La videoarte non è una Cenerentola: lettera aperta alle istituzioni. Contributo di Enrico Tomaselli

Cinderella, immagine di repertorio
Cinderella, immagine di repertorio
Cinderella, immagine di repertorio

Gli artisti ed operatori culturali che lavorano con la videoarte chiedono alle istituzioni pubbliche più attenzione per questo linguaggio e forma d’arte contemporanea, che pure conta tanti artisti di grande spessore e su una diversa, migliore considerazione all’estero. In Italia le cose sono come sempre diverse.

Così, i tanti operatori di settore scrivono una lettera aperta – qui pubblicata di seguito – indirizzata all’Arch. Galloni, Dirigente Generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee e le Periferie Urbane presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Enrico Tommasello:

“La videoarte è la forma artistica che meglio interpreta i linguaggi della contemporaneità, e che più si intreccia con quelli dell’esperienza quotidiana – soprattutto delle nuove generazioni – ed è incredibile che per i musei e le gallerie pubbliche d’arte contemporanea essa sia ancora così poco considerata, quasi fosse una Cenerentola.
Per questo, a decine, sottoscrivono una lettera aperta alla Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee del MiBACT, chiedendo di avviare un processo di valorizzazione, articolato principalmente su tre asset: incoraggiare la ricerca critica, creare una videoteca nazionale, aprire musei e gallerie alla produzione videoartistica nazionale.
Artisti ed operatori culturali, chiedono a chiunque operi nel campo dell’arte contemporanea, e che condivide lo spirito ed il merito della lettera, di sottoscriverla a sua volta, in solidarietà e sostegno all’iniziativa.

La lettera può essere firmata online qui http://www.magmart.it/mibact.php o inviando una email a tomaselli.director@magmart.it, indicando nome, cognome e ruolo (ad es. artista, oppure curatore; critico; gallerista; collezionista etc).
Le adesioni saranno raccolte sino al 14 febbraio 2016, quindi la lettera aperta sarà inviata al MiBACT.

Per sostenere l’iniziativa anche sui social network, è stato creato un evento su Facebook. L’hashtag di riferimento è invece #nonèCenerentola.”

IL TESTO DELLA LETTERA

Gentile Arch. Galloni,
iniziando questo anno 2016, vorremmo sollecitare la sua attenzione, in qualità di Dirigente Generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee e le Periferie Urbane presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, su quella che a nostro avviso costituisce una significativa lacuna del sistema museale e galleristico pubblico italiano; lacuna alla quale, peraltro, sarebbe assai semplice – oltre che opportuno – porre rimedio.
Nel vasto panorama delle arti contemporanee, infatti, è facile riscontrare come all’interno del suddetto sistema pubblico, la videoarte giochi la parte della Cenerentola.
Eppure, essa è forse la forma artistica che meglio interpreta i linguaggi della contemporaneità, che più si intreccia con quelli dell’esperienza quotidiana – soprattutto delle nuove generazioni – e che persino nella sua stessa esistenza è, probabilmente, la più contemporanea d’ogni altra.
Così come essa è oggi assai ben rappresentata in Italia, dove una folta e qualificata schiera di video artisti produce opere che, spesso, ottengono lusinghieri riconoscimenti all’estero.
Vi sarebbero, dunque, tutti i presupposti perchè il sistema museale e galleristico pubblico ponesse maggiore attenzione a questa forma d’arte, offrendole tra l’altro quel sostegno che, com’è a lei ben noto, costituisce una delle funzioni, non certo secondarie, delle politiche culturali nazionali.
Ciò tanto più in quanto, per la sua natura intrinseca, si tratta di un linguaggio artistico che si può veicolare con una flessibilità ed una economia di scala, imparagonabile a quello di altre forme d’espressione artistica; sarebbe, cioè, una potente risorsa in tempi di riduzione dei bilanci.
In particolare, vorremmo indicare tre questioni sulle quali sarebbe opportuno intervenire.

Ci sarebbe a nostro avviso l’esigenza di indagare criticamente la vastissima produzione videoartistica italiana, dagli antesignani della seconda metà del ‘900 sino a quella di più giovani (ma non meno significativi) artisti, che hanno operato ed operano a partire dalla fine del secolo scorso e sino ad oggi. In tal senso, potrebbe essere di grande aiuto incoraggiare e favorire la ricerca, magari anche attraverso appositi bandi, anche in coordinamento con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Parallelamente, ma non solo, si avverte l’esigenza di avviare un processo di archiviazione di questa produzione, anche al fine di evitarne la inevitabile dispersione nel tempo, costituendo quantomeno una videoteca nazionale d’arte, presso una delle strutture museali dedicate all’arte contemporanea, alla quale far afferire almeno le opere degli artisti più significativi degli ultimi decenni, e su base volontaria quelle della più ampia platea dei videoartisti italiani.

Infine, ma non per questo meno significativamente, segnaliamo l’esigenza di una maggiore apertura verso la videoarte, da parte del sistema museale e galleristico pubblico, con particolare attenzione appunto alla significativa produzione nazionale, che certamente avrebbe positivi effetti sia sul mondo della videoarte italiana, sia sul sistema museale stesso.

Auspichiamo che quanto abbiamo rappresentato, incontrando certamente la sua sensibilità, possa poi tradursi in visibili impegni e buone pratiche, nell’ambito di una visione complessiva sulle arti contemporanee che certamente compete alla Direzione Generale da lei guidata. Confidiamo in ogni caso che quanto meno non resti lettera morta, e che si trovi almeno il modo di avviare concretamente un processo di attenzione e valorizzazione della videoarte italiana.
Un processo che, siamo certi, troverebbe fattivamente concordi non soltanto quanti – come noi – con questo linguaggio artistico interagiscono, ma l’intera comunità dell’arte contemporanea nazionale. E che potrebbe contare sul sostegno attivo e sulla collaborazione di tanti.
A partire, qualora lo ritenesse interessante ed opportuno, da un incontro pubblico con lei sul tema, che coinvolga tutto il milieu della videoarte – artisti, curatori, critici…
Con grande cordialità e fiducia

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