Dias & Riedweg e il tema della migrazione e dello spostamento

immagine per Dias & Riedweg

A Roma il MACRO Testaccio e AuditoriumArte ospitano in contemporanea la prima grande esposizione italiana di Mauricio Dias (brasiliano) e Walter Riedweg (svizzero), in arte Dias & Riedweg, a cura di Anna Cestelli Guidi, che riunisce numerose video installazioni, fotografie e oggetti realizzati dal duo dal 2004.

Other time than here. Other place than now (Un altro luogo che ora. Un altro tempo che qui) è il titolo che apre alla riflessione che i due artisti propongono sul tema attuale della migrazione, intesa anche come movimento, spostamento, cammino, con i relativi cambiamenti di significato che ne conseguono.

Ha evidenziato la curatrice:

“Gli artisti, che lavorano insieme da 25 anni, si sono conosciuti in Svizzera e ora vivono a Rio de Janeiro dagli inizi degli anni 2000” “sono per essenza dei migranti, sono abituati a questa idea di dislocazione, a vivere in mondi diversi. Mi sembrava che far vedere qui a Roma il loro lavoro avesse senso e significato, e mi sembrava che fosse il momento adeguato perché si sposa con alcune delle tematiche scottanti che stiamo vivendo adesso.”

La casa degli altri è l’opera centrale esposta al MACRO Testaccio, realizzata a Roma durante il recente soggiorno nella capitale degli artisti nell’autunno del 2017. Si tratta di una doppia videoinstallazione con immagini della quotidianità del centro di accoglienza per rifugiati Baobab e degli edifici occupati MAAM, di via Vannina e dell’ex fabbrica di penicillina in via Tiburtina, luoghi dell’immigrazione per antonomasia.

Ne emergono le condizioni di precarietà, e a tratti di degrado e sofferenza, in cui versano coloro che vi vivono. La fruizione è resa esperienziale da un pavimento di calcinacci, detriti e macerie che porta nelle viscere del mondo rappresentato da Dias & Riedweg.

Come ha sottolineato Anna Cestelli Guidi:

“Sembra quasi un lavoro astratto. E’ un discorso anche filosofico sul significato dell’abitare. Abitare è consustanziale alla natura dell’uomo, è dove l’essere umano trova la propria intimità, il proprio stare bene, anche il senso della cura, della costruzione. L’essere senza una casa è un tema che va aldilà del viaggio e del migrare. L’idea di fare un lavoro su Roma era nata due anni fa. Il progetto è pensato per questo spazio”.

Sviluppano il tema della migrazione anche gli oggetti a parete “Under Pressure” (2014), barometri che dovrebbero misurare la pressione del MACRO, ma che gli artisti hanno alterato riferendoli a città che hanno una forte immigrazione: tutti luoghi “sotto pressione” con criticità importanti e non risolte.

Da segnalare anche la video installazione Moving Truck (un progetto pubblico realizzato dal 2009 al 2012), in cui gli artisti hanno filmato un camion mentre circolava in città e contemporaneamente vi hanno retroproiettato il suo stesso spostamento.

Dias & Riedweg hanno ripetuto l’operazione in 7 città diverse, creando un effetto di camion dentro il camion, che esprime e sottolinea l’idea centrale della mostra, cioè della migrazione come mutamento di senso.

Ha specificato la curatrice:

“E’ un mise en abyme, una proiezione che non ha mai fine. E’ l’idea del lavoro sull’immagine in movimento: il destino di ogni immagine in movimento è di essere cancellata da una successiva”

Interessante anche la serie di video oggetti Suitcases for Marcel (2007) (ndr: Marcel Duchamp) che esibiscono il cammino di alcune valigette lasciate in strada e seguite dalle telecamere degli artisti.

Il loro migrare mostra l’esperienza dello spostamento nello spazio e nel tempo di mano in mano. Il progetto, nato da una precisa idea iniziale del percorso che avrebbero dovuto seguire le valigette, si è poi arricchito con eventi casuali, imprevisti e improvvisati che gli artisti hanno accolto nel loro lavoro.

Al MACRO sono esposti anche il video Throw (2004), la video installazione e la serie di fotografie Hot Coals (2014), la carta da parati Bloc (2014) e la video installazione Flesh (2005) che esprimono una critica tagliente e ironica verso le attuali politiche globali.

All’AuditoriumArte, presso l’Auditorium Parco della Musica, è esposta la video installazione sonora a tre canali Funk Staden, realizzata da Dias & Riedweg per Documenta 12 di Kassel del 2007 e mai presentata in Italia.

A corollario della mostra, un testo intitolato Antropofagie sincretiche dell’antropologo Massimo Canevacci, che scrive:

“Nel loro progetto, Funk Staden Dias & Riedweg hanno collaborato con ballerini funk delle favelas di Rio de Janeiro, per sviluppare connessioni sincretiche e antropofagiche tra la scena Funk Carioca e il classic libro di Hans Staden (1527 – 1578), dove descrive la sua nuda prigionia tra i cosiddetti antropofagi Tupinambà dell’attuale Brasile (Vera storia e descrizione di uno Stato di persone selvagge, nude, sinistre, cannibali nel Nuovo Mondo). […] L’idea di Dias & Riedweg si basa su un re-enacting delle xilografie realizzate da Staden al suono del funk in quanto parte della subcultura hip hop”.

Partendo dall’analisi del lavoro dei due artisti, Canevacci nel suo saggio arriva a spiegare come il sincretismo culturale sia alla base dei processi sociali, politici e artistici di oggi. Una mostra dunque per palati fini e menti non pigre o non attirabili solo dai soliti nomi noti.


  • L’intero progetto Other time than here. Other place than now è stato reso possibile grazie al sostegno di Pro Helvetia, fondazione svizzera per la cultura, senza nessun finanziamento privato.
  • La mostra sarà visitabile al MACRO Testaccio  fino al 21 Gennaio e all’AuditoriumArte  fino al 28 Gennaio 2018.
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Lorenza Fruci, giornalista, scrittrice, autrice, si occupa di cultura, arte, spettacolo e universo femminile. Ha pubblicato diversi libri e saggi. È autrice di documentari e realizza videostorytelling e fotonarrazioni. È partner dell'associazione Arteprima e del suo networking di professionisti e aziende Cooltural Project, con il quale si occupa di progettazione culturale. È titolare della factory elleffe factory&comunicazione, dove mette a disposizione il suo know how per istituzioni, aziende e privati.

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