Urs Fischer e la Fabbrica dei Mostri. Da Gagosian a Roma

Nel 2007 aveva distrutto il pavimento della Gavin Brow’n Enterprise di New York, presentando un’enorme buca allestita tra le pareti bianche stile white cube dal titolo You; nel 2011, le gigantesche gocce di pioggia azzurre e la casetta gigante di pane esposte al MOCA di Los Angeles per l’installazione dal titolo Yes avevano sottolineato, ancora una volta, la sua irriverenza e la sua forte spinta verso la provocazione al limite del grottesco.

Per la prima volta in mostra a Roma, Urs Fischer torna a stupire i suoi spettatori con uno stile che richiama gli elementi della cultura Pop mischiandoli con un duchampiano riferimento alla realtà, all’oggetto qualsiasi, che non si fa opera d’arte in quanto tale, ma contribuisce a creare un effetto deformante sulle immagini, il cui risultato è del tutto straniante. Anche se meno spettacolare rispetto a New York e Los Angeles, la sfida dell’artista con lo spazio bianco della Galleria Gagosian di Roma è sicuramente vinta.

Dopo i primi lavori della serie Problem paintings presentati precedentemente – nei quali i volti del cinema hollywoodiano venivano coperti da frutta, verdura, tubi, catene – i nuovi acrilici su pannello d’alluminio presentano un viso femminile sovrastato da un uovo (Problem Painting, 2013) e altri archetipi maschili e femminili nascosti dietro due sezioni di uovo sodo (Sloppy problem e Real Problem, 2013).

Una cosa di uso comune come l’uovo, ingigantito rispetto alla sua scala originale, trasforma l’immagine e la percezione che lo spettatore ha della stessa; come lo stesso artista afferma, l’attenzione non è più catalizzata sull’aspetto di un famoso nome del cinema, ma sull’oggetto qualsiasi ciò che normalmente è considerato in primo piano finisce sullo sfondo, quel che è, invece, annoverato nella banalità, è il vero soggetto dell’opera.

Nella sala principale la scultura Horse/Bed, un oggetto ibrido che da lontano somiglia ad una carrozza trainata da un cavallo. Avvicinandosi, però, ci si rende conto che in realtà si tratta di un letto di ospedale deformato come se fosse passato nella pressa di una discarica prima di essere distrutto. L’animale, reso un tutt’uno con il resto della materia combinando digitalmente una scansione 3D di un cavallo da lavoro tassidermizzato e ricoperto in alluminio, spunta dal letto come se quest’ultimo fosse una sorta di sua imbracatura decorativa. Non ci sono però i colori o i fiori di una parata da festa, ma l’alone inquietante e grottesco della morte che aleggia nell’aria, lasciando a scintillare solo l’argento dell’alluminio.

Vicino alla finestra, invisibile ai più, un piccolo vaso di fiori colorati che sembrano essere lì per caso come decorazione della galleria, riportano lo spettatore dallo straniamento alla realtà.

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Info mostra

  • Urs Fischer
  • 18 settembre – 26 ottobre 2013
  • Gagosian Gallery
  • Via Francesco Crispi, 16 – 00187 Roma
  • Orari:  martedì – sabato 10.30-19.00 e su appuntamento
  • Contatti: tel. 06.4208.6498; email: roma@gagosian.com
  • www.gagosian.com
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Alessandra Caldarelli (Roma, 1988) si è laurata in Storia dell'Arte a luglio 2012 presso l'Università di Roma "La Sapienza" con il profilo "Curatore di arte contemporanea". Tra le sue esperienze finora annovera una collaborazione come mediatrice culturale con il MAXXI B.A.S.E. in occasione del ciclo di mostre Contemporaneo.doc (dicembre 2010-febbraio 2011) e con il Dipartimento Educazione del MAXXI (ottobre 2011-giugno 2012). Ha partecipato al progetto PICA indetto dal Comune di Roma per il progetto "Il pubblico nei musei e nel territorio" (dicembre 2011-luglio 2012) presso i Musei Carlo Bilotti e Pietro Canonica e al momento sta svolgendo uno stage presso la galleria 1/9unosunove di Roma. Collabora anche con la rivista di settore Exibart.

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