Chissà se sono in grado di convincervi a leggere Figlie Sagge di Angela Carter?

figlie-sagge-light-674x1024
Cover

Lasciatemi prima dire chi è per me Angela Carter. L’ho scoperta poco oltre la mia adolescenza. Il romanzo in questione era La bottega dei giocattoli, e a un certo punto la protagonista (Melania, quindici anni), veniva costretta a indossare una gonna perché lo zio, suo tutore legale, non sopportava la vista di una femmina in pantaloni. Le donne devono vestirsi da donne. Io che ho indossato gonne poco e mal volentieri, potevo riconoscermi a pieno nella situazione. E potevo apprezzare la finale “rivincita” di Melania, anche se è una vendetta agrodolce. Sempre così, la Carter. Con personaggi che si autodefiniscono buoni, ma sono davvero diversi da quei cattivoni lì oltre i muri? Con quel linguaggio semplice e quasi chirurgico con cui descrive il sesso e le sue implicazioni. Con una precisione che le fa usare sempre il numero giusto di parole, non una di più.

Nel 1991 è uscito il suo ultimo romanzo, Wise Children, Figlie Sagge, tradotto l’anno seguente da Rizzoli e oggi riproposto da Fazi con la traduzione di Rossella Bernascone e Cristina Iuli. Di nuovo in questa edizione c’è l’interessante postfazione di Valeria Parrella, che esamina il romanzo dal punto di vista shakespeariano. Parrella fornisce una chiave di lettura per l’intero romanzo, i personaggi, le coincidenze, la struttura stessa dei capitoli. Che altro potrei aggiungere, io, di non già detto? Al solito la mia piccola, personalissima esperienza di lettura.

Non ne avrei mai abbastanza, di Angela Carter. Non serve molto dirsi che lei è comunque lì, i suoi libri restano, ci sono quelli che non ho ancora avuto il coraggio di affrontare, ci sono quelli che ho amato, magari da rileggere insieme a mio figlio. La consapevolezza che un’autrice amata non potrà più esprimere la sua crescita, il suo genio, resta. Nonostante tutta la disperata tendenza dell’editoria a cercare il “nuovo”, il più giovane possibile, lo scrittore neonato da masticare e risputare, per me l’età ha un valore aggiunto. Si cresce solo scrivendo. E Angela Carter, che se n’è andata a cinquantuno anni, aveva ancora un non precisato numero di storie da regalarci. È andata diversamente, e sapere che non ce ne saranno altre dopo questa, ha dato alla mia lettura di Figlie sagge un sapore particolare.

Una predisposizione d’animo che mi ha quasi fatto piangere quando mi sono imbattuta in questo, giusto tra le prime pagine:

A volte, se strizzo gli occhi per vedere meglio, mi sembra di poter guardare nel passato. Soffia il vento, un’altra volta. Fracasso. E la pattumiera si rovescia, spandendo tutt’intorno il suo carico di spazzatura… scatole vuote di cibo per gatti, pacchetti di corn flakes, collant smagliati, foglioline di tè…

Se strizzo gli occhi per vedere meglio, mi sembra di poter guardare nel passato: è una cosa che accade, non è vero? Se provate a strizzare gli occhi capita di vedere com’era anni fa. Io sento profumi invecchiati con quella coda amarognola che solo un profumo troppo vecchio ha… polvere, i cassetti con della biancheria slabbrata, bigiotteria impolverata e carta ingiallita, fotografie virate sul rossastro, e polvere.

Questo romanzo sa di polvere e profumo vecchio, ed è divertente, certo, come dice Salman Rushdie nel blurb in copertina, ma anche serio, anche sensuale, nonché tremendo e disperato. La Carter non risparmia mai niente e nessuno, bisogna metterselo in testa prima di aprire un suo libro. C’è sempre una bastonata pronta a prenderti tra capo e collo quando meno te lo aspetti. Figlie sagge non fa eccezione. E la bastonata è qui pure più cruda, dato che le protagoniste sono ballerine settantacinquenni e, si sa, la vecchiaia è forse la cosa più difficile da raccontare in ogni forma di narrazione. Ma, con un piccolo aiuto da parte di Shakespeare, alla fine del romanzo possiamo anche tirare un bel respiro e forse sorridere, nonostante tutto, mentre una nuova generazione di wise children si fa avanti.

Website | + ARTICOLI

Valentina Graziani è nata a Roma, ha studiato storia del cinema, è
vegetariana e vive in un paese arroccato su un colle col marito e un
sacco di gatti. Passa il tempo libero a leggere, risolvere parole
crociate, imparare a usare la macchina per cucire e far sopravvivere
qualche pianticella sul balcone. E tentare di scrivere. Quando si
ricorda, aggiorna il blog V(ale)ntinamente
(valentinamente.worpress.com).

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.