Book-corner: Chi ha paura della matematica cattiva, incontro con Wilma Di Palma

Che ci sia della creatività nell’arte è cosa nota e accettata universalmente: quale altro mezzo  intellettivo dovrebbe usare – ad esempio – un pittore quando si trova di fronte allo spazio vuoto della sua tela per imprimere su di essa il suo mondo interiore?
Una volta creato, poi, l’oggetto d’arte parla direttamente al suo fruitore ed è un dialogo a due: l’artista e chi guarda l’opera d’arte sono soli. Non importa quanti siano i visitatori del Louvre, la Giocoda di Leonardo parla a ciascuno direttamente e individualmente: il suo sorriso, pur restando immutato, dice a ciascuno una storia diversa, ogni visitatore “legge” il messaggio come meglio sa e come più gli consuona. La categoria della visione permette dunque  una forma di dialogo intellettuale tra l’artista e ciascun individuo che sta guardando l’opera.
La  creatività è lo strumento principe con cui l’artista esprime il suo inconscio, l’occhio del fruitore è il mezzo che consente a chi guarda l’opera d’arte di captare il messaggio.
Questo grosso modo è quello che avviene nell’arte, ma che succede in matematica?
Perché in matematica vi chiederete? Non è un ossimoro mettere insieme la forma di pensiero più odiata dagli italiani – la matematica – con quella più amata, cioè l’arte?
Sicuramente è un accostamento originale ma non poi tanto assurdo. Basti pensare che lo spazio è  luogo di riflessione comune: per gli artisti -che lo  riempiono con forme espressive-  per i matematici che lo misurano e valutano.
Se ciò non bastasse a giustificare il confronto tra la creatività artistica e quella matematica, la storia ci dà un altro elemento comune:  la prospettiva -che è l’espressione e la conquista più alta dell’arte rinascimentale e barocca -cosa altro è se non  una matematizzazione dello spazio pittorico?

Nel libro di Wilma Di PalmaChi ha paura della matematica cattiva” ? (Edizioni Robin- Roma 2011) si espongono i risultati di una analisi condotta su circa 3000 schede in cui si chiede ai bambini di molte scuole italiane di raccontare cosa fa secondo loro un matematico.
Alcune risposte sono davvero esilaranti, ma a parte questo aspetto sicuramente accattivante,quello che scaturisce da una sommaria valutazione è che la matematica non piace quasi a nessuno: ancora oggi, pur vivendo in un modo altamente “matematicizzato”, il lavoro del matematico è svalutato, perché sconosciuto e avvolto nella nebbia di antiche leggende metropolitane che vogliono gli studiosi di questa materia dei  veri “mattamatici”.
Non sarà che tra i tanti aspetti, didattici e psicologici che contribuiscono a questa diffusa disaffezione ci sia anche un uso della creatività che ci fa fatica accettare inconsciamente?
In arte, abbiamo detto che la creatività è il mezzo principe dell’espressione artistica, che succede nella prassi del lavoro di un matematico?
Per i matematici la creatività è fondamentale e all’interno dei suoi metodi, la matematica è assolutamente libera come qualsiasi forma di pensiero, ma la dimostrazione è un atto che si può e si deve ripetere: ciascun fruitore non deve sentire o vedere il percorso del creatore, ma può ripeterlo.
Il teorema di Pitagora è di certo l’espressione creativa di Pitagora stesso e della sua scuola, ma ancora oggi qualsiasi ragazzino delle medie ne sa verificare la giustezza dimostrandolo da sé.
La matematica non è dunque un dialogo a due,è un dialogo collettivo; la matematica é in un certo senso più “democratica” dell’arte perché rappresenta  un percorso verso la verità da fare in tanti.
Questo richiede impegno e responsabilità: si devono accettare le regole e si deve condividere con gli altri la dimostrazione della propria creatività.
Allora, non sarà che la matematica piace poco a noi italiani perché siamo un popolo di individualisti? (Wilma Di Palma)

il 3 dicembre alle ore 11.00

  • Partecipazione: Ingresso libero.
  • Presso: Bibliothè, Via Celsa 4-5 Roma

Parleremo di questo con l’autrice Wilma Di Palma e con Paolo Gangemi (matematico e giornalista), con Maria Luisa Algini  (psicoanalista) e Daniela Cavola (maestra elementare).
Sarà possibile fare domande, approfondire gli argomenti del libro, soddisfare le curiosità sulla matematica. Sarà possibile acquistare una copia del libro personalizzato con l’autografo della scrittrice e, infine, ci sarà un aperitivo in compagnia di Wilma Di Palma e dei suoi ospiti.

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a cura di Isabella Moroni

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