Palazzo Collicola di Spoleto. Progetti e prospettive. Intervista a Gianluca Marziani

Giuseppe Ripa

Risale al dicembre 2011 un nostro approfondimento su  Palazzo Collicola di Spoleto che allora stava “faticosamente ma incessantemente tentando di porsi come realtà di punta nel settore delle arti visive contemporanee” nel territorio, con ambizioni nazionali. Dal giugno 2010, anno dell’inaugurazione della struttura nella sua attuale veste, ha come Direttore Artistico Gianluca Marziani che intervistammo, parlando del Museo, di programmi culturali e del preziosissimo lascito Giovanni Carandente; protagonista dello sviluppo culturale della città grazie alla sua intensa attività legata al Festival dei due Mondi, la donazione consta di questo straordinario storico  e critico dell’arte consta, tra l’altro, di un centinaio di opere tra le quali quelle di Alexander Calder, Franchina, Piero Consagra, Lynn Chadwick, Ettore Colla, Nino Henry Moore; e di Leoncillo Leonardi, il più importante tra gli artisti di Spoleto. Questa collezione è un po’ il cuore solido della struttura, con tutto il resto intorno…

Questo resto ce lo racconta Marziani, che ancora capitana la struttura, che dialoga con il territorio – e viceversa – e si sta sempre più affermando come il primo centro culturale della Regione Umbria.

Confermi?

Credo sia evidente il ruolo di principale hub per le arti contemporanee nella Regione Umbria. Lo hanno ribadito lo scorso anno sia Rosaria Mencarelli che Marco Pierini durante una conferenza alla Rocca Albornoziana, indicando in Palazzo Collicola la piattaforma centrale per sviluppare l’arte al presente in Umbria.

Come Direttore devi avere e palesare una visione teorica, ma inevitabilmente occuparti della gestione operativa della struttura e della qualità manageriale. Il compito è a oggi meno faticoso?

Assolutamente no, il compito è complesso e assorbe molto del mio spazio/tempo professionale. Sto terminando la sistemazione generale degli spazi, ed è un fatto importante che ci mette nelle condizioni di operare su tutta la filiera: ideazione, redazione, creazione, produzione, esposizione, distribuzione, connessione… in pratica, con la forza operativa della Biblioteca Carandente (oggi nelle sale del Piano Nobile), con la nascita di Casa dell’Architettura e con la creazione di altre piattaforme dedicate a Letteratura, Musica Elettronica e Design, il museo è oggi in grado di assolvere a molteplici funzioni interne, nonché a creare collaborazioni virtuose con diversi soggetti che possiamo ospitare e integrare alle nostre linee operative. Filiera Circolare (di cui ho appena parlato) e Museo Diffuso (di cui ti parlerò a breve) sono le due direttrici su cui Palazzo Collicola sta orientando il suo ruolo e i suoi molteplici impegni.

Quando ti chiesi come sono organizzate e finanziate le mostre e le iniziative al Palazzo ti riferisti, come esempio, a quello sartoriale… Quanto è prodotto dal museo, coprodotto con altre istituzioni e quanto arriva già autoprodotto e in che misura, quindi, lo stilista riesce a essere indipendente a dar corpo a unbrand che lo rappresenti davvero?

Questa è la nota dolente, ovvero, pochissimi soldi istituzionali ma, di fatto, una libertà operativa che permette omogeneità e integrità nel passaggio dall’idea all’azione. Fidati se ti dico che pochissimi sono in grado di fare questo, quantomeno in Italia. E qui sta la fortuna di essere “piccoli” in luoghi “periferici”, anche se al dunque è proprio fuori dai grandi centri che oggi vediamo le proposte culturali meno scontate e più evocative.

Pur considerando i problemi che il Museo ha patito a causa del terribile sisma, che nel 2016 ha drammaticamente coinvolto una vasta area e più Regioni, sono stati raggiunti numeri importanti anche nella biglietteria; mi risulta che nel 2009 incassava 4.700,00 euro e nel 2013 ha quasi triplicato i propri numeri: quali sono gli attuali?

