Ha colori azzurri Krishna, a volte rosso fuoco. Oro come la potenza, viola come la saggezza, verde come l’invidia e la superbia, spesso opachi come se l’inchiostro fosse impastato a polvere di gesso, una finitura che sa rendere anche un Dio un essere tangibile.
Krishna Un viaggio interiore (bao publishing), il graphic novel di Abishek Singh, giovane pittore, illustratore e regista indiano che da New Delhi ha sparso i suoi fumetti (se è dato chiamare così un segno che mescola la tradizione delle miniature, con il contorno del sogno, l’immaginario erotico della grazia divina e la passione) in tutto il mondo, è un libro magico e, al contempo, un libro di studio.
Se Singh -come recita la sua biografia – è da sempre attratto dalle narrazioni mitologiche, religiose e non, che intessono la cultura del suo immenso Paese, questo omaggio a Krishna va oltre la devozione ad uno degli dei più amati della mitologia induista. Diventa un percorso nell’anima, un invito a vivere secondo le leggi della natura, la saggezza e l’amore per gli esseri viventi. Uomini, donne, animali o piante che siano.
Nelle sue tavole Abishek Singh riesce a raccontare tutto questo scuotendo l’immaginario del lettore, offrendogli laghi quieti; piante che crescono come spirali sante verso il cielo; notti stellate; città dalle infinite cupole, stanze affollate di guerrieri, soffici cuscini, ornate di lampade e festoni di fiori; campi di battaglia intrisi dal sangue di vincitori e vinti; vortici d’amore e di passione, unità di spirito e di corpi, donne dagli occhi grandi e dai seni morbidi; uomini dai lunghi capelli che seguono i soffi del vento, ma anche sguardi di bambini stupiti o vivaci, voli d’uccelli dalle ali immense, ruote di pavoni, zanne di tigre, salti di cerbiatti, fiori acquatici e il flauto, strumento magico nelle mani del dio.
In decine di tavole dal taglio sempre diverso, che privilegiano il montaggio cinematografico e l’inquadratura a campo medio, la storia del Mahābhārata viene mostrata nella sua essenza, privilegiandone i concetti filosofici e gli indizi per poter vivere in armonia.
Il tratto si evolve da linee quasi geometriche che contengono volumi e colori a tracciati, ombreggiature e graffi sinuosi, morbidi, decorati che rendono l’immagine di un oriente contemporaneo che non vuole scindersi dalla sua cultura germinale, ma che sa di poter allacciare strettamente a questa le visioni, i dubbi, le speranze o le disillusioni odierne. E il risultato è magnifico e sorprendente.
E mentre Krishna si rarefà nella notte stellata sopra il bosco di Vrindavan, promettendo il ritorno, a noi lettori è riservata una sorpresa. Una serie di alcune tavole aggiuntive: disegni, bozzetti, movimenti, intrecci di segni, storyboard, prime colorazioni, che ci portano dentro il lavoro dell’autore, ci fanno scoprire quanto è lungo, meditato e lavorato il processo dell’illustrazione quando, come dice Abishek Singh: “è una testimonianza del mistero della vita, un viaggio verso il nucleo della fantasia”.
Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.
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