Fondazioni per l’Arte Contemporanea: queste (s)conosciute | con report video | di Giovanna Sarno

immagine per fondazioni arte contemporanea

Il 2 febbraio 2010 alle ore 17.00 si è svolta, nell’aula 1 della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Roma La Sapienza, una interessante tavola rotonda tra le più conosciute Fondazioni, che a Roma lavorano con l’arte contemporanea, e 4 storici dell’arte che hanno indagato questo mondo sconosciuto della formula giuridica  “fondazione” il cui uso va ora moltiplicandosi.

Le Fondazioni: Guastalla, Volume!, Nomas, Pastificio Cerere, Baruchello, Maxxi, curatrici: Ilaria Caravaglio, Chiara Miglietta, Valentina Pugliese, la sottoscritta (n.d.r. Giovanna Sarno).

La tavola rotonda, multimediale, è stata pensata come un sistema organico e mobile che ha avvinto il pubblico sull’argomento senza disperdersi in lunghi monologhi, ma intessendo nuove prospettive, chiarendo l’ampiezza e la fertilità dell’argomento.

Si comincia con un video, in allegato, dove i 7 direttori presentano e spiegano la propria fondazione: vediamo Anna Mattirolo, invitata speciale, che ci spiega perchè il monumento al futuro dell’arte del XXI secolo, il Maxxi, sia dovuto riccorrere alla formula Fondazione lasciando l’abito sontuoso di Museo; poi, direttrice ci parla del rapporto con il terrritorio e della relazione con i giovani artisti.

E così via: gli altri 6 direttori rispondono alle stesse domande creando un caledoscopio di importanti notizie e approfondimento.

Il video, rapido e piacevole, ci dà un orizzonte chiaro, evidenziando le differenze tra le fondazione pubbliche, private e i diversi orientamenti.

Si può definire, quindi, il termine fondazione come una ottima formula legale, un ritrovato che può, allo stesso tempo, alleggerire il peso pachidermico dell’iter burocratico delle istituzioni pubbliche, vedi Maxxi e Quadriennale, ufficializzare forti collezioni come quella di Nomas, o consolidare le spontanee attività artistiche per affiancare e sostenere il lavoro dei giovani artisti, per supportare il creare libero come fa la Fondazione Pastificio Cerere che coniuga l’incontro tra esperienze artistiche in una unica residenza.

Creare una fondazione consente, così, quei movimenti mirati e rappresentativi che danno corpo a un progetto e ne possono gestire altri, oltre a permettere un dovuto sgravo fiscale, creando uno studiato equilibrio tra pubblico e privato.

Rappresentativo è il caso della fondazione Gianfranco Baruchello, dove si vuole dare un seguito al lavoro di un artista e salvaguardare lo spazio conquistato nella sua ricerca artistica, fondando, sulla donazione di opere, libri, terreni, la base per lo scambio intellettuale e creativo.

Adriana Polveroni, tra il pubblico, pone una domanda chiave evidenziando l’altra faccia dell’estrema duttilità del termine: “La grande differenza e disparità tra le fondazione porterà a una frammentazione dell’orizzonte artistico e alla dispersione delle energie?.

Si accende il dialogo in cattedra, ci si scambia punti di vista, esperienze e vissuti ma alla fine si arriva a un concordato “sì e no, dipende” e a un corale auspicio per l’integrazione complemantare per la ricerca del dialogo e della partecipazione.

Valori supremi!, ma forse, i più difficili, dove gli aiuti statali sono centillinati e si vive nella difficoltà esistenziale del prevalicamento umano.

Certo è che si parte da un autentico eros per l’arte contemporanea, con i suoi ingarbugliamenti, la sua forza di germogliare e di stupire: una passione dimostrata dai direttori intervenuti, dalle (volenterose) curatrici e dal pubblico che ha riempito l’aula, per arrivare a un colloquio che fa luce sulle mille possibilità e sulle urgenze del campo.

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Giovanna Sarno, romana, si è formata all’Università di Psicologia all’Università di Roma “La Sapienza” e si è laureata alla facoltà di Lettere e Filosofia nella stessa sede universitaria; nel 1992 consegue un proficiency presso la University of Sussex e fa uno stage di 3 mesi per compilazione lecture su Luise Nevelson al Whitney Museum di New York, NY, USA. Ha vissuto e lavorato a Brighton U.K. ed è poi rientrata in Italia, occupandosi di conduzione storico-artistica per le residenze aristicratiche di Roma e Lazio per il Ministero degli Esteri e agenzie britanniche, e proseguendo le sue attività di curatrice di mostre e rassegne di arte contemporanea intensificate dopo il Master di II Livello per Curatrice di mostre ed eventi presso l’Università di Roma “La Sapienza”.

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