Prima del terremoto, da gennaio al 23 agosto 2016, i numeri erano i più alti nella memoria turistica degli ultimi vent’anni. Il terremoto ha creato una flessione vertiginosa su tutto il comparto turistico, anche se il museo si è difeso bene, creando il più alto numero di eventi nel periodo compreso tra ottobre 2016 e luglio 2017. Avrò nelle prossime settimane i dati aggiornati, al momento posso dirti che il museo cresce ogni settimana in termini di entrate, uscite stampa, vendite di cataloghi, entrate ad invito, numero di giornalisti accreditati, indicizzazioni sul web, forza degli hashtag…

Il budget con cui puoi lavorare è aumentato? Nel 2011 mi parlasti di non meno di trecentomila euro all’anno per disegnare un percorso efficace e bilanciato della struttura, presentando questa cifra con orgoglio perché, affermasti: “…non sparo le cifre che molti direttori lanciano sul mercato (…), con l’obiettivo di aumentare quel budget “così da potenziare molte voci che meritano spazio d’attenzione.”.  Tra Comune, Regione Umbria, Fondazione Carispo, Banca Popolare di Spoleto, e sbigliettamento, ci sei riuscito?

 Oggi mi sembra un sogno quel budget del 2011. Al momento il Comune eroga una somma con uno zero in meno, poi arriva qualcosa dalla Fondazione Carispo e qualcosina dalla Banca Popolare di Spoleto, ma parliamo di cifre esigue con cui copriamo spese di gestione primaria. Tutto nasce ancora dalla mia capacità di disegnare budget dedicati con un incrocio di supporti (economici, tecnici, umani) ogni volta diversi per provenienza e attitudini. Tra i privati il nostro miglior partner è Monini, una famiglia da sempre vicina al bene della città, innamorata del nostro museo, sempre disposta a darci una mano. Una fortuna è stato l’arrivo di un Assessore alla Cultura come Camilla Laureti: finalmente ho trovato un partner con cui parlare la stessa lingua, grammatica e sintassi comprese.

E sei anche riuscito ad attivare un dialogo con gli operatori turistici, con i direttori di altre strutture, con le società di eventi, con le due banche locali e, insomma, a intrecciare rapporti per muovere un’economia strutturale del museo?

Il dialogo con le forze cittadine e regionali sta crescendo ogni giorno. Ad esempio ci sono ottimi rapporti con Andrea Margaritelli, giovane industriale umbro: assieme a lui e Giovanni Tarpani è nato il LABORATORIO PER LA RICOSTRUZIONE, un solido evento istituzionale (supportato dalla Regione Umbria) che abbiamo messo in piedi in soli tre mesi.

Che sinergie ci sono oggi con Provincia e Regione?

Con la Regione Umbria il rapporto è sempre proficuo, anche se mi auguro possa crescere lungo alcune direttrici che ho indicato alla Presidente Marini. In particolare stiamo discutendo di un progetto dal titolo UMBRIA CONTEMPORANEA, una sorta di piattaforma unitaria che avrà la sua stazione “orbitante” a Palazzo Collicola e una serie di “navicelle” nei luoghi d’eccellenza per la cultura visiva in Umbria. Come detto in precedenza, assieme alla Regione abbiamo realizzato a giugno il LABORATORIO PER LA RICOSTRUZIONE, portando Stefano Boeri, Francis Kerè e altri grandi architetti qui a Palazzo Collicola.

Sculture nella città, nel 1962 decretò, grazie alla lungimiranza di Carandente, il coinvolgimento di Spoleto nel panorama del mondo e del sistema dell’arte contemporanei e internazionali. Oggi qualcosa di simile si potrebbe riproporre?

