Art and Mission. George Wong 1952 – 2017. Una collettiva di artisti curata da Lóránd Hegyi e Huang Du lo ricorda al Parkview Museum

George Wong: the collector and his vision (section name) Kang Hyung Koo Ambivalence – GW, 2015 olio su tela, cm 218 x 290 courtesy The Parkview Museum, Pechino

A un anno dalla scomparsa del collezionista George Wong, una mostra, Art and Mission. George Wong 1952 – 2017, omaggia la figura di un uomo di affari e di cultura, un mecenate dell’arte, un collezionista e fervido sostenitore del potere educativo dell’arte come bene di pubblico dominio. L’esposizione curata da Lóránd Hegyi, curatore e direttore artistico del museo, e da Huang Du, curatore indipendente, si è inaugurata il 25 novembre 2018 e rimarrà aperta al pubblico fino a marzo al Parkview Museum, museo ideato dallo stesso Wong.

La mostra si suddivide in due macro sezioni. La prima, più documentaristica, mostra le diverse iniziative portate avanti da George Wong, come le attività nel campo dell’architettura, dell’arte e della protezione ambientale, senza tralasciare le donazioni ai musei e alle università della Cina.

Tra le attività di protezione ambientale, di particolare rilievo è l’esposizione itinerante On Shark and Humanity, ideata e curata da Huang Du, che si focalizza sugli artisti impegnati nell’aumentare la consapevolezza e la ricerca sul rapporto tra oceano e umanità.

Nella seconda sezione il ricordo della vita del collezionista emerge da una selezione delle opere in collezione. Il filo conduttore abbraccia la visione ed i progetti artistico-espositivi portati avanti nell’ultima fase della sua vita insieme a Lóránd Hegyi: l’arte è il messaggio che unisce popoli di culture e continenti diversi e che veicola la relazione tra tradizione e contemporaneità. Nelle due sale che concludono questa sezione ci sono diverse opere donate dagli artisti, segno del rapporto di amicizia che intercorreva tra George Wong e gli artisti da lui stesso collezionati.

La mostra in sé è un omaggio ad un uomo visionario e appassionato, un collezionista che per quarant’anni ha acquisito opere d’arte di varia natura, interessandosi negli ultimi 10 – 15 anni anche ad opere di arte contemporanea, tra le quali attira l’attenzione la significativa presenza di artisti italiani, circa una quarantina in collezione.

La fine del percorso colpisce per la relazione che si avverte tra le opere e il racconto che da esse potrebbe scaturire. L’incertezza narrativa di quanto percepito comincia con lo svanire del volto a matita che compare all’inizio della sala, segno evidenziato dalla ricerca nel ricordo di un immagine che non si riesce a catturare (Gianni Dessì): rimangono due colori, il blu e il giallo di tre lavori, che potrebbero ricordare i due grandi fiumi della Cina. Le caratteristiche del volto sono svanite. C’è un volto senza volto, neutro e distante (Ugo Giletta) ed è come se la narrazione non potesse continuare senza la presenza fisica. Rimangono delle tracce impresse su fogli di carta, rimane la bellezza dei luoghi nella registrazione minuta di piante e oggetti (Andrea Fogli).

Rimane il racconto di un passato che necessita di essere archiviato e conservato, così come rimane l’architettura dei luoghi e il loro ricordo, a riprova del legame tra tradizione e contemporaneità (Marina Paris). In ultimo la ricerca di un equilibrio (Giuseppe Gallo) che è la massima aspirazione, una pace raggiunta come il passaggio dalla vita alla morte, la trasformazione della materia che vede il bilanciarsi inevitabile degli equilibri sovrumani agli istinti terreni. La mostra si conclude con tre porte fotografate nel loro socchiudersi, dalle quali si intravede un passaggio verso un altrove luminoso (Felice Levini).

In questo ipotetico racconto, pare che George Wong, dopo aver vissuto attraverso l’arte, si sia infine incarnato nelle opere stesse, divenendone parte, per scomparire attraverso esse.

Info mostra

  • Art and Mission. George Wong 1952 – 2017
  • Artisti: Chen Wenling, Giannì Dessì, Fan Xueyi, Andrea Fogli, László Fehér, Giuseppe Gallo, Ugo Giletta, He Wenjue, Kang Hyung Koo, Kuang Han, Liu Xiaodong, Felice Levini, Mao Lizi, Alois Mosbacher, Na Wei, Marina Paris, Muntean/Rusemblum, Wang Guangyi, Wang Luyan, Wang Yi, Wang Yuping, Yang Qian, Yang Tao, Zeng Fanzhi, Zhang Huan, Zheng Lu.
  • A cura di: Lóránd Hegyi e Huang Du
  • Fino al 15 marzo 2019
  • 侨福当代美术馆·北京 – Parkview Museum
  • L10, D Tower, Parkview Green, No.9 Dongdaqiao Road, Chaoyang District, Pechino, Cina
  • Orari: h 10:00 – 19:00, dal lunedì al venerdì; 10:00 -21:00, ogni sabato a domenica
  • www.parkviewgreenmuseum.com
  • art@parkviewgreen.com
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Laureata in Lingue e civiltà orientali presso la Sapienza Università di Roma, con una tesi in arte contemporanea tibetana, e con un Master in Arte conseguito presso la LUISS, dal 2018 lavora all'Università di Pechino come insegnante di lingua italiana. Oltre ad aver collaborato alla realizzazione di alcune esposizioni, si dedica costantemente all'esplorazione della realtà artistica contemporanea, principalmente italiana e cinese.

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