Oltre la soglia. Camere e città

Ovdiu Leuce, S.t.(dalla serie Postcards), acrilico e collage su carta, 20x24cm, 2012

La casa intesa come luogo che si relaziona con l’esterno, la città, diventa il leit motiv della rassegna di mostre e performance Oltre la soglia ovvero la città intorno a casa nostra, presso La Nube di Oort di Roma, a cura di Helia Hamedani,  terzo appuntamento di una serie di rassegne sempre ospitate negli spazi della galleria (il primo nel 2014, il secondo nel 2016).

La casa diventa pretesto per raccontare le proprie aspirazioni, i propri dilemmi, le proprie propensioni. Gli artisti invitati ad esporre sono Paola Gandolfi, Marco Bernardi, Laura Palmieri e Ovidiu Leuce.

Una camera ricostruita minuziosamente con la carta diventa La stanza necessaria di Paola Gandolfi. Una camera che l’ha accompagnata per anni, e che ad un certo punto è diventata inaccessibile. La mancanza ha creato un vuoto, quella camera era per lei realmente necessaria. E così è entrata a far parte dei suoi sogni. Da presenza tangibile è diventata presenza onirica persistente. Insieme al modellino in carta, sono esposte due fotografie che creano continuità con quel viaggio intimo perduto nella propria spiritualità.

Il monolocale con vista è l’opera di Marco Bernardi: un cubo e un prato rimandano giocosamente al concetto di una casa a portata di mano in qualsiasi posto si voglia. L’artista stesso vorrebbe averne una diversa ogni volta che si innamora di un luogo che visita e per questo motivo l’ha ricreata a suo modo. Come chiarisce la curatrice:

“L”artista, con il suo tono ironico ed educatamente critico, espone monolocale con vista (2014). Un cubo con un prato antistante che può sembrare una casa giocattolo. Accanto all’opera l’artista proietta immagini della casa in differenti ambientazioni. E’ una casa da viaggio, una casa nomade come le dimore di quelli che cercano altrove una vita più sicura, più bella. Al contempo l’imbottitura interna del contenitore/casa la fa apparire come una cella di contenzione, quelle tradizionalmente usate per confinare i malati mentali gravi. Il cosìddetto matto, come ci insegna Foucault, rappresenta l’altro da se che viene socialmente escluso. Un fenomeno che è evidente in tanti altri angoli delle città di oggi. L’artista con i piccoli gesti delicati, arrotonda gli spigoli del cubo/cella e ribalta la discutibile situazione/concezione della casa: apre le finestre, la estende con un prato e rende immaginabile la connessione del cubo isolato con la vita che scorre. E’ difficile non incontrare un sorriso amaro nel volto di chi guarda un’opera di Bernardi.”

Laura Palmieri presenta un dittico e due disegni, che fanno parte della sua serie in stile romano, e che rappresentano case mobili. L’artista le chiama tane e riflettono la sua inquietudine nel cercare sempre la casa unica, inquietudine che si realizza nella sua quotidianità. La casa dovrebbe essere il luogo più confortevole perché è il luogo da vivere ogni giorno, e il nomadismo sta nella volontà di trovare quella perfetta. Le tane sono un camper, una tenda ed una capanna. La capanna è quella dei pastori che fanno la transumanza, ognuno la usa quando serve e la lascia pulita per chi verrà dopo: è quindi uno spazio condiviso. E la capanna è parte del dittico composto anche da un reticolato astratto, come se astrazione e figuratività fossero due facce della stessa medaglia.

Ovidiu Luece, membro della scuola dei giovani pittori di Cluj in Romania, invece, parte dalla casa per arrivare alle zone di transito che caratterizzano alcuni luoghi pubblici. Realizza la serie Postcard pensando al problema dell’immigrazione e la produce con una fattura fra pittura e collage. Una delle sue opere si focalizza sul parco dell’Anagnina a Roma dove la domenica si incontrano molti amici rumeni; un’altra riflette sulla stazione della metropolitana, luogo di transito multietnico per eccellenza. La sua pittura contaminata è invischiata di colori pastosi che coprono il collage lasciando intravedere il materiale ma lo stravolgono.

A testimoniare la continuità del ciclo, due lavori di due artisti che hanno esposto nell’appuntamento Oltre la soglia dello scorso anno: Dèspina Charitonidi e Robberto Atzori. Entrambi incentrano la loro ricerca sul corpo come casa.

La collettiva finisce il 21 giugno, ma la rassegna continua: è previsto un appuntamento il 26 giugno con Solmaz Vilkachi che racconterà, attraverso un’installazione sulla città, ciò che è sotto gli occhi di tutti ma non vediamo, non immaginiamo; e il 6 luglio con Carlo Infante che realizzerà una performance partecipata per l’Esquilino dal titolo Walkabout , che significa “cammina in giro e a tema”, incentrata sul nomadismo; e con la performance degli artisti§innocenti che coinvolgeranno in qualche misura Piazza Vittorio.

  • Nube di Oort
  • via Principe Eugenio 60, Roma.
  • Info: 3383387824
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Claudia Quintieri, classe ’75, è nata a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Lettere indirizzo Storia dell’arte. È giornalista, scrittrice e videoartista. Collabora ed ha collaborato con riviste e giornali in qualità di giornalista specializzata in arte contemporanea. Nel 2012 è stato pubblicato il suo libro "La voglia di urlare". Ha partecipato a numerose mostre con i suoi video, in varie città. Ha collaborato con l’Associazione culturale Futuro di Ludovico Pratesi. Ha partecipato allo spettacolo teatrale Crimini del cuore.

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