Nel 2012 feci +50, una gigantesca mostra con oltre 40 artisti, oltre 300 opere e una trentina di luoghi coinvolti. La differenza con il 1962 fu l’entità e il posizionamento degli artisti: purtroppo non ho potuto coinvolgere i grandi nomi della scultura internazionale, non avevamo le condizioni per produrre opere o spostare lavori di adeguata imponenza. Mi proposero molte opere di “seconda mano” ma non ho accettato di portare autori come Anish Kapoor senza un rapporto diretto con l’artista. A parte ciò, credo che +50 fu una magnifica mostra diffusa, la difendo con tutte le mie forze. Andate sul sito del museo e sfogliatevi (gratuitamente) il catalogo, vi renderete conto del valore che riveste quel progetto.

Ci racconti i dettagli relativi alla Donazione Beverly Pepper, ben 23 opere del periodo 1963-2006 dell’apprezzata scultrice statunitense che le ha donate al Comune di Todi, dove ha una casa e uno studio dal 1972?

Sulla donazione a Todi credo si tratti delle opere monumentali, mentre la donazione a Spoleto riguarda le opere di piccolo formato. Al momento ho ricevuto e inserito in collezione sei magnifiche sculture del 1962, a breve dovremmo ricevere altre sculture da aggiungere al nostro patrimonio.

Su quali linee teoriche si basano le tue scelte di mostre e iniziative da curare, promuovere o accogliere…? Nella nostra lontana intervista indicasti: “desiderio, approccio, contatto, rapporto.”. E’ ancora tutto così istintivo?

In quelle tre parole non leggo solo qualcosa d’istintivo ma un approccio caldo e consapevole, frutto d’intuito e conoscenza, apertura linguistica e sinestesia.

Qual è il calendario per la nuova stagione espositiva e dunque il tuo nuovo biglietto da visita curatoriale?

Aprirò la stagione invernale a inizio dicembre. Al momento non posso ancora svelare le scelte definitive, sono in fase di selezione tra le molte cose che stiamo sviluppando.

In cosa più di tutto il museo deve e può migliorarsi?

 Ogni volta che entro al museo vedo solo i difetti, mi concentro su quelli e cerco di partire sempre dal punto debole. Sono in attesa che arrivi il finanziamento per la sistemazione dell’illuminotecnica, direi il punto fondamentale in questo momento assieme alle riparazioni murarie dopo i danni del terremoto. Un’altra priorità sarà la nascita del NUOVO MUSEO DEL TESSUTO, realizzato in collaborazione con Glenda Giampaoli, direttrice di una realtà d’eccellenza come il Museo della Canapa a Sant’Anatolia di Narco. E poi si sta sviluppando la questione del MUSEO DIFFUSO, anche se di questa cosa ne parleremo in futuro. Si tratta, comunque, di uno sviluppo territoriale che prevede grandi opere di ridefinizione permanente del paesaggio, sia in esterni che in luoghi chiusi, lungo le direttrici territoriali dominanti. Palazzo Collicola sarà il luogo seminale ma anche il laboratorio fisico, lo spazio di confronto e completamento, la residenza operativa, un prologo e un epilogo nello stesso istante ideale. Devo ringraziare SISTEMA MUSEO se molte di queste cose diventano realtà: sono loro la realtà che mi supporta giorno per giorno, investendo e rilanciando, ampliando la portata del proprio operato, aggiungendo valore ad un luogo che è una bellissima sfida.

Qual è l’obiettivo che persegui per Palazzo Collicola? 

Creare un luogo che rappresenti un’esperienza unica, dotato di una sua personalità biologica, immersivo e stratificato, vertiginoso nei cortocircuiti estetici e tematici, culturalmente fedele a ognuno dei nostri sensi. Mi piace che qui si possano vedere mostre, giocare con le sculture del cortile, interagire dentro l’installazione di Veronica Montanino, trovare opere su scale e anfratti, leggere libri e cataloghi, sdraiarsi e riposarsi, guardare film e rassegne, seguire gli incontri con autori di varie discipline, seguire le visite guidate del venerdì, girare tra i nostri spazi satellite…

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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