Letteratura inaspettata #11. Le stanze dello Scirocco di Cristina Cassar Scalia

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Si respira l’odore forte della Sicilia, con i suoi colori e i suoi affanni. Si respira attraverso le strade e i palazzi baronali, le tradizioni e gli squarci di cielo ripresi dalla macchina fotografica che Vicki Saglimbeni,  protagonista de Le stanze dello Scirocco (Sperling & Kupfer), usa come compagna di viaggio in quelle strade e vicoli di una Palermo sconosciuta e affascinante, generosa e  misteriosa.

Nuova fatica letteraria di Cristina Cassar Scalia, medico di professione, scrittrice per passione, il romanzo sa cogliere le atmosfere tipiche di una terra di sofferenza e speranza, di fioriture eccezionali e di aspri territori.

E queste dimensioni, in un’adeguata  trasposizione, si ritrovano nei protagonisti rappresentati a tinte forti, come la stessa Vicki, dal temperamento ribelle e insofferente al pensiero benpensante di buona parte di chi la circonda in quegli anni a cavallo tra gli  Sessanta e Settanta, forieri di cambiamenti sociali e culturali non indifferenti.
Così, come il padre Enzo, notaio affermato che dopo decenni trascorsi nella Roma capitale, decide di rientrare nell’isola, per ritrovare ciò che ha lasciato e per lasciare ciò che di lui rimarrà.
Così come zia Rosetta, la cui esistenza è segnata da un grande rimpianto e da tanto amore.

E, ancora, gli altri personaggi che si smarriscono e si ritrovano tra le righe del racconto, corposo e intrigante, dove il ritmo narrativo non perde la sua forza nel dipanarsi degli eventi incorniciati da un’isolitudine che trapela con deferenza.

Un testo ricco di delicati sentimenti e di inaspettati eventi,  una bella  storia destinata a farci compagnia con eleganza e spessore d’intenti.

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Rita Caramma è giornalista e scrittrice. Per poesia ha pubblicato: “Nella mia ricca solitudine” (Il Filo – Roma – 2005), “Retrospettive dell’inquietudine” (Zona - Arezzo – 2008), “Ti parlerò d’amor” (Drepanum – Trapani – 2016), “Parole di carta, parole di cartone” (Youcanprint – 2018). Per la narrativa il racconto lungo “Tecla” (Youcanprint – 2019). Per il teatro: “Una vestale di nome Ginevra” (Zona – 2010) e “Respiri migranti” (CR – Acireale – 2018), di quest’ultimo ha curato anche la regia. Ha scritto le favole in rima “Il ragno” (Arteincircolo 2007) e “Gelsomina” (Youcanprint – 2018). Ha curato diverse antologie di poesie e racconti. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale, fra questi nel 2010 le è stato conferito il premio “Ercole Patti” per il suo impegno culturale.

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