Alessandro Valeri. L’arte ha anche una sua forza politica. Con testo di Barbara Martusciello

Alessandro Valeri, Una sola possibilità. MACRO, Roma, 2017 – ph. Guido Laudani

Alessandro Valeri vive e lavora tra Roma, Narni e molteplici residenze in nomadismo creativo. Attraverso un originale percorso tra materiali e tecniche diverse – installazione, fotografia, video, pittura, disegno, scrittura etc. – fa emergere un’attenzione critica nei confronti della realtà che di volta in volta egli indaga, individuandone problematicità, “degenerazioni, mistificazioni, interdizioni e preconcetti concreti che si incontrano, si impongono e che non avrebbero motivo di esistere. Tale analisi, nella sua arte, si manifesta sempre attraverso un gesto di mediazione dolce e di apertura all’altro da sé. Infatti, i suoi lavori nascono da un desiderio di partecipazione e condivisione creativa, sociale e politica che indichi la possibilità di un cambiamento: sia nella coscienza, individuale e poi collettiva, sia più concreto e materiale.”. Così scrive Barbara Martusciello nella mostra curata al MACRO a Roma, sottolineando come nasca da questa sua attenzione e visione l’articolata sua produzione.

“L’operazione resistenziale Sepphoris è un viaggio iniziato dall’artista nel 2011 a Tzippori (in greco antico Sepphoris) in Galilea, vicino a Nazareth. E’ lì che, all’interno di un moshav ebraico in una zona del paese prevalentemente abitata da arabi musulmani, un piccolissimo gruppo di suore dell’Ordine delle Figlie di Sant’Anna gestisce, con operatori cristiani, ebrei e musulmani, un orfanotrofio che accoglie bambini senza fare alcuna distinzione di etnia o religione e assolutamente senza propensione all’evangelizzazione. In questa struttura Valeri ha portato il suo contributo concreto di artista donando (con tanto di registrazione notarile) un’ampia serie di opere nate in quel contesto e il cui ricavato è servito e sta servendo ad acquistare beni di prima necessità per l’orfanotrofio. Il video SEPPHORIS (2015, 14′ 30’’), con la sua storia meravigliosa di bambini affrancati grazie alla pratica del disegno e della creatività, e fatta di accoglimento e rispetto dell’altro da sé, ne è una diretta filiazione.

La singolare opera calpestabile e installativa S.T.,  2017 (dimensioni variabili, spezzoni di matite) – una cui declinazione è stata esposta con successo al MACRO Testaccio di Roma nel giugno 2016 (nella personale Lasciami entrare) – concede la possibilità di un instabile percorso a rischio e pericolo del fruitore che accetti la chiamata di Valeri al suo gioco serio dell’arte. Le matite richiamano il mondo infantile, quello dell’apprendimento scolastico e il libero disegnare dei bambini e, spezzate, sono metafore efficaci da una parte della ribellione, dall’altra delle possibilità negate, anche di un equilibrio. Questi mucchi di mozziconi di matite rimandano all’età dell’innocenza violentemente proiettata in una realtà ben poco innocente… Ma a Valeri non basta: intende creare una connessione più profonda con le persone, disposte a farsi più partecipi, incedendo sul pavimento reso impervio, perché le matite rotolano e si spezzano ulteriormente sotto i passi di chi vi cammina sopra: riconoscendo e superando la difficoltà del percorso ad inciampo, allegorico dell’Arte e della Vita.

Universal Keyboard (2016,  neon, 100x100cm) diventa in questa narrazione un segnale fatto di parole emblematiche life milk dead – che accompagnano dentro il concetto globale di questa mostra: la possibilità del rinnovamento e del ciclo della vita sempre a rischio; infine, la scultura Dove finisce il dissenso (2017, dimensioni variabili, cartone, nastro adesivo, ca 80000 spezzoni di matite) rivela – a partire dalla didascalia, che è parte integrante dell’opera – le trappole dell’inibizione e omologazione in cui la società contemporanea dominata dalla protervia del potere e dell’economia fa cadere gli ex bambini liberi, ancora senza sovrastrutture, poi divenuti grandi e ora fatalmente prede dell’omologazione imperante. Quella prima purezza sembra persa per sempre, impedita,  imballata come, appunto, l’opera installata. Ma essa ci fa trapelare anche una speranza e ci dice che qualcuno riesce a non archiviare la propria autenticità e libertà, afferrando, per restare se stessi, autonomi ed empatici, una sola possibilità (titolo della mostra): ognuno ha la sua, e l’arte può aiutare a porre il problema, a stimolare qualche inedita domanda e a fornire una diversa visuale, meno scontata, sulla vita e sulle cose.”

Afferma lo stesso artista:

“Penso che sia possibile che l’arte abbia un peso anche politico e possa modificare qualcosa, concretamente. Non si può fare arte, oggi, almeno per me, senza avere un impatto con la realtà che ci circonda! Si prende la rabbia, quella che possiamo provare di fronte a quello che non ci piace, non ci convince, ci fa male, la si mette da parte e la si trasforma in qualche altra cosa.”.

Prosegue la curatrice:

“E’ con questo spirito che Valeri palesa lavori mossi da un desiderio di complicità con il pubblico e di condivisione creativa e sociale che porti un cambiamento…: nella coscienza individuale e poi collettiva e anche più concreto e materiale.

Quello che contraddistingue questo procedere è anche un’energia di stampo politico e sociale, che nella sua arte si manifesta attraverso l’amore. Le sue opere, cioè, abitano la realtà e cercano di mutarne alcuni funzionamenti con una sorta di attivismo poetico e con un atto di amore, con una mediazione dolce…: usando, cioè, il linguaggio dell’arte. Perché questa, l’arte – come affermava Elsa Morante (in Pro o contro la bomba atomica, 1987) – è anche atta a impedire la disintegrazione della coscienza umana”.

Info mostra
Alessandro Valeri. Una sola possibilità

  • Installazione d’artista
  • A cura di Barbara Martusciello
  • Nell’ambito della mostra Arte e politica 
  • A cura di Costantino D’Orazio
  • MACRO, Via Nizza, Roma
  • Dal 5 maggio al 9 giugno 2017
  • Orari: da martedì a domenica ore 10.30-19.30; chiuso lunedì
  • Biglietto d’ingresso: gratuito
  • Informazioni Tel. +39 060608 (tutti i giorni ore 9.00-19.00)
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Luca Barberini Boffi, ex imprenditore nel mondo della carta stampata.
Esperto di comunicazione e di arti visive, vive tra Milano, Roma e Strasburgo, dove risiede. Organizza convegni internazionali su Beni Culturali e collezionismo, scrive su testate di settore. Viaggia molto all’estero per lavoro e per passione. Collabora saltuariamente come consulente artistico nel Maine, U.S.A.

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