Il Vangelo apocrifo secondo Pippo Delbono

Il Vangelo apocrifo secondo Pippo Delbono

Il caleidoscopio musicale e immaginifico dell’ultimo lavoro di Pippo Delbono, Vangelo, si focalizza su due concetti chiave dello spettacolo teatrale: il diritto di far sognare e la necessità di costituirsi come luogo della verità.
La cronaca delle ultime ore, giorni, mesi, anni ci schiaccia come un muro inesorabile e annienta la fragilità e la bellezza dell’amore in tutte le sue dimensioni e sfumature: libere, colorate, gioiose, sessuali, musicali. La realtà ci appare come quella parete grigia di fondo che più volte si muove in avanti e si ritrae, simbolo di una dimensione escludente, che attraversa la scena e su cui il regista, alter ego del diavolo, inchioda alcuni degli attori, come dei poveri cristi.
Assecondare la richiesta della madre, fervente cattolica, che in fin di vita gli chiede di far qualcosa sul Vangelo, in modo da dare un messaggio d’amore, – “ne abbiamo tanto bisogno di questi tempi” – impone a Pippo Delbono una scelta: quale Vangelo o quali Vangeli? Delbono dichiara la sua estraneità da buddhista alla temporalità della chiesa cattolica che nella storia ha dato espressione nel mondo ad alcune delle pagine più oscure della storia dell’umanità: crociate, morti, stragi, martiri, sete di dominio e di potere.
Recupera allora grazie alle parole di Sant’Agostino e Pasolini, accompagnate e alternate dalla musica di Enzo Avitabile, la radicalità della religione cattolica, quella eversiva rispetto al potere, basata sull’amore sconfinato dell’altro, sulle beatitudini evangeliche, su alcuni dei passi tratti dai 4 Vangeli che restituiscono libertà, pace, gioia, fraternità agli oppressi, agli emarginati, ai rifugiati, alle donne, agli innocenti, ristabilendo un equilibrio se pur fragile alla coscienza dello spettatore.
E la compagnia di Delbono – Bobò piccolo uomo sordomuto, analfabeta, incontrato nel manicomio di Aversa dove era stato rinchiuso per 45 anni; Nelson Lariccia ex clochard dall’aspetto signorile; Gianluca Ballarè ragazzo down; Pepe Robledo attore argentino proveniente dal Libre Teatro Libre; Safi Zakria rifugiato afgano, la compagnia del Teatro Nazionale Croato di Zagabria – grazie a Il Vangelo acquista un senso più profondo, quasi ad evocare ed attualizzare più che mai il celebre prologo di Giovanni: In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (…) E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Un teatro di carne, dunque questo di Pippo Delbono, con la gestualità e la musicalità, ascrivibili all’incontro con Pina Bausch di cui fu allievo, e un teatro di parola, in omaggio a Pasolini, se pur – questa sua – slabbrata, sincopata e schizofrenica. Ma è anche Opera contemporanea perché s’innestano sulla scena gli inserti video, che riflettono le immagini del mare di notte che inghiotte vite umane, quelle della sua malattia che da qualche tempo gli fa vedere tutto doppio e quelle di un gruppo di giovani africani immobili in una piantagione di mais.
Il Vangelo apocrifo secondo Pippo Delbono, in conclusione, non è per nulla consolatorio ma è sicuramente liberatorio e riesce a trovare lo spazio tra libertà e verità per il sogno, come nella danza collettiva degli attori vestiti da hippies sulle musiche di Jesus Christ Superstar, perché lui ne è certo “Se questo Cristo ce l’avessero raccontato così…”

  • Vangelo, uno spettacolo di Pippo Delbono
  • Teatro Argentina, Roma
  • fino al 31 gennaio 2016
  • www.teatrodiroma.net
+ ARTICOLI

Giuliana Bottino dal 2000 opera a Roma nel settore dei beni culturali e dell’economia della cultura. Fundraiser, europrogettista e manager culturale, nel 2013 ha sviluppato il piano di fattibilità di Roma Design Lab, Young Talents + Creative Cities, di cui nel 2014 ha coordinato la fase di concertazione con i decisori istituzionali, ha costruito la partnership nazionale e internazionale e coordinato le attività di comunicazione. E’ docente di tecniche di fundraising, europrogettazione e management culturale.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.