Marsiglia, la città dei contrasti e delle meraviglie.

Marsiglia

Un’italiana a Marsiglia da dieci anni…che ci faccio qui? Non ho girato il mondo come Bruce Chatwin, ma mi piacerebbe raccontarvi questa città nella nuova finestra Antenna Marsiglia da cui ogni 3 settimane potrete ammirare curiosità, foto, spezzoni di vita provenzale.

Marseille, la seconda città della Francia o, come scriveva Schopenauer, la più bella città della Francia. È talmente diversa da tutte le altre…

Soprannominata la cité phocéenne (la città focese), perché fondata nel 600 a.C. da marinai greci originari di Focea, l’attuale Foça (vicino Smirne, in Turchia), i suoi abitanti vengono ancora detti “focesi”. Le tracce dell’antico porto greco si possono ammirare nel Jardin des Vestiges, in centro.

Etimologicamente Masalìa, dal greco Mas – Alieus, potrebbe significare “casa di pescatori” o “casa dei venti”, oppure Massalìa da mas (“casa”) e salya, patria dei Salii, popolazione ligure nativa del luogo, o ancora dall’arabo Marsīliyā (مرسيليا) “porto di Allah” (lo stesso toponimo si ritrova per Marsala, in Sicilia).

Gli iniziali rapporti fra i greci e gli indigeni Liguri sono raccontati nella leggenda dell’incontro e dell’unione fra il marinaio Protis (focese) e la bella Gyptis (figlia del re ligure), alla quale sono intitolati teatri e varie associazioni.

Marsiglia sorprendente città di porto, capitale della cultura 2013 o, ribattezzata da alcuni, capitale della paura…

Città di colori, di contrasti, di profumi, di stradine popolari, di quartieri alti e bassi, città-villaggio di tutti che conoscono tutti e di stranieri che si sentono a casa, città di mare, di sole, di mistral ghiacciato, città di navettes all’anice e di bouillabaisse, metropoli poliglotta e provenzale nell’anima, cantiere criminale e sede universitaria fra le prime in Europa…

Marsiglia è bella! Il mare si respira nel naso e i gabbiani la fanno da padroni fiondandosi sulle bancarelle del mercato del pesce al Vieux Port (Vecchio Porto), attorno al quale la città si sviluppò durante i secoli; si passeggia per la Canebière, il viale centrale della città, e ci si ritrova al Palais de la Bourse, davanti al quale nell’ottobre del 1934 venne ucciso il re Alessandro I d’Iugoslavia: una delle sue preoccupazioni era la Germania nazista, per questo motivo fu qui invitato per una visita di stato, conclusasi però tragicamente, e accolto dall’allora Ministro degli esteri francese Louis Barthou, che morí, anche lui, per mano di un rivoluzionario che mirava all’indipendenza della Macedonia dalla Jugoslavia.
Il filmato dell’attentato di Marsiglia rappresenta il primo omicidio filmato della storia, e rimane una delle più importanti pellicole del secolo scorso.

Continuando dal Vecchio Porto verso l’Hôtel de Ville si arriva al Panier, il quartiere più antico della città, fondato da napoletani agli inizi del ‘900, mentre il simbolo incontestato e sacro della città è Notre Dame de la Garde, la basilica situata sul monte più alto della città.

La vista sul mare è imperdibile, con le isolette sgranate sulla baia, il Frioul, il Castello d’If, dove si può ancora visitare l’ex carcere in cui viene imprigionato il Conte di Montecristo nell’omonimo romanzo di Dumas.

Marsiglia è la città francese con la più grande proporzione di musulmani (200 000 fedeli, un abitante su quattro) e i 63 relativi luoghi di culto già operativi. Una grande opportunità sociale di arricchimento e addestramento alla vera tolleranza, alla comunione, alla comunità nel rispetto reciproco di tradizioni e culture.

Mi capita di andare ad assistere a qualche spettacolo del Ballet National o dell’Opéra, dopo aver bevuto un pastis fresco, come pure mi capita di prendere un bus che in mezz’ora mi porta nella bella e borghese Aix-en Provence.

Vivo a Marsiglia da dieci anni e mi sento a casa pur perdendomi ancora, talvolta, nei quartieri poco conosciuti o nei meandri delle Calanques. Mi sento a casa anche perchè la cultura italiana è ben radicata qui, l’Italia è vicina e i francesi ci adorano (con tutti i conseguenti miti, non sempre corrispondenti a verità). Tanti, tanti i marsigliesi di seconda generazione italiana, moltissimi di origine siciliana, napoletana, piemontese. Anni fa andai ad assistere ad una Pastorale in dialetto provenzale e mi sembrava di star ascoltando i miei nonni che parlavano siciliano… l’emozione fu profondissima.

Non conosco tutti gli angoli di questa città, e so che ci sono tante no man’s land; in qualcuna, ma solo alla frontiera, son finita per errore e purtroppo o per fortuna non ho avuto abbastanza curiosità per spingermi oltre, forse impaurita dal sapere che comunque la bella Marseille è anche nido di droga, armi, traffici, povertà, violenza. A volte allungo una brioscina al bambino rom al semaforo sulla bretella dell’autostrada, e allo scatto del verde, come tutti, accelero e continuo indifferente, ipocrita e beata, la mia vita.

Campionario umano, lavorativo e sociale a 360°, teatro completo di vita e di decadenza, questo posto fa sì che non ti stanchi mai di passeggiare per i boulevards lungo i parchi o sulla Corniche, lato mare, che ti porta in un paio d’ore a piedi fino alla Pointe Rouge e poi giù verso les Goudes e alla «fine di Marsiglia», come dicono qui, il villaggetto di pescatori, Callelongue (è proprio così, la città «finisce» proprio, la strada termina letteralmente ai piedi di una montagna!).

C’è tanta disoccupazione ma anche tanto lavoro e chi cerca trova, e come in un grande villaggio, spesso si trova lavoro tramite un passa-parola affettuoso, impiccione, indispensabile, fra conoscenti, amici e vicini.

Tante le pizzerie italiane, tanti i mercatini popolari, meravigliosi, dove le arance sanguinelle si ammonticchiano accanto alle spezie arabe, tanti i bei musei mai abbastanza pieni di gente.

C’è tutto qui! Il mare a due passi, le colline per fare trekking o mountain bike a tre passi! La bellissima zona delle Camargues, a un’ora di macchina. Marsiglia, un grande frutto, una grande mela da un lato lucente e dall’altro bacata in mezzo al verde… Una grande, bella Signora, con il trucco un pò sfatto ma con un filo di perle vere al collo e un profumo che cambia e si rinnova sempre, insieme alla popolazione, insieme al Mistral, insieme ai venti e alle speranze della politica, della gente, dell’economia.

Ecco, ogni volta vi racconterò un pezzetto diverso e caratteristico di questa ville du Sud francese, per intanto vi do appuntamento à la prochaine! 

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Simona Canzonieri siciliana, in Francia da dieci anni, 3 figli adolescenti, dopo una laurea in chimica ed un lavoro come ricercatrice in una multinazionale italiana, lavora oggi come insegnante di italiano nelle aziende della zona di Marsiglia; traduttrice free-lance, parla 4 lingue fra cui francese, inglese ed olandese; ha collaborato con la pagina letteraria del Corriere Nazionale. Amante di letteratura, yoga, trekking in montagna, Simona si interessa anche di filosofie e spiritualità orientali.

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