Caveau, un progetto di frammenti, accadimenti di vita ed empatia

Caveau Serena Fineschi - foto di Elena Foresto

Caveau è un progetto di Serena Fineschi, artista che vive e lavora tra Siena e Bruxelles. Nella  città del Palio e delle Contrade, in una delle vie centrali, c’è una piccola edicola vuota, una ex stazione barometrica alla quale la Fineschi ha deciso di dare, per almeno un periodo, vita diversa. Una nicchia, che si trasforma in uno scrigno segreto aperto, per chi ha voglia o per chi riesce a ‘guardare’ oltre. Questo succede nel 2016, quando l’artista chiede a dodici persone un’idea da mettere sotto vetro. Si tratta di artisti, curatori, critici, storici dell’arte che dirigono fondazioni o importanti collezioni; accettano tutti, undici mettono a punto l’idea, la concretizzano: Marina Dacci, Alfredo Pirri, Pablo Echaurren, Bianco-Valente, Pietro Gaglianò, Claudia Salaris, Paola Tognon, Vittorio Cosimi, Ilaria Mariotti, Serse e Marco Tirelli.

Professionisti, che in un periodo particolare della  vita di Serena e per diverse ragioni, sono state legate a lei. Così ognuno di loro, per un mese, ha avuto la possibilità di utilizzare  Caveau, “come cassaforte del pensiero e contenitore di idee”. Scegliendo poi di mettere in vista,  ricordi intimi, parti di libri mai pubblicati, lettere dedicate chiuse o aperte, disegni, foto nascoste da fogli, sogni nel cassetto e riflessioni.  Tutti hanno messo, in quell’incavo, un frammento della loro vita. Scegliendo di andare a scavare nelle loro emozioni e di renderle pubbliche, mostrando forse un tassello  del grande puzzle che è il proprio vissuto.

Permanente Impermanenza  è il concetto sul quale si basa molto del lavoro di Serena Fineschi; la transitorietà dei fenomeni, degli accadimenti della vita, perché il mondo e noi stessi siamo in continua trasformazione. La non permanenza come risorsa per vivere meglio il qui e ora,  per capire come le cose, le costruzioni e i sentimenti, possono diventare altro.

Così anche il progetto Caveau, dopo un anno, si trasforma e cambia esistenza all’interno di un museo, Santa Maria della Scala. Un prestigioso complesso museale sito in Piazza del Duomo, che grazie al suo illuminato Direttore Daniele Pittèri, negli ultimi due anni ha aumentato le presenze di pubblico di oltre il 50 per cento, e dove, vicino alla splendida e vasta area archeologica, accosta mostre temporanee e contemporanee.

Proprio Pittèri descrive perfettamente Caveau:

Caveau non è una mostra, è un’Opera. Un’Opera complessa, radicalmente contemporanea, innestata dentro la complessità della creatività di questo secolo bislacco… Ho pensato che questo momento, ipotizzato da Serena Fineschi sin da subito, non potesse non accadere al Santa Maria della Scala, luogo di vite e di idee, luogo di tempi, nel tempo. “

Accolti da un video formato da una serie di fotografie scattate in un unico giorno in sequenza temporale, dove si vede il Vicolo Coltellinaio e il suo Caveau, ritroviamo tutti i racconti degli ospiti della cassaforte, ognuno dei quali inserito in una teca di vetro. Così, ancora protetti singolarmente, ma allo stesso tempo di nuovo pubblici ed uniti insieme in un solo lavoro. Quelle idee tradotte in parole ed espresse in immagini, che in maniera corale ora sono un’opera.

  • Caveau ha inaugurato il 21 settembre 2017. La mostra resterà aperta fino al 20 ottobre 2017, in Santa Maria della Scala, Piazza del Duomo 1, Siena.
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Serena Achilli, studiosa appassionata d'arte contemporanea, è curatrice indipendente e direttore artistico di Algoritmo Festival. Scrive per raccontare la propria contemporaneità cercando con cura pensieri e parole. Ha un Blog in cui c'è tutto questo e altro ancora.

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