Wolverine. Il paradosso di Logan

Logan – The Wolverine
Logan – The Wolverine

Hugh Jackman torna per la nona volta nel ruolo che lo ha consacrato, quello del supereroe più amato di sempre, assieme a Spider-Man e Batman: Wolverine, il mutante ipersensibile, indistruttibile e  inossidabile. Creato a metà degli anni 70 da Len Wein, John Romita sr, Roy Thomas per rilanciare gli X-Men, subentra con Colosso, Bashee, Nightcrawler e Tempesta, alla prima formazione dopo il suo scioglimento, quella con Beast e Ice Man, che, dopo una dozzina di anni di super onorato servizio, aveva fatto il suo tempo. Dal suo esordio, nel 1974 si è affermato fino a divenire centrale nell’universo Marvel, passando da cartoni animati alla franchise-saga divisa tra film con gli X-men e i  suoi spinn off che con Logan The Wolverine – un film con molta, troppa luce e un bel po’ di ombre – dovrebbero chiudere il cerchio.

Non ci girerò troppo intorno: a me Logan the Wolverine non è piaciuto.

Al di là del fatto che cinque minuti dopo lo avevo già dimenticato, e penso che il non lasciar traccia di sé sia il fallimento di ogni narrazione, non m’è chiaro che film abbia visto. Non un film di super eroi e neppure un dramma. Non propriamente un action, seppure di risse ve ne siano a profusione. Dunque che film è Logan, e dove vuole andare?

Pensato per i grandi, e fin qui va bene. Si fa per dire…: perché  mettendo da parte la vocazione del fumetto supereroistico – di cui l’eroe mutante è parte determinante – al ludico per bambini e adolescenti, se ne snatura la destinazione e perciò la sua stessa ragione d’essere. Vero però che finalmente snuda gli artigli sul serio, senza prendere le distanze dal taglio, dal sangue, dalla brutalità dello sventramento. Perché indubbiamente Wolverine in azione non lo si è visto mai in tutta la sua ferocia animale. Dopo di che, al regista, quel James Mangold di cui apprezzai non poco: 3:10 to Yuma e Copland, giusto una ventina di anni fa, deve essersi fatto prendere dalla furia omicida del protagonista, il quale infierisce soprattutto sulle teste. Senonché al  terzo cranio dacalottato, occhio perforato, gola squarciata, l’effetto “finalmente vedo come smembra i cattivi”,  lascia il campo a “maledizione che noia!”. Ma è proprio il film per intero a scoraggiare slanci di euforia da supereccitazione, come dovrebbe invece essere. Tutto è polvere nell’epilogo del mutante con fattore rigenerante, intossicato dall’adamantio. E mentre la luce satura amplifica quel senso di aridità che lo pervade, Logan arranca claudicante e perennemente sbronzo. Charles Xavier se la passa pure peggio: è un vecchio demente, prigioniero dentro a una cisterna. Tutto sa desolatamente di crepuscolo.  E qui ci si chiede il perché. Perché Logan che nei fumetti ha sgargianti calzamaglie, diventa un film per adulti? Per appagare gli ex bambini? Probabile, ma cos’è questa mania, ansia di rendere tutto più serio che sta contagiando ogni ambito della sfera dell’infanzia? Dal politicamente corretto con personaggi che da bianchi diventano neri, all’omosessualità in serial come Supergirl. Supergirl, ma andiamo! Sul serio questo anticipare i tempi restituisce la dignità sottratta? Rende il mondo un posto migliore? E di contro, ma gli adolescenti mutanti con micidiali super poteri inseguiti dai cattivi ma normali, perché esitano a usare i loro talenti X? Certamente perché la loro purezza di ex bambini li sottrae al cedere alla violenza ma al tempo stesso allora, a chi parla o vorrebbe farlo questo film?

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Pier Luigi Manieri, curatore di eventi, scrittore, saggista e cultore della materia cinematografica. Ha dato alle stampe l'antologia di racconti spy, horror, sci fi, urban fantasy e a tematica supereroistica "Roma Special effects -di vampiri mutanti supereroi e altre storie" (PS ed.) e la monografia "La Regia di Frontiera di John Carpenter "( Elara). D'imminente pubblicazione il saggio "Le Guerre Stellari - Ovvero, la space opera cine televisiva da Lucas ad oggi" contenuta nel volume "Effetti Collaterali – la fantascienza tra letteratura, cinema e TV" (Elara). Ha all'attivo centinaia di articoli su diverse testate di settore. Esperto d'immaginario e sottoculture di genere, ha curato il volume, "Il Tuo capitolo finale" dedicato a Sherlock Holmes. È autore e regista dei reading video musicali “Iconico & Fantastico” e "Il cinema del telfoni bianchi". Ha ideato e curato eventi come Urania: stregati dalla Luna, Il cinema italiano al tempo della Dolce Vita, Effetti Speciali, MassArt, Radar-esploratori dell’immaginario.

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