Ouatann. Ombre sul mare. La Tunisia del vuoto incolmabile raccontata da Azza Filali

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Ouatann. Ombre sul mare, Cover

Ouatann. Ombre sul mare, questo libro è la descrizione di un vuoto, immaginario e reale, di un crepaccio, una fessura incolmabile.

Racconta la Tunisia prima della rivoluzione del 2010, una società moribonda, o forse già morta, nella quale se non si appartiene al gruppo delle elite locali o nazionali si può solo sopravvivere. La continuità tra le generazioni si è interrotta, forse per sempre e i giovani si trovano a non poter progettare il proprio futuro.

Azza Filali, l’autrice, rivela la verità del suo romanzo raccontando quasi di sfuggita un episodio minore, in apparenza senza importanza perché, come spesso accade, la verità è velata, sfuocata. Michkat, la protagonista, a proposito di un padre e un figlio, due sconosciuti incontrati per caso, che lei capisce essere in disaccordo per qualcosa di importante, si chiede : “Tra lo sconforto del padre e la rabbia del figlio, avrebbe trovato le parole per colmare le linee di frattura che, partendo da quei due, attraversavano tante vite, sbriciolando il paese in tasselli che non parlavano più la stessa lingua?

Questo romanzo è di un certo interesse per il lettore europeo anche grazie alla descrizione di un contesto sociale in buona parte estraneo, del quale anche chi è interessato e legge letteratura non europea, può apprezzare alcuni dettagli ( gli abiti della madre della protagonista, il cibo, i rapporti tra uomini e donne alla luce della radicalizzazione delle questioni religiose, anche se non è questo il fulcro del romanzo). Di particolare interesse, le pagine dedicate alla descrizione della madre della protagonista, affetta da demenza senile, scritte con una lingua poetica ed evocativa, differente da quella del resto del romanzo, più semplice e lineare. Impossibile però esprimersi compiutamente sulla questione della lingua, dal momento che il libro è pubblicato tradotto dal francese.

Michkat Ben Younes è un’avvocatessa di Tunisi la cui famiglia, un tempo facoltosa, possiede una villa sul mare a Biserta, una casa meravigliosa e misteriosa, che Si Mokhtar, il padre di Michkat, acquistò da Monsieur Jaques, un francese di cui nessuno ha mai capito la decisione di rimanere in Tunisia dopo la fine del protettorato francese e, addirittura, essere sepolto nel giardino della villa, accanto al suo cane. La casa era destinata a Mehdi, fratello minore di Michkat, che ha preferito trasferirsi in Canada realizzando così un cambiamento di vita talmente definitivo da sembrare una fuga.

La villa è il luogo dove appaiono e scompaiono persone e oggetti, nel quale si materializzano desideri e si realizzano destini.

Il suo custode, Abdesselem detto Selim, incurante del divieto dei proprietari, affitta senza contratto a Rached Ounalli, di Tunisi, arruolato dall’ex compagno di studi Mansour, che lavora alle dipendenze di un non meglio identificato cinquantenne distinto ed elegante. Rached è un anonimo impiegato pubblico, con una moglie mal tollerata e due figlie gemelle ignorate. E’ un giurista alle dipendenze del Comune, perché si è licenziarto per accettare quell’incarico ai limiti della legalità ? Davvero è solo per i soldi?

Il custode, strano tipo, sembra sciocco ma forse è solo molto furbo. Dei suoi due figli, uno, Lazhar, è recentemente diventato religioso e strettamente osservante e l’altro, Abderrazak, padre di un ragazzino sveglio e intelligente di nome Achraf, è un piccolo delinquente locale che sta cercando di mettersi nel businnes del traffico di esseri umani verso l’ Italia, l’ unico affare veramente remunerativo.

Da qualche giorno Rached ha compagnia alla villa, Mansour gli ha affidato Naceur della cui incolumità è responsabile, almeno fino a quando amici potenti non riusciranno a farlo espatriare. Ma chi è veramente Naceur, detenuto liberato da un giorno all’altro per intervento dell’onnipresente cinquantenne elegante? Michkat conosce i due uomini che vivono abusivamente a casa sua, durante l’annuale visita di controllo. Sono entrambi interessanti ma è di Naceur che subisce il fascino.

Molti altri sono i temi di questo romanzo, e molti altri anche i personaggi, impossibile raccontare tutto. Una specie di sovraffollamento, forse una volontà di non dimenticare niente, un dovere di testimonianza, rende questa opera, a tratti, confusa.

Abbiamo scelto di far emergere due strati di racconto: quello che a prima vista appare il principale, il più vicino al genere noir, si dipana attraverso i personaggi che abitano la villa, e quello che si sviluppa nella casa di Abdesselem, il guardiano, la storia della povera gente, di coloro che, insieme al lavoro, hanno perduto ogni speranza e perfino la dignità.

Dovrà cambiare qualcosa, pensano i figli di Selim, la disoccupazione finirà, i tizi che stanno a Tunisi e che distribuiscono il lavoro, prima o poi dovranno accorgersi anche di tutti i piccoli villaggi dispersi, nei quali abitano uomini che passano il tempo al caffè, anziani e bambini. Neppure Achraf che è un ragazzino sveglio, potrà avere un futuro in patria (Ouatann) ma dovrà partire per l’ Italia, dove la madre si è trasferita da tempo e dove ha trovato un uomo disposto a sposarla. La partenza del ragazzino figlio di Abderrazak e nipote di Selim è la resa della Tunisia moderna nella quale rimangono solo la ristretta cerchia di coloroche possono tutto, gli anziani anziani, i fanatici religiosi e i delinquenti di piccola taglia.

Ouatann. Ombre sul mare, di Azza Filali
Fazi Editore
traduzione dal francese di Maurizio Ferrara

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Mi chiamo Melania Ceccarelli, sono nata e vivo a Pisa. Per fortuna ho viaggiato e vissuto anche all’ estero e così ho imparato a non avere certezze assolute su me stessa e sulla mia cultura d’origine. Lavoro da sempre in ambito sociale, per molti anni ho fatto politica e volontariato in maniera attiva. Attualmente la cosa che mi interessa di più è la lettura e la scrittura.

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