Içi, Ailleurs alla Friche la Belle de Mai: Marsiglia Capitale incontra il qua e altrove del Mediterraneo

Inaugurata il 12 gennaio e terminata il 31 marzo 2013, l’esposizione Içi, Ailleurs si inserisce prepotentemente tra le proposte culturali dell’anno di Marsiglia Capitale Europea della Cultura, evento che ha contribuito al riassetto estetico di molti dei punti vitali del turismo marsigliese, attirando l’attenzione nazionale su un tema internazionale: la ridefinizione territoriale e l’intreccio culturale. Una mostra che riflette l’evoluzione di un mélange culturale che da sempre è alla base della prolifica interazione tra i popoli dei paesi mediterranei; e che, allo stesso tempo, dimostra di essere una brillante sintesi dei punti del programma culturale dell’evento europeo.

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Curata da Juliette Laffon, noto curatore del Musée d’art moderne de la Ville de Paris, del Musée du Petit Palais e del Musée Bourdelle a Parigi e dal 2010 consigliere artistico per le arti plastiche del direttore generale di Marseille Provence 2013, la mostra si è presentata come una gigantesca rassegna sulla dinamicità della contaminazione tra i paesi del bacino del Mediterraneo. Grande protagonista: il mare, simbolo di libertà e fluidità. Gli artisti in mostra restituiscono – in silenzio, sottovoce o urlando – una sintomatica testimonianza di un bouger costante, un movimento perpetuo, un déplacement che dà vita a multipli scambi e fertili, reciproche influenze.

Volendo fare qualche critica bisogna ammettere che, se un panorama complesso e frontale è garantito, meno lo è la possibilità di uno sguardo di sbieco, trasversale e irriverente: accanto a poche opere sbalorditive e fresche troviamo i soliti giganti francesi ad appiattire la vivacità della proposta artistica. Anche se, tutto sommato, il fatto che 29 su 39 siano nuove produzioni ha permesso la produzione di opere che rincontreremo, da qualche altra parte, altrove. Brillante la struttura, fil rouge che guida lo spettatore in un percorso, un viaggio, attraverso l’universo in subbuglio dell’arte contemporanea e delle sue contaminazioni, a spasso tra tradizione e attualità. La divisione è stata effettuata in quattro parti o volets, rispettanti la struttura dell’edificio della Friche la Belle de Mai – tre livelli più la da poco inaugurata Tour Panorama, per un totale di 2400 m2 -.

Se Le voyage, l’exile, le déplacement riflette la condizione di nomadismo dell’artista contemporaneo, l’esperienza dello sradicamento e dell’esilio, L’histoire au présent, le monde en question solleva questioni sociali attuali e interroga la nozione di identità e cittadinanza e il rapporto con l’altro; La mémoire, la transmission punta l’attenzione sulla questione della tradizione e delle memoria e sui suoi meccanismi di trasmissione, tra finzione e realtà, archivio e ibridazione; infine, nel Belvédère e nella Tour Panorama, Le voyage, l’histoire au présent, la mémoire riassume in modo creativo ma essenziale il percorso espositivo appena terminato.

La selezione dei 39 artisti racconta di una rete di spazi e tempi diversi in stretta comunicazione tra loro. Il loro produrre risultati estremamente differenti ma affini rievoca l’immiscibilità di acqua e olio: gli elementi interagiscono se scossi, per poi rimanere separati e distanti. È un processo a volte violento, quello dell’allontanamento ed avvicinamento tra le nazioni e le identità; è instabile, imprevedibile… eppure, inarrestabile.

La migrazione, il viaggio, la memoria singola e quella collettiva: nella mostra, così come nell’evoluzione della storia e della cultura personale e mondiale, tutto giova all’elaborazione di dinamiche di ibridazione fra identità sempre più in movimento. Come cellule impazzite, tra il qui e il l’altrove.

Artisti selezionati:

  • Le voyage, l’exil, le déplacement
    • Etel Adnan, Mounir Fatmi, Joana Hadjithomas et Khalil Joreige, Mona Hatoum, Bouchra Khalili, Ange Leccia, Annette Messager, Jean-Luc Moulène, Youssef Nabil;
  • L’histoire au présent, le monde en question
    • Ziad Antar, Fikret Atay, Kader Attia, Inci Eviner, Gloria Friedmann, Djamel Kokene, Orlan, Yazid Oulab, Javier Pérez, Wael Shawky;
  • La mémoire, la transmission
    • Fayçal Baghriche, Yto Barrada, Taysir Batniji, Mohamed Bourouissa, Danica Dakić, Ymane Fakhir, Lara Favaretto, Jannis Kounellis, Adrian Paci, Sarkis, Hrair Sarkissian, Zineb Sedira, Stefanos Tsivopoulos, Akram Zaatari;
  • Le Belvédère et le Panorama: le voyage, l’histoire au présent, la mémoire
    • Lara Baladi, Gilles Barbier, Mouna Karray, Sigalit Landau (sur le belvédère), Djamel Tatah.

Per informazioni su Marsiglia-Provenza Capitale della Cultura 2013 http://www.mp2013.fr/

 

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Michela Alessandrini (Roma, 1987) si è laureata in Storia dell’Arte Contemporanea nel 2009 presso l’Università Sapienza di Roma con un lavoro critico monografico sull’artista italiana Micol Assael e, dopo un periodo di studi presso la Sorbonne di Parigi, ha conseguito una laurea magistrale in Curatore d’Arte Contemporanea nel 2011 con una tesi sulle implicazioni socio-antropologiche del museo francese MAC/VAL (Musée d’Art Contemporain du Val-de-Marne, Vitry-sur-Seine). Dal 2008 ha intrapreso diverse proficue collaborazioni con artisti, istituzioni di arte contemporanea e organizzazioni no profit nel suo paese e in Europa, per esempio in Ungheria (Studio of Young Artists Association, Budapest) e in Repubblica Ceca (FUTURA, fondazione no profit per l’arte contemporanea, Praga). Negli ultimi anni ha acquisito esperienza nel settore dell’editoria, collaborando anche a riviste d’arte online, e, nel 2012, è stata selezionata come curatore in residenza per il Labor Guest Space 2012 a Budapest. In questa occasione, ha curato PlartFORM, in collaborazione con l’artista ungherese Zsuzsi Flohr, un’esposizione basata sul concetto di consapevolezza personale e nazionale e concepita per essere una ricerca su persone e nazioni e sulle contaminazioni culturali tra identità singole e collettive. Attualmente è una dei sei giovani curatori della scuola internazionale per pratiche curatoriali di Grenoble, l’école du Magasin.

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