Kokeshi Rebel Fest: Il Giappone vissuto e sognato di un Festival ribelle

Kokeshi Rebel Fest 2015

Il 3 e il 4 ottobre 2015 appuntamento a Roma, presso i particolari spazi dell’ Ex Cartiera Latina, immersi nel verde e nella storia della Via Appia Antica, con il Kokeshi Rebel Fest 2015 [direzione artistica Isabella – Corda (“Corda”/“DolcissimaBastarda”), bondager, rope stylist, organizzatrice di eventi e Anna Livia Carella, orientalista ed esperta culturale sul Giappone, scrittrice, insegnante di lingue, shiatsuka, mediatrice culturale], una manifestazione unica, in Italia e non solo, giunta alla sua seconda edizione.

Kokeshi Rebel Fest vuole raccontare la passione per l’ampio universo della cultura e delle arti giapponesi vista da un doppio angolo visuale, quello occidentale e quello orientale. Strutturato come un concorso che sfocia in un Festival da voce a tutte le espressioni d’arte: sia quelle tradizionali e conosciute sia quelle anticonvenzionali e bandite dalle Accademie.

Dopo il felice esordio 2014 dedicato alle Visioni al femminile, la manifestazione si apre ad indagare uno dei temi più cari alla cultura orientale: Ying Yang, ovvero L’armonia degli opposti per tutte le sezioni artistiche mentre la sezione dedicata ai dipinti degli artisti del tatuaggio si incentrerà sul tema Yokai, Bakemono e Oni.

Veramente numerosi gli artisti che parteciperanno a questa edizione 2015. Per la sezione performance, conferenze e laboratori saranno presenti: Alessandra Cali, Anna Livia Carella , Antonio Biondi, Carlo Cocorullo, Fabio Massimo Fioravanti, Fulvio Favagnone, Giada Berenato, Inanna Trillis, La Quarta Corda, Marco Milone, Nilde Mastrosimone, Zoukizy Redroom, Piera Liotta & Chiemi, Rita Superbi, Silvia Stucky, Simona Sanzò & Maurizio Castè, Sylvia DiIanni, Tiziana Cesarini, Scuola Sogetsu Italia.

Saranno protagonisti per la sezione esposizioni (pittura, olio, inchiostro e tecnica mista): Cecilia De Lucia, Cristiano Quagliozzi, Flavia Dodi, Francesco Masci, Gerlanda Di Francia, Giampaolo Atzeni, Ilaria Novelli, Maria Chiara Gianolla, Mariarita Renatti, Max Ferrigno, Milena Scardigno, Shanti Ranchetti, Valentina Campagni, Valeria Perversi, Vincenzo Russo. Autori delle installazioni saranno invece: Alessio Guano, Leonardo Fiuto Cannistrà, Carmela Cosco, Eligia Gentilucci, EPVS, Giada Wood, Isabella Corda, Isabella D’Amato, Luisa Contarello.

La sezione delle videoproiezioni vedrà i lavori di: Claudia Garrocini, Daniele Casolino, Hirotsugu Aisu, Ivan Gasbarrini, Kinoko Hajime, Lino Strangis, Piero Chiariello, Rick Niebe, Valeria Del Vacchio. Mentre per la fotografia avremo: Daniele Cruciani, Fabio Massimo Fioravanti, Fabiola Sbano, Lara Cetta, Marco Casolino, Nino Barletta, Simone Ladisa, Viviana Mauriello.

Importantissima anche la sezione dedicata all’arte del tatuaggio che si incentrerà sul tema Yokai, bakemono e Oni e che vedrà fra i protagonisti: Anita Rossi  – Namaste tattoo Studio, Torino; Anna Sandberg – Stockholm Classic Tattoo Stoccolma, Svezia; Cecco -Mad Ink Tattoo, Milano Milano; Cecilia Hateful – Roma; Filip – Satattoo, Nettuno (RM); Sailor Yokes – Clean Ink Tattoo, Roma; Horidome  – SorryMama, Pomezia (RM); La Ceci  – Sacred Rose – Albany California; Lady Venom – Black Venom Tattoo Studio, Roma; Mara Moon  – Till Death Tattoo, Roma; MarlenMckey – BetoBeto Tattoo Studio Roma; Pretzel – Roma; Sonya Cristallo – Ardea (RM); Viviana Bellanza – LunaPark Tattoo , Genzano (RM); Ylenia Curotti  – PmP Tattoo  Cortemaggiore.

