MIA Fair 2021, tra luci ed ombre – Un report

Nata nel 2011 da un’idea di Fabio Castelli, imprenditore ed appassionato collezionista, per evidenziare il ruolo della fotografia come arte contemporanea, oggi il MIA fair (la fiera internazionale dedicata alla fotografia) è giunta al suo decimo anno.

È stata un’edizione particolare, poiché quella del 2020 è stata annullata per il Covid e quindi questa del 2021 ha avuto anche il significato di una ripresa, di un guardare al futuro con fiducia.

A Superstudio, uno spazio di 7000 mq nel quartiere Famagosta, erano presenti 90 gallerie da tutta Europa. L’immagine cooordinata è stata curata dal fotografo britannico John Rankin ed è tratta dal suo progetto Saved by the Bell.

Sono state e sono molte le ambizioni degli organizzatori, che cercano di coniugare le esigenze commerciali con quelle artistiche; probabilmente, però, sarà necessario coinvolgere gli autori più interessanti che ci sono a livello nazionale e continentale per poter davvero essere un punto di riferimento irrinunciabile.

Comunque, molti sono i meriti della manifestazione, come il Premio BNL gruppo BNP Paribas che quest’anno è andato a Federica Belli per l’opera The eye, presentata dalla galleria Valeria Bella di Milano.

L’opera sarà acquistata da BNP Paribas e l’artista entrerà a far parte della collezione della banca che oggi conta oltre cinquemila lavori. La giuria del premio ha anche deciso di assegnare una menzione speciale alla fotografia UNTITLED (Flowers 21) di Giovanni Gastel, che doveva essere presentata nel 2020 e che oggi è un doveroso omaggio ad una gran persona e uno dei professionisti ed autori più rappresentativi degli ultimi decenni che, purtroppo, ci ha lasciato troppo presto.

Interessante anche il progetto di IO donna, con il supporto di Eberhart & Co e curato da Renata Ferri, che si è concretizzato nella mostra Il lungo addio. Storie dei nostri migranti nell’Italia del boom, realizzata con fotografie d’epoca sull’emigrazione italiana nell’immediato dopoguerra provenienti dagli archivi del Centro documentazione RCS periodici, del Centro documentazione RCS Quotidiani e della Fondazione Corriere della Sera.

Sono state presentate anche due nuove sezioni: la prima è MIDA-Milan Image Design Art, dedicata a progetti che creano un dialogo tra la fotografia ed il design e conta 11 espositori, l’altra, curata da Alessandro Stefanini, si è proposta come una Wunderkammer con mobili vittoriani trasformabili, curiosi ed ironici che dialogano con l’occhio altrettanto ironico del grande fotografo Elliott Erwitt.

Si conferma anche la sezione Beyond Photography-dialogue, curata da Domenico De Chirico e riservata alle gallerie, con un’attività focalizzata sulla promozione di artisti internazionali, il cui progetto espositivo – pensato ad hoc – è volto alla creazione di un dialogo stimolante tra una proposta fotografica in primis e una il cui medium espressivo indagato si manifesti attraverso forme alternative di ricerca artistica, tra cui scultura, installazione, pittura e video.

Sempre allo scopo di indagare le nuove frontiere del linguaggio fotografico MIA fair propone il premio New Post Photography.

Sono stati selezionati dalla giuria 34 autori, di cui 15 erano per l’edizione non svolta del 2020 e 19 per il 2021.

I progetti saranno presentati in due mostre distinte, poi sarà selezionato uno degli artisti per una residenza nell’isola greca di Itaca, che dovrà dar luogo ad un progetto sotto la guida di Krzysztof Candrowicz e di Martin Breindl e che sarà presentato in una sede prestigiosa,  grazie  anche alla collaborazione della curatrice greca Nina Kassianou.

Altri due premi hanno arricchito la manifestazione e sono la seconda edizione del Premio G AA Fotografia ed Architettura, organizzato in collaborazione con lo Studio G AA Giaquinto architetti associati e con ArtPhoto di Tiziana Bonomo, dedicato alla fotografia di architettura, ed il Premio Esplorare Gavi.

