Essere dentro. Cesar Meneghetti e la percezione dei luoghi.

Per Cesar Meneghetti – classe 1960, regista, artista visuale e videoartista brasiliano, di origine italiana – esistono quadri in movimento dentro cui prolifera la struttura stessa della vita. Con essa e dentro essa si muove il senso di identità, che altro non è se non un posizionarsi all’interno, stare dentro alla vita, crescerci dentro a forza di guardarla con occhi, attenzione, emotivamente mai vergini.

Si, perchè nemmeno il soggetto è fermo.
C’è un punto di partenza (chi si è) e c’è un punto guardato.
E infine, come terminale, c’è un punto-composizione, un’azione artistica che ferma il movimento in pensiero.
Ogni still è infatti natura ferma di qualcosa in movimento, dato che ogni movimento è proliferare, vivere.
Perfino nelle interviste ogni persona che si ferma e indaga se stessa, le sue conoscenze o i suoi ricordi punta essa stessa il naso dentro a questo pensiero di movimento, lo odora, ci si inebria, si accorge di essere parte di un tessuto continuamente guardato. Questo tessuto modifica non solo la percezione, ma l’io stesso.
Il quadro generale è composto da natura e uomini inglobati in spostamenti di toni cromatici e sonori. La visione si imprime, ci cattura, come suono ipnotico crescente, una lentezza che chiede di ricoprire la mente e lo schermo, per poi farsi punto fuori di esso, increspatura, bandiera, o riquadro che sia.
Ci accompagnerà nel sovrapensiero una volta usciti dallo spazio espositivo
La scoperta di una terra, in definitiva, per Cesar Meneghetti, passa dalla scoperta della poesia.
Questo ha a che vedere tanto con l’umano scorrere dei pensieri e dei ricordi, delle ancestrali abitudini, delle conoscenze e dei rituali, quanto con i colori e con l’animo che si perde dentro al mare delle sensazioni.
L’arancione, la sabbia, l’acqua, il sole, il pensiero stesso, sono numerate vicissitudine che ipnotizzano e ci lasciano a naufragare con la mente nella distrazione dei pensieri.

Immersi nel mondo che indaga i mondi di Meneghetti, ci ritroviamo a fissare la mente su un suono e su un colore e a percepirlo come perfettamente identificato: Africa, ad esempio, pensiero chiamato Africa.
I luoghi catturati dalla camera sono luoghi la cui anima vibra e si sposta, proprio come la mente in superficie nella meditazione o come l’oceano, laddove la quiete, la stabilità, la pace, il senso, sono completamente all’interno. La forza è all’interno, la vita è ovunque.

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Fabrizio Pizzuto

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