Narrativa. Mostra personale di Francesco De Grandi a Palermo

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Fino al 24 febbraio 2024 le sale della RizzutoGallery di Palermo (via Maletto, 5) accolgono Narrativa, la mostra personale dell’artista Francesco De Grandi, anche docente di pittura presso l’Accademia di Belle Arti della città.

Nel contesto espositivo è possibile ricevere stimoli percettivi potenti capaci di inchiodare, quasi inesorabilmente, gli occhi del visitatore ai singoli prodotti d’arte.

In ciascun lavoro, l’opulenza degli elementi raffigurati, finissimi nella loro riproduzione, non soltanto nasconde una straordinaria perizia tecnica – attraente in primo luogo – ma pure svela, con andamento progressivo, un repertorio altrettanto ricco di contenuti che dalla mitologia cristiana si estende ai fatti di cronaca contemporanea.

La ricerca artistica di De Grandi si muove, d’altro canto, nell’ambito della narrazione nelle sue svariate significazioni antropologiche. Come spiega l’artista palermitano:

“Quando dipingo racconto tutto: l’ora, la stagione, gli eventi, nulla sfugge al mio io narrante. Oggi assistiamo ad un grande ritorno della narrazione nella pittura a livello internazionale. Come se ci fosse il bisogno, in questa epoca iper narrata dove le false narrazioni sono all’ordine del giorno, di raccontare qualcosa di vero e la pittura in questo senso conserva ancora una forma di onestà”.

La confluenza di citazioni tratte dalla cultura cinematografica e letteraria, oltre che naturalmente storico-artistica, si risolve in un’armoniosa danza di riferimenti che l’osservatore ha l’opportunità di riconoscere e interiorizzare.

In tale processo intellettuale, tuttavia, può sopraggiungere e insinuarsi un vago senso di smarrimento nel rintracciare interferenze iconografiche all’interno della scena rappresentata.

Squarci di natura lussureggiante, arcaiche ambientazioni riconducibili all’immaginario collettivo giudaico-cristiano e personaggi iconici della storia mondiale vengono qualificati da dettagli appartenenti alla cultura contemporanea.

L’interlocuzione tra artista e visitatore si articola quindi su un linguaggio espressivo condiviso, veicolo fondamentale per interpretare i molteplici significati codificati nell’opera.

Il percorso che può essere intrapreso all’interno degli spazi della RizzutoGallery consente di cimentarsi in tale singolare attività. Le ventidue opere esposte e offerte alla fruizione del pubblico – tutte realizzate negli ultimi tre anni – altro non sono che microracconti predisposti all’ampliamento narrativo.

La loro lettura si traduce in studio appassionato delle forme che l’artista induce accedendo a un denso repertorio di immagini. Un esempio è la gigantesca tela rappresentante, nella prima sala, Medea nel giardino del regno di Colchide (2023), una scenografia brulicante di stuzzicanti particolari che costituiscono, nella sezione del paesaggio, un alfabeto fitologico elaborato con sapienza scientifica.

Una piccola Medea, coperta solo da un simbolico maglioncino dorato a collo alto, interrompe il suo cammino stazionando al lato del palcoscenico vegetale e, ricambiando lo sguardo di chi la osserva, mostra un serpentello bluastro attorcigliato nella piccola mano a mo’ di accessorio.

Proseguendo, il carattere delle forme, nel secondo ambiente, assume aspetti più curiosi, rintracciando nella sovrapposizione dei materiali la chiave di accesso per lo sviluppo del racconto.

Fotografia, china e ferro si compenetrano armoniosamente sulla campitura cartacea di un taccuino a fisarmonica, Leporello (2020) appunto, la cui pagina introduttiva è segnata dalla scritta: “15 tavole ricavate da fotografie di Luciano d’Alessandro e rielaborate da me medesimo. Francesco De Grandi Palermo 2020”.

Particolare è la volontà dell’artista di sfruttare il tratto grafico come prolungamento semantico della fotografia, attribuendo a ciascun personaggio immortalato o rappresentato una rivalutazione attoriale in una cornice temporale sospesa.

Si ritorna alla pittura nella terza sala, la cui parete centrale è ancora una volta occupata da una tela di grande formato intitolata Succubi e supplizi (2022). Il brano pittorico rappresenta il momento successivo alla crocefissione, in cui il pathos estremo del crudele gesto si placa nel silenzio spettrale della stasi.

Il primo piano è invaso da due personaggi, rispettivi rappresentanti del potere secolare e spirituale, i cui accessori caratterizzanti sintetizzano lo status della loro autorità nel tempo e nello spazio. A contrassegnare il concetto sono un gruppo di altoparlanti, interposti tra le croci, dai quali risuonano discorsi propagandistici finalizzati a persuadere la massa.

Al di sotto di tale apparato, una sfilata di grotteschi omuncoli, quasi del tutto disinteressati a ciò che è appena accaduto, cattura lo sguardo e lo trascina verso il proscenio, punto più prossimo alla platea terrestre.

La miserabilità dei valori umani, trasfigurata in un tappeto di rifiuti industriali, carcasse di animali e teschi umani viene redenta dal sangue del Cristo crocifisso secondo uno sviluppo ascensionale che ricorda l’impostazione delle pale d’altare.

Narrativa stricto sensu è altresì l’opera esposta nella quarta e ultima sala della galleria: Cappa e spada (2023). Ispirata al genere letterario popolare, il dipinto risalta la figura fiera di un soldato in armatura, sorta di “cavaliere inesistente” calviniano, che procede sul suo destriero elegantemente imbracato a passo cadenzato.

L’atmosfera si fa assai silenziosa, tanto più per le tinte dorate che lasciano presupporre l’inizio di un nuovo giorno o forse il suo epilogo. Un pulviscolo scintillante si propaga e circonda l’uomo d’arme rendendolo fantastico, inesistente proprio perché ideato. Gli aridi alberi dai rami fumosi non rendono ancora inquietante il contesto spaziale entro cui si muove l’ignoto protagonista. È un momento d’incanto e di sospensione, l’attimo che prepara al dinamismo della narrazione.

Francesco De Grandi torna così a raccontare storie con una forza figurativa che è narrante ed evocativa insieme, con un gesto pittorico che guarda al passato ma sa raccontare il presente.


Rizzutogallery
, Via Maletto, 5 – 90133 Palermo (Italia)
Tel.: +39 091 6496654
email: info@rizzutogallery.com
Fino al 24 febbraio 2024

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Dopo avere conseguito, presso l'Università degli Studi di Palermo, la laurea triennale in Scienze della Comunicazione per le Culture e le Arti, e la laurea magistrale in Storia dell'Arte, frequenta la Scuola di Specializzazione in Beni Storico - Artistici dell'Università di Pisa. I suoi interessi di ricerca si concentrano su temi di Estetica applicata all'Arte Contemporanea, Editoria d'Arte e Antropocene. Per occasioni espositive, ha collaborato con la Galleria Rizzuto, con la Francesco Pantaleone Arte Contemporanea di Palermo, e con il Palazzo Reale di Pisa. Attualmente lavora in veste di editor per la Casa Editrice Serradifalco, e progetta contenuti di valorizzazione del territorio per la Società Aedeka di Pisa

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