Pizzi Cannella Interno in via degli Ausoni. Viaggio tra memoria e immaginazione

Interno via degli Ausoni, Fondazione Pastificio Cerere, Installation view. Crediti: Andrea Musicò

L’Ex Pastificio Cerere torna a raccontare il percorso artistico degli artisti del Gruppo di San Lorenzo  (Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli) attraverso un ciclo di sei mostre, un progetto per i dieci anni di attività della Fondazione e per la celebrazione dei centodieci anni dalla costruzione dell’edificio. Per l’occasione, ad ogni artista è stata lasciata la possibilità e la libertà di inventare un proprio percorso all’interno dello spazio espositivo.

In particolare, la personale di Pizzi Cannella, Interno, via degli Ausoni, curata da Marcello Smarrelli, mostra la volontà dell’artista di indicare, attraverso le opere esposte, la sua idea dell’abitare.

Allievo di Toti Scialoja ed elemento di spicco nella neo-avanguardia della Galleria romana La Stanza, nel suo percorso artistico Pizzi Cannella si è espresso attraverso il recupero di mezzi espressivi propri della tradizione combinati ad elementi di assoluta modernità.

Partendo da elementi figurativi, si è indirizzato verso l’arte concettuale tramite la realizzazione di opere in cui la figura umana, ormai del tutto assente, è evocata grazie a oggetti d’uso comune decontestualizzati: mobili, abiti e accessori. Particolarmente ricorrente, in questa ricerca, è anche la realizzazione di mappe geografiche come quelle relative alla Guerra del Golfo, riunite nella personale I Diari di Guerra, ma anche i disegni, testimonianza dei suoi viaggi e soggiorni (specialmente quello in Turchia e a Ischia). Ma la maggior parte delle opere che Pizzi Cannella realizza nascono nel suo studio dell’Ex Pastificio Cerere, che oggi, attraverso questa mostra, si palesa come luogo di vita e relazioni. Le immagini diventano il ricordo degli anni vissuti all’interno di esso; così, si materializza uno spazio interiore, un percorso in cui gli interni sono anche esterni e rimandano a particolari storie, affetti e reminiscenze.  L’artista, che si è sempre definito “viaggiatore da camera”, ci conduce, opera dopo opera, in quello spazio, che è il più intimo, in cui ha abitato e lavorato per trentacinque anni, con l’intenzione di fare emergere l’identità di questo luogo, che è un po’ simbolo di atmosfera familiare connotata da una rarefatta alternanza di reale e irreale che genera sempre ulteriori sensazioni ed emozioni.

La mostra si apre con una delle quattro anfore in bronzo appartenenti all’installazione a La Fontana Ferma ricollocata nel cortile dell’edificio, dove già nel 2007 era stata esposta la sua versione in vetroresina.

All’interno della mostra l’artista ha deciso di riproporre e raccontare al visitatore la memoria personale e collettiva del luogo, proponendo uno schizzo di edificio in pianta arricchito dall’elegante grafia dei nomi delle  sue opere più emblematiche realizzate negli anni.

Nella seconda sala, a predominare è la video-installazione intitolata Atelier 2004. Sei piccoli film della regia di Angelo Cricchi e Silvia Morani e risultato della realizzazione da parte degli artisti del Gruppo di San Lorenzo di un’opera video a testa che li autorappresentasse.

Di forte impatto sono le carte realizzate con tecnica mista e raggruppate insieme per la prima volta che definiscono l’elemento emozionale e sentimentale della mostra e vanno a costituire un unicum. Sono opere semplici ma incisivi e potenti che sembrano contrapporre l’idea dell’arte del bello all’armonia che invece contraddistingue la vita quotidiana. In ogni lavoro il protagonista è l’elemento immaginativo che crea la forma e dà significato allo spazio che non è soltanto fisico ma sopratutto mentale. Ed ecco che in perfetta sintonia con il luogo, riappaiono i posti più prossimi al Pastificio come le vedute di San Lorenzo, Il Policlinico, i binari della Stazione, le rappresentazioni dell’edificio dismesso, o si ammira un disegno che ripropone attrezzi da lavoro. Al termine del percorso, in fondo nell’ultima sala, campeggia la grande tela in tecnica mista che raffigura l’interno dello studio dell’artista e che chiude l’esposizione con estrema raffinatezza ed eleganza: il “viaggiatore da camera” ci ha condotto alla fine di un originale viaggio tra biografia e immaginazione.

Info mostra

  • Pizzi Cannella – Interno, via degli Ausoni
  • Fondazione Pastificio Cerere, Via degli Ausoni, Roma
  • Orari: lunedi– venerdi 15.00-19.00, sabato 16.00-20.00
  • Ingresso libero
  • Contatti:  +39 06 45422960 – info@pastificiocerere.it
  • www.pastificiocerere.com

 

 

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Francesca Petito (Roma, 1987) è Storico e Critico d'arte laureata presso l'Università di Roma La Sapienza. Ha svolto lavori di archivio e catalogazione presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e ha lavorato come Staff Assistant per FONDAZIONE VOLUME!. I suoi studi sono improntati soprattutto sul rapporto tra arte e nuove tecnologie, in particolar modo sul campo dell'HCI (Human Computer Interaction), sul Web 2.0 e sul mondo della realtà virtuale (come testimonia la sua tesi di laurea in Scienze Storico-artistiche dal titolo: “Giuseppe Stampone. Dalla sequenzialità didascalica alla neodimensionalità”.)

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