiana Collu.

Curatori coinvolti: 10; opere moltissime (150 circa); artisti tanti (intorno ai 99); bravi: pochi ma buoni (e loro sanno che sto parlando di loro!); alcune loro opere non magnifiche (di Carol Rama si poteva e doveva scegliere ben altro); in qualche caso, il piacere di… vincere facile (con Vezzoli, per esempio) e in generale un grande senso di vaghezza organizzativo-critica, che in talune derive sembra piegata alla logica del “famolo strano”, che infatti è piaciuto assai al popolo dei selfie, che all’inaugurazione si è scatenato come non mai. Esemplare il commento di una giovane ragazza dal dress-code da passerella, che, di spalle all’opera di Garutti, quella del grande specchio, intenta ad autoritrarsi con lo smartphone, ad una mia espressione costernata ha risposto affermando, sicura: “Beh, a queste Biennali (n.d.R. !!!) c’è sempre un’opera con specchi per far fare le foto, lo fanno per questo, che poi noi ci divertiamo, le postiamo nei Social e si fanno la pubblicità!”. Ecco. Perfetto.

Sia ben chiaro, non sono certo da rimpiangere molte Quadriennali del passato, all’altezza, da quel lontano 1927, quando l’istituzione nacque con la volontà di accentrare nella Capitale “la migliore produzione dell’arte figurativa nazionale, lasciando alla Biennale di Venezia lo svolgimento di manifestazioni internazionali”: da Cipriano Efisio Oppo ne è passata di acqua sotto i ponti dell’Arte e della sua filiera… Ma forse un’incisiva, coraggiosa traccia di risollevamento culturale e di indipendenza da un certo mainstream del Sistema dell’Arte sarebbe stato gradito, come segnale che in tempo di crisi la produzione intellettuale e creativa può farsi più qualitativa, onesta e resistenziale e, quindi, fare e portare la differenza. Ma forse è proprio vero che, dato “questo stato di cose, è più giusto parlare di un tentativo di rianimazione piuttosto che di risveglio” della Quadriennale (cit. www.artapartofculture.net/2016/10/12/la-quadriennale-si-risveglia-da-un-sonno-lungo-otto-anni-oppure-no)

Lascia un ricordo di sé anche dopo giorni e giorni dalla sua esibizione, la chiassosa, colorata e lunghissima (circa o più di quaranta minuti serratissimi) performance di arte varia nella grande sala centrale del palazzo: un turbinio che piano piano è entrato nella testa, nel cuore, “parlando” – senza secumera né cadute nel didascalico – di temi forti, legati al femminile, maledettamente riproposti nel logorio dell’anche nostra vita moderna… Con un “approccio femminista forte” – come ha spiegato la stessa autrice, Marinella Senatore, la performance ha concentrato la sua analisi sulle forme di protesta per ottenere un’emancipazione di genere, femminile ma non solo, ancora lontana da essere raggiunta, in molte parti del Mondo e anche a casa nostra. La scelta linguistica adottata è quella di un proteiforme, corale, allegro spettacolo – banda, cori, figurazioni atletiche, danza, e il musical – che guarda alla tradizione di quelle tipologie di intrattenimento che nascevano con l’intento di comunicare anche a un pubblico “non erudito”, che così “potesse ritrovarsi”. Ritrovandosi, condividendo, si può recuperare una sensibilità e un’empatia che sono cemento di un possibile, recuperato e rinnovato fare comunità. Anche nella (buona) Arte.

+ ARTICOLI

Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.