Giovanna Casotto, i suoi amici e il punto C

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La Galleria aArte del gruppo Art&Co e Wow, Spazio Fumetto, hanno ospitato dal 9 maggio al 1 giugno a Caserta  e dal 7 giugno  al 14 settembre 2014 a Milano presso le proprie sedi la mostra Il Punto C, Giovanna Casotto e i suoi amici, dedicata e incentrata su Giovanna Casotto, firma storica del Fumetto per Adulti. La mostra è a cura di Raffaella Aragosa e Luca Raffaelli che firmano questo nostro approfondimento.

Il titolo della mostra,  il Punto C, Giovanna Casotto e i suoi amici, allusivamente riferito al cognome dell’artista, è rappresentativo di un universo complicato di suggestioni e censure, un immaginario tra realtà vissuta con spontaneità, nella quotidianità della natura e della organicità di ogni essere vivente, e le sofisticazioni dell’immaginazione e della psicologia, che restituiscono una nuova oggettività alla sessualità, tra trasgressione, erotismo dichiarato ed esibizione.

La mostra si presenta in due diversi format:  uno più ridotto a Caserta, negli spazi della Galleria aArte, con 100 disegni originali su carta, opera di Giovanna e di altri illustri disegnatori italiani;  e uno completa a Milano, allo spazio Wow,  che propone più di 200 opere originali su carta, tra Comics e Pin Up, 10 tele, un vasto repertorio di materiale documentario, tra riviste specializzate, foto d’archivio, libri pubblicati in Italia e all’estero, oggettistica firmata da Giovanna per grandi marche dell’abbigliamento sportivo, i modelli di abiti anni ’50, realizzati artigianalmente da Giovanna, una sezione di fotografie d’arte, il lavoro dedicato al personaggio la Cocca e  l’omaggio all’opera di Giovanna da parte di 16 disegnatori italiani, tra i più talentuosi e famosi: Silver, Tanino Liberatore, Milo Manara, Laura Scarpa, Giuseppe Manunta, Lillo, Cecilia Capuana, Riccardo Mannelli, Massimo Rotundo, Marco Bianchini, Dariush Radpour, Roberto Baldazzini, Fernando Caretta, Giancarlo Caracuzzo, il giovane Niccolò Pizzorno e Franco Saudelli. Un intero segmento dell’esposizione  sarà dedicato al lavoro di quest’ultimo, guida e riferimento di Giovanna agli esordi della sua carriera:  una storia completa, con soggetto Giovanna, e altri fumetti caratteristici della sua produzione e tavole sciolte.

Un riconoscimento, quello dei sedici maestri, all’amicizia che lega questi artisti, ma soprattutto un attestato di stima all’Opera della disegnatrice, che per prima, in Italia, è stata interprete del Fumetto Erotico, un mondo riservato, esclusivo, che fino agli anni novanta era regno incontrastato dei soli uomini.

Da fine Settembre in poi la Mostra sarà a Lecce e a Parma, ancora ospite del gruppo di gallerie Art&Co.

Questo ciclo di esposizioni su Giovanna Casotto nasce dalla volontà di consegnare alla dignità del circuito dell’arte il fumetto erotico di qualità, confinato, sempre, se non per alcuni speciali casi, al meccanismo delle gallerie specializzate, degli editori del settore, degli operatori affezionati, dei collezionisti di genere. Una specialità di nicchia, che non coinvolge il grande pubblico, ma un pubblico ristretto, semmai da guardare con sospetto.

Il fumetto è una forma di comunicazione in movimento, in mutamento, in analisi, e sotto osservazione. Il fumetto può diventare qualcos’altro, diventa continuamente qualcos’altro, si trasforma, si contorce, si contrae o si distende. Genere dalla natura ambigua, deve al disegno e deve al testo;  la sua condizione è ibrida, ancipite, e come in certi casi strani, e, come spesso accade, è proprio lì, nel dubbio, nella contaminazione, che nasce la nuova frontiera. Frontiera dell’Arte? Anche dell’Arte. Perché dove comincia il mistero dell’Arte e dove si chiudono i cancelli, questo nessuno l’hai mai saputo dire.

E il fumetto erotico, adesso che un fondale è stato definito, quale tessera del mosaico va a compensare?  Il fumetto erotico sta al fumetto, come la letteratura erotica sta alla letteratura, come il cinema erotico sta al cinema, come l’arte erotica sta all’arte. È la qualità che consegna il prodotto.

Il lavoro di Giovanna è al punto di frattura del guscio contenitore sulla via di altre soluzioni, altri sviluppi, nuove maniere, l’indagine profonda del senso della vita attraverso il tramite del corpo, immerso in un intrigo di complessi segni e relazioni con l’universo a misura dell’uomo.  Avremo modo con queste mostre presentare la persona viva dietro al personaggio, di capire come il disegno è un tramite potente del pensiero e un medium analitico spaziale. E il mondo di Giovanna attira a sé gli spettatori, attrae, coinvolge, intriga, trasporta in una dimensione di gioco, di incanto dei sensi, compromette nell’intimo, sì, intriga sessualmente. E, allora, non interessa più nemmeno la casella rigida alla quale è destinato per fisiologia; interessa mostrarlo, farlo vedere, farlo conoscere, esibirlo, anche in un museo. Nel tempio delle arti ufficiali.

Quello provocato da Giovanna Casotto è, allora, un fantastico corto circuito, uno di quelli reali, nel senso di elettrici, di quelli che, voluti per effettuare prove di laboratorio, crea appositamente tensioni pericolose. E come nel corto circuito preparato, anche l’arte di Giovanna si nutre di una fase di preparazione adeguata. Giovanna vuole suscitare in chi ammira i suoi disegni, e in particolare nel pubblico maschile, non emozioni astratte, ma concrete e precise.

Giovanna ha un obiettivo diretto. E così guardare i suoi disegni vuol dire accettare una provocazione che è estetica ed erotica. Di solito sono artisti maschi quelli che, conoscendo le proprie emozioni e lavorando sui e con i corpi, sanno come eccitare le sinapsi maschili (soprattutto), come creare un’attenzione che giochi con l’eccitazione (l’arte erotica può colpire varie zone del cervello, può soffermarsi là dove i neuroni ci comunicano il senso del bello, dell’armonioso, del musicale, del caldo, del tenero, ma indubbiamente deve scaldare anche quelli che hanno un intimo rapporto con la sensualità). Qui, invece, è una donna a provocare l’immaginario maschile, una donna che utilizza se stessa. Per farlo, come primo passaggio, Giovanna si mette davanti alla macchina fotografica. Le pose cercate sono provocanti, innaturali, ricercate. Credo che si diverta un mondo, perché non può che essere intrigante ed emozionante costruire il piacere altrui. Secondo. Giovanna sceglie le fotografie che ha scattato. Credo che debba farlo attraverso una facile mediazione tra quel che piace a lei e quel che pensa possa eccitare il pubblico.

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Raffaella Aragosa compie studi di architettura con indirizzo storico di restauro e storia dell'arte. Dal 1995 al 2002 collabora con la Cappa Production alla realizzazione di documentari sull'arte e la storia. Cura numerose mostre, collabrando con Cesare Garboli e Fred Licht, e nel 2008 è fondatrice con altri specialisti dell'Istituto nazionale di pedagogia familiare. Presenta e introduce saggi, si occupa di rapporti tra letteratura e arte e svolge l'attività di curatore.

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