Il segno di Daniele Carnovale, scenografia di un’ironia. Contributo di Pier Luigi Manieri

Donne in rosso si dondolano appese a filtri del thè. Questo lavoro, polimaterico, che si compone di grafica, materiali per l’edilizia, matita, tintura rossa, foto in collage, scritte e caffé per l’effetto invecchiato, è sintesi emblematica della dialettica di Daniele Carnovale. Una ricerca (in mostra al Centro Elsa Morante di Roma sino al 6 marzo – www.centriculturali.roma.it/elsa-morante), la sua, tesa ad esplorare il rapporto tra il cibo e il soggetto donna in una chiave ironica e provocatoria. Il consumo come atto di piacere. Metalinguisticamente, l’artista riscrive l’idea dell’arte come manifesto – che fu della Pop Art – e da tale assunto, affidandosi alla manualità che gli è propria, retaggio della lunga esperienza di scenografo, procede in direzione di una vera e propria costruzione di robuste opere d’arte. Robuste tanto nei volumi quanto nella ricerca stilistica e nel messaggio che, estraneo ad una certa vocazione alla didattica, si esprime con efficacia, anche sorretto dal ricorso a frasi come claim pubblicitari.

Carnovale, nei suoi formati su tavole di legno che contribuiscono ad enfatizzarne la simulata dimensione pubblicitaria, si concede una serie d’istantanee che come moderni graffiti ci restituiscono una sublime rilettura dell’oggi. Che grazie all’uso sapiente del caffè assume una valenza anacronistica, quasi d’anticipazione.

Il Centro espositivo Elsa Morante è a Roma in Piazza Elsa Morante
(tel.: 06 5051 2953); orario continuato 09:00-19:00

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