Di grande pregio la mostra Artificial Japan. Fotografie della scuola di Yokohama. 1860-1910, realizzata in collaborazione con con il Museo delle culture di Lugano.

Ricco anche il programma degli incontri culturali e le presentazioni dei libri svoltesi oltre che nell’area Talk anche negli stand.

Una fiera quindi di sicuro interesse, che vede Fabio Castelli, ora affiancato dalla figlia Lorenza, sempre attivo. È evidente la sua passione ed il suo entusiasmo, sempre presente e disponibile.

La manifestazione, però deve trovare una sua identità forte, deve diventare non un evento interessante, ma un evento imperdibile per tutti gli operatori europei.

Per far questo è necessario coinvolgere le migliori energie del mondo della fotografia continentale ed in particolare i giovani, dando anche un sostegno economico per i nuovi autori.

La fiera in passato è stato anche il trampolino di lancio per alcuni fotografi:, cito il caso del fotografo campano Luigi Spina che proprio qui nel 2013 ha conosciuto il vulcanico editore di Five Continents, Eric Ghysels, e da questo incontro sono nati progetti di altissimo profilo culturale che hanno consacrato Spina come uno dei maggiori autori italiani ed europei.

Spina ha presentato in fiera il libro Sing Sing, sui depositi del MANN,  che sarà il catalogo della mostra che inaugurerà il 21 gennaio al museo Archeologico di Napoli. Interessanti anche le opere di Luciano Romano che era con la galleria di Paola Sossio.

Il settore dell’editoria è stato penalizzato da spazi molto angusti, mentre dovrebbe  essere posto al centro dell’attenzione in un momento in cui il libro fotografico si sta sempre più affermando come opera autonoma.

Molto attiva la MLB gallery di Maria Livia Brunelli. Interessanti le opere presentate da ADMIRA Photography di Enrica Viganò. Ricco lo stand di Denis Curti con opere di Scianna ed altri autori storici. Molto utili i suggerimenti di Charusheela Pulito che era con la Baudelaire gallery.

L’opera che avrei comprato è un nudo di Horst P. Horst, stampato al platino di 80×80 edizione 1/5 della galleria d’arte Frediano Fersetti, ma gli ottantamila euro di costo mi hanno scoraggiato.

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Luca Sorbo è un fotografo esperto in storia e tecnica della fotografia. Insegna dal 1994 e nel 2006 ha avuto la seconda cattedra in Italia in Archiviazione e conservazione della fotografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove ha insegnato anche Storia della fotografia. Ha tenuto seminari anche alla Federico II e alla Luigi Vanvitelli. Indaga le relazioni tra tecnica e linguaggio e le potenzialità creative della fotografia. Ha avuto esperienze come fotogiornalista, fotografo di scena e di moda. E' vice-presidente dal 2014 del Gruppo Namias, la principale associazione italiana sulle stampe alternative. Ha pubblicato numerosi libri e saggi come autore e curatore. In particolare "Segni di guerra, sguardi di pace" edito dall'Università L'Orientale e "Napoli e la fotografia" e "Saggi e riflessioni sulla fotografia e Napoli" editi entrambe dalla ESI, "Italia inedita di un secolo fa" edito da Intramoenia. Nel 2013 organizza e cura un convegno sugli archivi fotografici a Villa Pignatelli. Ha curato numerose mostre tra cui una su Rodolfo Namias alla Biblioteca Marciana di Venezia nel 2018. Sempre nel 2018 è membro del comitato scientifico per la mostra di Bernoud al Museo Nazionale di San Martino e pubblica un testo nel catalogo. Ha avuto oltre mille allievi con cui ha avviato dei progetti di ricerca e che aiuta e segue sia nel loro percorso professionale che autoriale.Nel 2019 alla galleria NEA di Napoli ha organizzato un ciclo di incontri con fotografi di fama nazionale. È consulente per numerose gallerie per la promozione di giovani autori.

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