Shahr-i Sokhta, la “Pompei iraniana”: presentati a UniSalento i risultati degli scavi archeologici nel sito d’oriente. 6000 anni fa rappresentava il punto d’incontro di diverse civiltà, il primo esempio di melting-pot asiatico e oggi è simbolo della cooperazione tra Italia ed Iran. Un eterno ponte di collegamento tra culture diverse.
Oggetto dal 2016 di interventi di ricerca e scavo da parte di una Missione internazionale, in essa partecipa l’Italia: infatti, impegnati nella missione archeologica italo-iraniana quattro laboratori del dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento: Topografia antica e Fotogrammetria, Antropologia fisica, Paleobotanica e Paleoecologia, Archeozoologia.
Scavi e ricerche a Shahr-i Sokhta (Studies and publications Institute, Pishin Pajouh, Tehran) è curato dal Direttore del progetto MAIPS Enrico Ascalone dell’Università di Göttingen e da Seyyed Mansur Seyyed Sajjadi dell’Iranian Center for Archaeological Research, direttore del progetto archeologico di Shahr-i Sokhta e Dahan-ye Qolaman dal 1997.
La cultura della contemporaneità nelle sue molteplici declinazioni
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