Un mondo raccontato dai diretti protagonisti così come dagli appassionati, proposto e sognato, narrato e rivissuto. Comunque scandagliato nel profondo e reso vivo e vissuto grazie alla magia della passione che ci restituisce un Giappone a tutto tondo, reale, vivo. Patria di leggende di cui sono intrise tutte le arti, il folclore, le regole, ma anche la “subcultura”, le arti bandite ma tollerate, i contenuti nascosti dietro la forma; della tradizione, del conformismo ma anche del loro esatto contrario.

All’interno di questa premessa il Kokeshi Rebel Fest vuole in questa seconda edizione approfondire il concetto di yin-yang, l’armonia degli opposti. L’armonia, infatti, è alla base del concetto filosofico prima cinese e poi giapponese, dello yin e yang, ovvero delle due polarità complementari, dove una parte può essere compresa solo in relazione al tutto. Yin e Yang si creano a vicenda, possono essere distinti l’uno dall’altro ma non separabili, emblema di un’armonia dinamica su cui si basa la visione orientale della vita, dell’arte e dell’estetica. Più ed oltre ad una teoria di contrapposizione degli opposti, quella dello yin e dello yang è un pensiero che teorizza come l’insieme vada oltre il dualismo.

Yin e Yang sono dunque il maschile e il femminile, il bianco e il nero, il caldo e il freddo, l’azione e il riposo, il pieno e il vuoto… Due entità che si compenetrano e dipendono l’uno dall’altro in un continuo movimento armonico restituendo una cosa in più: il tutto.

Fra le specialità ammesse, ricordiamo: la sezione Performance con le arti tradizionali e le arti dalla subcultura, le danze tradizionali e moderne, il Taiko (tamburi tradizionali giapponesi), le Cerimonie tradizionali, il kinbaku/shibari (arte delle legature giapponesi) la Musica; le opere con i lavori di pittura, fotografia, scultura e lavorazioni su vari materiali (materiali plastici, cartapesta etc), le installazioni, le video proiezioni, le creazioni sartoriali, le opere pittoriche di artisti del tatuaggio che quest’anno affronteranno il tema della paura in Giappone raffigurando yokai, bakemono e oni. Il Festival prevede le seguenti sezioni: Esposizioni di dipinti a tema yin-yang, Esposizioni di dipinti a tema Giappone, Esposizioni di fotografie (stessi temi), Video proiezioni, Esposizioni di tavole pittoriche ad opera di artisti del tatuaggio, Performance di artisti che proporranno la loro visione del Giappone e del tema del festival (yin-yang), Ikebana, Cerimonia del te, Shodo, Arti marziali, Performance di taiko. Sono inoltre previste conferenze e dibattiti.

Le kokeshi こけし sono le celebri bambole giapponesi in legno risalenti al periodo Edo (1600-1868). Sembra addirittura che proprio dalle kokeshi siano derivate anche le matrioske russe.

Nella cultura giapponese l’arte di creare bambole in legno ha origini antiche che si sono tramandate negli anni di generazione in generazione. Tradizionalmente gli artigiani le realizzavano levigando più volte il legno di ciliegio o di mizuki, intagliandolo e infine dipingendolo a mano con estrema attenzione ai dettagli. Le loro peculiarità sono di essere in kimono tradizionale e molto stilizzate. Pochi e delicati tratti per suggerire l’espressione del viso che tradizionalmente è sommesso, enigmatico e delicato, espressione di compostezza e femminilità; come corpo hanno una sfera per la testa e un ovale più o meno allungato per il dorso, senza né braccia né gambe.

Secondo la tradizione era idea propagata che il mizuki (l’albero dell’acqua) avesse delle proprietà ignifughe per cui le kokeshi erano considerate protettrici dagli incendi e in senso più generale bambole porta fortuna. Oggi sono molto diffuse come souvenir per i turisti ma sono anche spesso utilizzate come doni per una nascita o per un compleanno o per qualsiasi ricorrenza come oggetti di buon auspicio.  Rebel Kokeshi esprime perfettamente lo spirito del festival: il racconto di un Giappone tradizionale (le bambole kokeshi) e di uno totalmente anticonvenzionale (Rebel).

Tiket d’ingresso per un giorno €. 8,00, per due giorni €. 14,00 + tessera associativa obbligatoria €. 10,00

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