#scattiemigranti 3. Io cerco che la vita sia all’altezza del canto di Maria Grazia Calandrone sulla foto di Isidoro Vasta

È nato da un’idea della scrittrice (e nostra collaboratrice) Cetta De Luca, il contest fotografico dedicato alle migrazioni. #scattiemigranti il titolo, il web la piazza su cui raccogliere le proposte. Libere le modalità di proposta: potevano essere foto antiche di migrazioni lontane nei secoli, oppure attuali di cui abbiamo sempre meno orrore, o anche quelle che compiono gli italiani per trovare spazi migliori in altre nazioni. La pubblicazione su art a part of cult(ure) il “premio”.
Ne sono arrivate molte; una giuria formata dai fotografi Claudio Drago, Gianrigo Marletta e Carlotta Valente, dalla ideatrice Cetta De Luca e dalla giornalista Isabella Moroni ne ha scelte sette.
Ma il gioco del concorso non finiva qui. Le sette fotografie vincitrici sono poi state “affidate” a scrittori e poeti che, ispirandosi all’immagine, hanno scritto una storia, una poesia, una lettera, un testo…

Questa fotografia di Isidoro Vasta dal titolo Attesa è stata affidata alla poetessa Maria Grazia Calandrone che ha  scritto la poesia intitolata io cerco che la vita sia all’altezza del canto.

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IO CERCO CHE LA VITA SIA ALL’ALTEZZA DEL CANTO

poi, ci siamo sedute
vicine, senza spazio tra i corpi, senza rispetto
di quello che chiamate “spazio vitale”: voi, tutti, qui, occupati
a difendere l’aria, la libertà, a dimenticare
l’umano che cerca la vicinanza
come un bambino

poi, ci siamo sedute
sul marciapiede
e abbiamo fatto un pezzo di Somalia
– montuoso, ondulato, colorato,
sconnesso
e fermo – un pezzo di fusione
di nove corpi
neri
in terra straniera

ci hanno dato qualcosa, dei fazzolettini. una prima accoglienza. sandali, infradito e marciapiede. solo una di noi
sta di profilo, parla, fa sorridere
un’altra

la riga bianca del sorriso. poi, il bagliore di un occhio, due, la postura
scomposta di una: forse
la più stanca, forse
la più sfacciata. o è la stanchezza, a renderla sfacciata. però, quasi sorride.

siamo righe di sabbia
incomprensibile. eppure
basta poco, a conoscere, basta
identificarsi

anche la donna
che scrive di noi, lo vedete, sta dando per scontato
che le straniere
siamo noi.
eppure…
eppure…

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