Letterature Festival #2. Amitav Ghosh la verità dei semplici, Giuseppe Montesano i lettori selvaggi, Hisham Matar la difficoltà di scrivere.

Amitav Gosh

Il fresco di un tramonto estivo sul Clivo di Venere Felice. Tra le ombre lunghe del massiccio della Basilica di Massenzio e della silhouette di Santa Francesca Romana aspettavamo l’inizio di una stupenda serata di letteratura. Scrittori/Lettori, i banditi delle parole: questo il tema della XVI^ edizione di Letterature Festival Internazionale di Roma, che si apriva di nuovo nel foro romano, da sempre culla di vitalità internazionale, spazio libero per ogni varietà di scrittura. Quest’anno l’allargamento del Festival alle 40 biblioteche diffuse nella città, ramificata nei quartieri e nelle borgate, ha voluto dare il significato più ampio al godimento delle arti per tutti, secondo i principi fondamentali della emancipazione culturale, come ha ricordato il delegato alla cultura. Alle percussioni, con tre ordini di tamburi bianchissimi nel buio delle cavea, Vittorino Naso, Edoardo Giachino e Giuseppe Costa hanno anticipato con ritmi calibrati l’arrivo degli autori della serata.

Amitav Ghosh, nato a Calcutta, uno degli scrittori in lingua inglese più importanti di questo momento, di cui si conoscono i romanzi Il Cromosoma Calcutta (Ed. Einaudi 1996, Neri Pozza 2008), vincitore dell’Arthur C. Clarke Award 1997, Il paese delle Maree (Ed. Neri Pozza 2005) miglior romanzo al Crossword Book Award 2005 e la trilogia fantastica pluripremiata Mare di papaveri (Ed. Neri Pozza 2008), Fiume di fumo (Ed. Neri Pozza 2011) e Diluvio di fuoco (Ed. Neri Pozza 2015). Il suo ultimo saggio è La grande cecità. Il cambiamento climatico e l’impensabile (Ed. Neri Pozza 2017). L’attrice Anna Foglietta ha letto dei brani del saggio di Gosh sull’aumento delle temperature per il surriscaldamento globale del pianeta. A cominciare dai suoi ricordi d’infanzia con lo straripamento di un fiume, che ha fatto spostare la sua famiglia alle foci del Gange (Sundarbans). La descrizione della furia degli elementi con le paludi di fango, le infiammazioni polmonari da accumulo di ossido di carbonio, il ritrarsi della linea di costa. La sua scoperta della scomparsa delle mangrovie ultima diga verso l’oceano per infiltrazioni di acqua salata all’interno dei fiumi. “L’accumulazione di ossido di carbonio sta riscrivendo il destino della terra – ha detto Amitav Ghosh con la lettura del suo inedito – e partendo da Madame Bovary di Gustave Flaubert ha parlato della verità, che non è in mano ai dotti (i bramini ad esempio), che tra l’altro non riescono a trasmetterle a tutti. Ma delle verità che sanno gli umili, i semplici che vivono nella natura e non nelle città e ricavano le informazioni direttamente dalle cose naturali. Ha parlato poi di misure ambientali personali ideate nei secoli scorsi da dotti individui come Jacques Bernardin de Saint Pierre (1769), seguito nelle sue idee anche da uomini illustri come Napoleone. E poi ha parlato di balene intrappolate in acque basse, aiutate a ritrovare il mare attraverso canali costruiti da uomini puri che non si sono approfittati del loro corpo (per mangiarlo o studiarlo) come certi dotti. Ha ancora ricordando autori come Bill Mackibben che hanno parlato dell’era post-naturale, in cui natura e cultura sono morte. Concludendo amaramente che anche la letteratura ecologica è morta perché gli scrittori non hanno voluto capire cosa sta succedendo al nostro pianeta. Questo tema – ha ribadito Ghosh – è completamente assente nell’ambito della letteratura moderna. C’è una grave incapacità umana a cogliere i cambiamenti climatici e cercare delle soluzioni, per cui la natura nel futuro ci presenterà un conto salato: L’egoismo del desiderio quotidiano potrebbe portare ad un imprevedibile disastro collettivo. Il grande sconvolgimento frutto della cecità presente.

Giuseppe Montesano (Lettori selvaggi. Dai misteriosi artisti della preistoria a Saffo a Beethoven a Borges la vita vera è altrove. Ed. Giunti 2016) per il suo inedito ha usato un umorismo napoletano verace. Il suo dialogo con un interlocutore sconosciuto su un mezzo pubblico è stato brillante e profondo. Cominciando col dire che non si riesce più a leggere in casa per tutta una serie di disturbi che si creano. Perché non si può perdere tempo in cose inutili… Allora Montesano, lettore compulsivo, legge dovunque è possibile, in strada, in autobus, alla ricerca nella lettura di una vita più umana, per rinascere di nuovo – ha detto – leggere per vivere, diventare lettori selvaggi proprio ora che non abbiamo più tempo. Il saluto allo sconosciuto del mezzo pubblico alla fine è stato : Buona sera. Sono fortunato, sono un lettore.

La musica gentile dei percussionisti che si accompagnavano con variazioni di strumenti a corde creati sulle tavole dello xilofono, poi la bella e brava Anna Foglietta, nella sua silhouette in nero, che recitava brani di “Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro (Ed. Einaudi 2017) di Hisham Matar, premio Pulitzer 2017 per la autobiografia. L’incipit del libro con un uomo in partenza per la sua patria (Bengasi), dopo 33 anni, alla ricerca di un padre perduto (prigioniero, torturato e ucciso dal regime di Gheddafi). Con tutti i suoi dubbi, le sue angosce. L’inedito di Matar, ispirato da Lord Jim di Joseph Conrad, con lo spaesamento delle tematiche di questo autore (Cuore di tenebra) racconta di un suo viaggio in Arkansas per una lecture. Il paesaggio con architetture arcaiche e provvisorie e l’incontro con una comunità desiderosa di cultura. Ma in fondo alla sala – ha detto Matar –  c’era una donna in piedi silenziosa e triste. E’ stata lei all’ultima domanda al romanziere a far sorgere i dubbi sulla vera funzione della letteratura, sulla facile soppressione di ogni giudizio. La donna, una poetessa siriana, si interrogava: Come si può scrivere in tempi come questi? La poetessa aveva perduto ogni fede e speranza di futuro. “Quando si perdono le capacità di resistenza, quando ci si identifica nella vergogna come esseri umani e l’orrore prevale su ogni sentimento si perde la voglia di scrivere.” Questo ha detto la poetessa siriana. Hisham Matar ha aggiunto che quando politica e letteratura convergono e l’intervista ad una bambina siriana da parte di un giornalista diventa una serie cruda ed arida di risposte funeste e negative (martirio, morte, paura, angoscia, ecc.) si può anche concludere quanto siano difficili le cose per i popoli arabi, oggi.

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Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

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