Letteratura inaspettata #14. Il morso di Simona Lo Iacono

È un romanzo da leggere, perché è un romanzo vero,  in quanto plasmato sui canoni tradizionali come una struttura dalla trama ben articolata, una varietà di personaggi,  un quadro storico. E, se a questi elementi affianchiamo  una pregevolissima eleganza stilistica il quadro è veramente  completo.

E, non poteva essere diversamente se l’autrice è Simona Lo Iacono con la sua nuova pubblicazione Il morso (ed. Neri Pozza ).

Scrittrice siracusana, impegnata sul sociale, la Lo Iacono è ormai divenuta una felice realtà nell’ambito della narrativa contemporanea. Autrice di grande spessore, sa interpretare con autenticità di pensiero ciò che trasmette tra le righe e, nello specifico, la storia di una giovane serva della città aretusea destinata all’infelicità in quanto affetta da qualcosa di impronunciabile, il cosiddetto “fattu”  in una Sicilia, quella del moti rivoluzionari del 1848, ignorante e sospettosa, nobile e complessa.

Sulla sfondo la Storia, in primo piano gli intrighi sottili, gli inganni feroci, i sentimenti puri.

Così, prendendo spunto da una vicenda realmente accaduta, arricchita dalla fantasia narrativa, la Lo Iacono ripercorre tempi e luoghi, con una piacevolezza che avvolge il pensiero e che, a tratti, strappa l’anima, descrivendo con passione la passione altrui, con la piètas dei giusti la malattia “vergognosa”, con il malcelato dolore la violenza impietosa.

Nulla si piega allo scontato, nessun elemento al déjà vu. Il testo è (av)vincente in un gioco di ricostruzione storica e di emozioni presenti dove le rughe del passato, divengono solchi da seguire nel presente in un percorso che l’autrice disegna tra sangue e lacrime, tra speranza e rassegnazione.

E, proprio in questi solchi da seguire, trovano spazio i numerosi personaggi, nobili e servi, conservatori e rivoluzionari, quasi tutti avvolti in un destino di perdenti in una terra votata al sacrificio. E, qui, “la babba”, com’è definita Lucia, trova la propria dimensione tra le pagine  che a tratti trasudano finezza poetica, per una purificazione finale che attraversa un ingiusto sacrificio  per riconsegnarci una narrazione che lascia il segno in chi la legge, in chi la fa propria tra il meraviglioso mare di Siracusa e una monumentale Palermo.

+ ARTICOLI

Rita Caramma è giornalista e scrittrice. Per poesia ha pubblicato: “Nella mia ricca solitudine” (Il Filo – Roma – 2005), “Retrospettive dell’inquietudine” (Zona - Arezzo – 2008), “Ti parlerò d’amor” (Drepanum – Trapani – 2016), “Parole di carta, parole di cartone” (Youcanprint – 2018). Per la narrativa il racconto lungo “Tecla” (Youcanprint – 2019). Per il teatro: “Una vestale di nome Ginevra” (Zona – 2010) e “Respiri migranti” (CR – Acireale – 2018), di quest’ultimo ha curato anche la regia. Ha scritto le favole in rima “Il ragno” (Arteincircolo 2007) e “Gelsomina” (Youcanprint – 2018). Ha curato diverse antologie di poesie e racconti. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale, fra questi nel 2010 le è stato conferito il premio “Ercole Patti” per il suo impegno culturale.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.