(…) sappiamo bene – e in molti dovrebbero rifletterci – quanto il creare un’emozione culturale e umana così intensa da risultare desiderabile e ripetibile sia alla base di una duratura valorizzazione dei siti d’arte (…). Quindi: data la qualità di un sito o di un oggetto d’arte, ci si deve lavorare per tutelarlo, valorizzarlo ed esaltarlo, facilitando il suo attestarsi come luogo/sito/evento emozionante e come tale comunicandolo: a tal punto da farne un ineludibile punto di riferimento da non perdere ma soprattutto da rivedere (…), da rivivere più e più volte (Assisi e Giotto; Pompei ed Ercolano; Venezia e le sue Biennali etc.). Un semplice procedere, questo, ma a quanto pare in Italia disatteso da chi di dovere. Allora noi dobbiamo ricordarglielo…
La cultura della contemporaneità nelle sue molteplici declinazioni
concordo e condivido appieno quanto citato da Laura Traversi..l’arte non deve essere un baluardo per sopravvivere,ma vivere liberamente ..libera di espandersi in tutte le sue possibili pseudo dimensioni..sempre!