Preview: Golden Rubbish, Michele Welke, periferia, rigenerazione, macerie e oro

Golden Rubbish - Michele Welke - Site specific for Cantiere Barca - Torino 2014

Golden Rubbish è frutto di una riflessione riguardante la riqualificazione urbana, nello specifico presso il quartiere Barca situato nella periferia nord di Torino. Il lavoro composto da rifiuti come mattoni, guaine, secchi e oggetti di vario genere si trasforma: attraverso un intervento pittorico in oro che ne muta i minimi dettagli.

Michele Welke nasce ad Ascoli Piceno nel 1984. La sua ricerca indaga le possibilità della pittura nelle sue molteplici forme di espressione.

“Il momento di svolta per Michele Welke avviene quando, nell’ambito dell’astrazione, della quale si innamora già durante la sua frequentazione dell’accademia di Belle arti di Roma, inizia a forzare la propria pittura per costringerla a uscire dai suoi confini. (…)
Così, quando è la volta di esporre al MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove (Roma), compie una piccola magia: restituisce nuova vita a un vecchio montacarichi arrugginito e dimenticato. L’opera, che si intitola Golden Elevator, appare quasi come un elevatore sociale. L’oro, che lo ricopre fin nei più reconditi meccanismi, viene sparso con sapienza dosata anche sul cemento del pavimento circostante, a comunicare una metamorfosi appena compiuta, qualcosa di cui è ancora possibile far parte. (…)
Mentre espone pneumatici e altri oggetti, passati al setaccio della sua pittura come a quella di un piccolo re mitologico e giocoso, mentre contamina gli spazi aperti con un linguaggio che lo accomuna anche alla cultura street, Michele si interroga. E scopre che la pulsione a compiere il suo gesto è una pulsione ancestrale, che nasce nei piccoli paesi delle Marche in cui ha trascorso la sua infanzia. La sua origine, infatti, va individuata nell’aver da sempre guardato e ammirato le pale d’altare e i mosaici delle chiese che ha conosciuto fin da bambino. Sono cose che non possono essere dimenticare, ma che si sedimentano in lui in attesa di esprimersi.”
(citazione: Bernardo Notargiacomo)

L’opera nasce in un contesto creativo anomalo, dove designer, artisti, architetti e antropologi lavorano insieme con l’obiettivo comune di dare la possibilità alle persone che vivono i quartieri periferici, di avere gli stessi servizi e le stesse possibilità di chi abita al centro della città. È proprio qui, all’interno degli spazi di Cantiere Barca, centro-giovani di rigenerazione urbana, che Welke si interfaccia con i collettivi che da tempo indagano i risvolti pratici del fare sostenibile, ovvero  Studio Superfluo Sustainable Making. Il primo da anni lavora sulla tematica dell’upcycling e della didattica informale; il secondo sta svolgendo un lavoro di ricerca che guarda alle nuove strategie di innovazione sociale. Welke e il suo procedere artistico rientrano negli orizzonti di queste due realtà collegiali e attive. Grazie al confronto e all’osservazione, l’artista, in questa sua opera, si sofferma su un cumulo di macerie lasciate a ridosso dello spazio di falegnameria e sartoria di Cantiere Barca; ne immagina le potenzialità evocative, decide di trasformare un’icona (negativa) della contemporaneità: il degrado urbano ormai onnipresente nelle nostre vite e di conseguenza quasi invisibile. Così, l’oro trasforma il simbolo della decadenza attuale, lo esalta, e attraverso il suo valore storico ne modifica la dimensione concettuale ed estetica.

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Classe 1987, Daniele Bucci è Co-Founder di Sustainable Making - che sta svolgendo un lavoro di ricerca riguardo le nuove strategie di innovazione sociale - e Co-Founder di Studio Superfluo - che da anni lavora sulla tematica dell’upcycling e della didattica informale. Formatosi all'ISIA Roma Design e all'Escola de Design - UEMG, ha studiato Ecodesign presso il Politecnico di Torino, città dove attualmente vive alternandola con Roma.

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