Ed è così che vediamo il mondo: lo vediamo come al di fuori di noi anche se è solo d’una rappresentazione mentale di esso che facciamo esperienza dentro di noi.
Segnalato da: Valentina Trisolino (da Fb)
La cultura della contemporaneità nelle sue molteplici declinazioni
..proprio ieri discutevo su questo pensiero ed ho concluso il discorso con un mio epitaffio: la vita ci appare a seconda delle nostre proiezioni.. ma se vogliamo parlare in chiave artistica,la frase di Magritte forse semplifica troppo, quello che realmente vuol dire la frase stessa.. ci sono molti artisti che di una rappresentazione mentale del mondo ne fanno espressione artistica.. ..non voglio parlare di un Miro’oppure di un Picasso, che esprimono la cose in modo astratto..ma a volte l’esprimersi in arte di certi pittori,ma anche musicisti, nasconde un loro disagio,spesso nevrosi,che pero’romanticamente riescono a donare al mondo un prodotto di spessore..ho scoperto che molti artisti sono bipolari (espressione cara alla psicologia)..e questo loro disagio si puo’ intravedere appena.. per esempio un Caravaggio con quei suoi spaccati di luci e ombre,di netto..! ..troviamo una visione alterata del mondo anche tra musicisti classici come Liszt,Schubert,Schumann.. anche loro miscelavano allo stesso istante dolore e piacere,gioia e felicita’,mascherando composizioni che chiamavano “allegro ma non troppo..” ..”adagio ma veloce andante”.. ..Non voglio dilungarmi troppo,ma credo che chi voleva capire,ha capito. ..paradossalmente,queste dinamiche tra gli artisti,sono di vitale importanza per noi che soggettivamente scegliamo la forma d’arte che piu’ rispecchia noi stessi,e quando la troviamo la rimiriamo tanto quanto ci somiglia.. Forse Magritte quando ha detto..”ne facciamo esperienza” sottointendeva quel che ho detto poc’anzi. e’tutto. ciao