Andreco firma Displacement performance collettiva sui cambiamenti climatici

Andreco performance - Foto di Lapini_Panzetti

Displacement è un’azione performativa collettiva diretta dall’artista visivo e coreografo Andreco sulle conseguenze dei cambiamenti climatici legate all’acqua. In particolare, la coreografia, sviluppata in Piazza Maggiore a Bologna, parla dei processi di desertificazione, degli allagamenti, dell’innalzamento del livello del mare e del relativo riposizionamento (“Displacement”) di intere popolazioni.

L’opera ricorda che milioni di persone sono costrette a migrare da territori sempre più ostili ed invivibili a causa dei cambiamenti climatici. Questo il filo conduttore dell’evento organizzato da WeWorld in collaborazione con il Comune di Bologna nell’ambito del progetto In marcia con il clima, co-finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo e promosso da organizzazioni della società civile ed enti locali in tutta Italia.

Più di trenta performer hanno riempito la piazza con bandiere ed un lungo drappo azzurro, simulando con movimenti simbolici e rituali, eventi metereologici estremi, siccità, desertificazione, annegamenti, l’innalzamento del livello del mare. Altri performer con bandiere raffiguranti i fiumi e gli spazi verdi del territorio Bolognese ricordano le “Climate Actions”, le buone pratiche ambientali e rendono omaggio a questi elementi del paesaggio.

Tutta l’operazione sembra indicare un futuro auspicabile di accettazione delle migrazioni, di adattamento ai cambiamenti climatici, di mitigazione degli impatti e di riqualifica dei fiumi, dei parchi e delle zone umide, per una società sostenibile ed in equilibrio con l’ecosistema di cui fa parte.

Con Andreco, Laura Lorenzoni, Luana Redalie’, Elvio Assunção, Jacopo Franceschet e altri venticinque hanno collaborato come performer, Demetrio Castellucci e Mai Mai Mai, per le musiche.

“I cambiamenti climatici peggiorano la nostra vita, in alcuni paesi la rendono impossibile e costringono le persone a migrare. È il tempo del coraggio! Chiediamo alle istituzioni di essere radicali contro l’emergenza climatica: verso una conversione ecologica e umana, per i nostri diritti.”

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