La Terra è inquieta. Massimiliano Gioni e la mostra ribadiscono l’allarme.

L’importante, bella mostra La Terra Inquieta prende in prestito il titolo da una raccolta di poesie dello scrittore caraibico Édouard Glissant, da sempre affascinato dal problema della coesistenza tra culture diverse. E’ un progetto, urgente e doveroso (presentato dalla Triennale di Milano e Fondazione Nicola Trussardi e ideato e curato da Massimiliano Gioni) che ha l’ambizione di raccontare il presente come un territorio instabile e in fibrillazione: una polifonia di narrazioni e tensioni.

Attraverso le opere di più di sessantacinque artiste e artisti provenienti da vari paesi del mondo – tra cui Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Ghana, Iraq, Libano, Marocco, Siria e Turchia – e con un allestimento che si estende all’interno della galleria al piano terra della Triennale per proseguire al piano superiore, La Terra Inquieta parla delle trasformazioni epocali che stanno segnando lo scenario globale e la storia contemporanea, in particolare affrontando il problema della migrazione e la crisi dei rifugiati.
Con installazioni, video, immagini di reportage, materiali storici e oggetti di cultura materiale, La Terra Inquieta esplora geografie reali e immaginarie, ricostruendo l’odissea dei migranti e le storie individuali e collettive dei viaggi disperati dei nuovi dannati della Terra. Il percorso si snoda attraverso una serie di nuclei geografici e tematici – il conflitto in Siria, lo stato di emergenza di Lampedusa, la vita nei campi profughi, la figura del nomade e dell’apolide – a cui si intersecano opere di forte impatto: vere e proprie metafore visive e monumenti precari eretti a commemorazione di questo nostro breve e instabile scorcio di secolo.

La Terra Inquieta è il racconto di uomini che attraversano confini e – assai più tristemente – la storia di confini che attraversano gli uomini. Ma soprattutto la mostra è un esercizio di empatia e un esperimento di comprensione e dialogo tra culture. Come ricorda la placca apposta alla base della Statua della Libertà – ritratta nel video di Steve McQueen che conclude l’esposizione – la madre degli esuli accoglie gli stanchi, i poveri, le masse infreddolite, gli scossi dalle tempeste e i rifiuti miserabili delle vostre spiagge.

Gli artisti: Adel Abdessemed, John Akomfrah, Pawel Althamer, Francis Alÿs, El Anatsui, Ziad Antar, Kader Attia, Brendan Bannon, Yto Barrada, John Berger e Jean Mohr, Alighiero Boetti, Anna Boghiguian, Andrea Bowers, Tania Bruguera, Banu Cennetoğlu e Nihan Somay in collaborazione con UNITED for Intercultural Action, Phil Collins, Comitato 3 Ottobre, Constant, Thierry De Cordier, La Domenica del Corriere, Forensic Oceanography / Charles Heller e Lorenzo Pezzani, Meschac Gaba, Charles Gaines e Ashley Hunt per Gulf Labor Artist Coalition, Giuseppe “Pinot” Gallizio, Rokni Haerizadeh, Ramin Haerizadeh e Hesam Rahmanian, Manaf Halbouni, Mona Hatoum, Lewis Wickes Hine, Thomas Hirschhorn, Wafa Hourani, Pravdoliub Ivanov, Khaled Jarrar, Isaac Julien, Hiwa K, Yasmine Kabir, Šejla Kamerić, Bouchra Khalili, Runo Lagomarsino, Dorothea Lange, Zoe Leonard, Glenn Ligon, Liu Xiaodong, Ahmed Mater, Steve McQueen, Aris Messinis, multiplicity, Paulo Nazareth, Adrian Paci, Maria Papadimitriou, 2016 Pulitzer Prize for Breaking News Photography (Daniel Etter, Tyler Hicks, Mauricio Lima, Sergey Ponomarev), Marwan Rechmaoui, Hrair Sarkissian, Thomas Schütte, Hassan Sharif, Augustus Sherman, Xaviera Simmons, Mounira Al Solh, Hamid Sulaiman, Rayyane Tabet, Pascale Marthine Tayou, Wolfgang Tillmans, Andra Ursuta, Danh Võ, Henk Wildschut, Zarina.

Immancabili gli hastag: #LaTerraInquieta e #TheRestlessEarth

  • La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano e inglese, a cura di Massimiliano Gioni. Il volume, pubblicato da Electa con prefazione di Clarice Pecori Giraldi e introduzione di Beatrice Trussardi, raccoglie testi monografici e approfondimenti su tutti gli artisti presenti in mostra, a cura di Natalie Bell, Micola Brambilla, Juli Brandano, Gary Carrion-Murayari, Mira Dayal, Matthew Erickson, Margot Norton, Rachel Wetzler. Il catalogo include infine una raccolta di saggi e testi critici di Massimiliano Gioni, Tania Bruguera, Alessandro Dal Lago, T.J. Demos, Giusi Nicolini.
  • Promossa da Fondazione Nicola Trussardi e Fondazione Triennale di Milano, parte del programma del Settore Arti Visive della Triennale diretto da Edoardo Bonaspetti.
    Il progetto grafico della mostra e dei prodotti editoriali è firmato da Christoph Radl.
  • Realizzata con il sostegno di Fondazione Cariplo. Si ringraziano Clear Channel e SKY ARTE HD, in qualità di media partner: in particolare SKY ARTE HD per la realizzazione di una produzione originale per raccontare la mostra.
  • Nel mese di maggio, a fare da cornice alla mostra La Terra Inquieta, due importanti appuntamenti si svolgono nell’ambito delle attività della Fondazione La Triennale di Milano:
    Dal 2 al 7 maggio il Festival dei Diritti Umani racconta e riflette sul continuo, concitato riassestamento del nostro tempo e del nostro spazio attraverso documentari, film, testimonianze, dibattiti, condividendo gli intenti della mostra e garantendo, inoltre, a un migliaio di studenti che partecipano al Festival la visita a La Terra Inquieta come parte integrante della loro partecipazione.
    Triennale Teatro dell’Arte presenta infine due spettacoli vicini ai temi della mostra: Timeloss, del regista iraniano Amir Reza Koohestani, il 12 e 13 maggio, e Riding on a cloud del drammaturgo e artista visivo libanese Rabih Mroué, dal 16 al 18 maggio.

Info mostra

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Luca Barberini Boffi, ex imprenditore nel mondo della carta stampata.
Esperto di comunicazione e di arti visive, vive tra Milano, Roma e Strasburgo, dove risiede. Organizza convegni internazionali su Beni Culturali e collezionismo, scrive su testate di settore. Viaggia molto all’estero per lavoro e per passione. Collabora saltuariamente come consulente artistico nel Maine, U.S.A.

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