Energy: architettura e reti del petrolio e del post-petrolio

A molti italiani, se non a tutti, sarà capitato almeno una volta di dover fare un viaggio in macchina. Un viaggio più o meno lungo, abbastanza da comprendere qualche sosta alla pompa di benzina. Qualche minuto per sgranchirsi le gambe, fumare una sigaretta, fare due chiacchiere a telefono. Ancora meglio se a fianco del distributore si trovava un autogrill, dove potersi rinfrancare dalla stanchezza con un bel caffè o magari un panino. La storia finiva lì, senza fare tanta attenzione al periodo della sosta, se non al fatto di non dimenticare niente o di non fare troppa fila alle casse. Eppure quello che oggi è il normale approccio al mondo autostradale, non ha fatto sempre parte della quotidianità del viaggiatore italiano. Quando ci si ferma, oggi come oggi, a fare rifornimento di benzina, non si riflette mai sul fatto che non è sempre stata lì a disposizione di tutti.

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Arrivando al MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo in questi giorni, si noterà subito una presenza estranea nel piazzale da poco dedicato ad Alighiero Boetti: una pompa di benzina ENI direttamente dagli anni Cinquanta, che, decontestualizzata ed inserita in un ambiente del genere, quasi si confonde con un’installazione d’arte contemporanea. Questo è il primo pezzo di un grande puzzle, filo conduttore di una storia. Il MAXXI Architettura, grazie alla collaborazione dell’archivio storico dell’ENI, ha deciso di raccontarla.

Energy: architettura e reti del petrolio e del post-petrolio è una mostra che mette insieme tre sezioni che viaggiano tra passato (Stories), presente (Frames) e futuro (Visions), non volendo tanto raccontare quale sia il passato e il futuro dell’energia e/o delle energie rinnovabili, di cui tanto si parla attualmente. Piuttosto, si propone di offrire uno spaccato su quella che era, che è e che sarà la stazione di rifornimento energetico.

Spiega il curatore Pippo Ciorra:

“Energy è una mostra che racconta l’Italia degli anni ’40 e ‘50, un momento di boom economico che ha visto un proporzionale aumento della disponibilità di autovetture e, consequenzialmente, ha visto modificarsi la geografia del paesaggio autostradale”.

Energia, dunque, indagata come responsabile nella creazione ed evoluzione di nuove architetture che modificano un paesaggio.

La prima sezione Stories (Storie) racconta l’Italia dell’eni (ente nazionale idrocarburi) di Enrico Mattei, seguendo l’evoluzione delle nuove strutture legate alla sfera energetica dalla pompa di benzina (di cui i famosi progetti dell’architetto Bacciocchi); alla nascita dei primi motel (ideati dagli architetti Bacigalupo e Ratti); passando per i nuovi modelli insediativi (dei quali l’esempio più lampante fu Metanopoli, la grande città del metano ove i dipendenti ENI avrebbero trovato tutti i servizi necessari); per finire con i primi autogrill commissionati dalle industrie dolciarie Pavesi e Motta (anch’essi resi possibili grazie all’intervento di famosi architetti come Nervi e Bega). L’Italia dell’ENI è un’Italia in crescita, un’Italia in cui l’energia sembra essere una fonte inesauribile, un’Italia in cui un’azienda a stampo fortemente paternalistico segue attentamente i propri dipendenti e la realizzazione del prodotto in tutte le fasi della sua produzione.

La sezione del presente Frames (Fotogrammi) racconta il presente della stazione di rifornimento energetico con gli occhi di tre fotografi. Paola Di Bello sceglie di realizzare un video a partire dai fotogrammi realizzati in varie pompe di benzina, sviluppando un discorso più socio-antropologico su quella che è la fauna abituale della stazione di servizio. Paolo Pellegrin sfruttando il bianco e nero, racconta il luogo in cui l’energia viene prodotta attraverso degli scatti realizzati in una raffineria vicino Ravenna. Diversa, infine, è la città raccontata da Alessandro Cimmino: da una parte un trittico presenta una visione notturna della città di Napoli, in cui l’energia non è altro che l’illuminazione che viene dalle strade, dalle finestre, dalle case, dalla presenza umana. Dall’altra, l’assenza e la solitudine descrivono le pompe di benzina, che brillano di luce propria come totem caduti dall’alto, come installazioni collocate nel nulla.

Visions (Visioni), l’ultima parte della mostra cronologicamente parlando seppur la prima in ordine d’entrata, lascia a sette studi d’architettura la possibilità di immaginare la stazione di energia del futuro. Non essendo scienziati non si chiede loro di prevedere quelle che saranno le energie pulite del domani, quanto le architetture legate all’evoluzione delle stazioni di rifornimento e dei nuovi modi per avere accesso all’energia. Tra l’idea di una grande energy mall in cui poter fare rifornimento energetico e produrre, allo stesso tempo, nuova energia (Fujimoto Architects, Lifethings) e quella di un’energia più democratica (OBR Studio, Jo Noero), i progetti riflettono in modo interessante sulla tematica presa in esame. Pur trovando dei margini alla fattibilità, lasciano lo spettatore incredulo ed entusiasta nell’immaginare “il migliore dei mondi possibili”.

Info mostra

  • ENERGY. Architettura e reti del petrolio e del post-petrolio
  • 22 marzo – 29 settembre 2013
  • Galleria 1 e Centro Archivi di Architettura
  • MAXXI, Via Guido Reni 4A – 00196 Roma
  • t 06 3225178
  • http://www.fondazionemaxxi.it/
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Alessandra Caldarelli (Roma, 1988) si è laurata in Storia dell'Arte a luglio 2012 presso l'Università di Roma "La Sapienza" con il profilo "Curatore di arte contemporanea". Tra le sue esperienze finora annovera una collaborazione come mediatrice culturale con il MAXXI B.A.S.E. in occasione del ciclo di mostre Contemporaneo.doc (dicembre 2010-febbraio 2011) e con il Dipartimento Educazione del MAXXI (ottobre 2011-giugno 2012). Ha partecipato al progetto PICA indetto dal Comune di Roma per il progetto "Il pubblico nei musei e nel territorio" (dicembre 2011-luglio 2012) presso i Musei Carlo Bilotti e Pietro Canonica e al momento sta svolgendo uno stage presso la galleria 1/9unosunove di Roma. Collabora anche con la rivista di settore Exibart.

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