Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Perchè la cultura – in senso specifico o, meglio, classista – è un possesso: e niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso. Chi non ha neanche in minima dose questa energia, rinuncia.
Segnalato da: Michele Principato Trosso (su Fb)
La cultura della contemporaneità nelle sue molteplici declinazioni
..non mi e’ mai stato molto simpatico Pasolini..lo confesso.. e trovo ardua l’impresa di prendere posizione in questo frangente di commento.. il senso di possesso,nei confronti della cultura e’ fuorviante se lo si colloca nella scala sociale.. la cultura,ti libera,ti eleva,ti fa confrontare,ti fa evolvere..non e’ un vestito o comunque una “cosa” che si deve “possedere”per avere piu’ punti,nel sistema in cui siamo cuciti..l’idea di cultura come possesso,mi fa pensare ad un “complessato” che vuole acculturarsi,solo per potere essere considerato,e pote guardare dall’alto in basso,verso chi la cultura non ce l’ha,solo perche’ non e’ ancora mentalmente evoluto..anche in senso generazionale..la cultura non e’ attaccamento,come invece e’ il possesso.. ..e l’energia,’ una cosa che hanno tutti..c’e’ chi la usa in un modo e chi la incanala in un’altra dimensione..ma,strumentalizzare gia’ la parola stessa,”cultura”,e’ come dire,uso l’energia ma sono miope,perche’ la circoscrivo..e poi la uso come un’arma per riscattarmi.. no,grazie..io non possiedo.io la vivo,la cultura.. e’ tutto.ciao. Alberto