Mouseion. Pasquale Altieri Quotidiano in attesa di significati altri. Contributo di Marco Trulli

Pasquale Altieri, Mouseion, 2016 photo Germano Serafini

I miei spazi sono fragili: il tempo li consumerà, li distruggerà: niente somiglierà più a quel che era, i miei ricordi mi tradiranno, l’oblio s’infiltrerà nella mia memoria, guarderò senza riconoscerle alcune foto ingiallite dal bordo tutto strappato. (…) Scrivere: cercare meticolosamente di trattenere qualcosa, di far sopravvivere qualcosa: strappare qualche briciola precisa al vuoto che si scava, lasciare, da qualche parte, un solco, una traccia, un marchio o qualche segno” (Georges Perec) 

Mouseion è un progetto che sovverte la percezione ordinaria di immagini universalmente riconosciute e crea un disorientamento, dovuto proprio all’alterazione della funzione retorica di queste immagini nell’immaginario e nell’esperienza collettivi.

La poetica di Pasquale Altieri si sofferma con attenzione sulle sfumature che delineano il crinale del significato indugiando spesso su ciò che sta dietro le cose. Il bagaglio di immagini a cui attinge l’artista è quello del quotidiano: giornali, annunci mortuari, scarti, giocattoli. Tutto sembra potenzialmente in attesa di essere ricombinato all’interno di una relazione possibile, attivando un gioco che rimette in vita l’oggetto, risignificandolo all’interno di uno stato di interdipendenza, una seconda vita che riflette sulla personalità degli oggetti, una volta distinti dalle loro funzioni.

Spesso l’artista ricrea interni domestici in cui si insinuano piccoli enigmi, sottili relazioni di significato che trasformano situazioni ordinarie in rebus visivi, immagini problematiche che si compongono per accostamento di oggetti di diversa natura, apparentemente disconnessi.

Altieri dimostra in effetti una viscerale attitudine combinatoria, da un’intelligenza analogica che compone paradossi e giochi linguistici, lasciando il campo aperto ad una moltitudine di interpretazioni. Così l’artista diventa un rabdomante di combinazioni evocative, tassonomie  impossibili di oggetti che, in un determinato momento, assumono un significato all’interno di un’installazione o di un interno domestico.

Ogni dettaglio scatena un ricordo e da questo nasce un’idea.

Proprio da questa vocazione dell’artista, nasce Mouseion, progetto in cui Altieri rimette in vita elementi iconografici ibridi tra un mondo fantastico e quello mitologico in una scena sospesa, di violenza improvvisa ed insensata.

Una dimensione surreale che interpreta, in maniera metaforica, la dimensione pervasiva della violenza nella comunicazione e nella società contemporanea.

Lo spazio ci accoglie già dall’esterno con un lightbox in cui l’artista rinomina lo spazio come Mouseion, ovvero casa delle muse, dee ispiratrici dell’arte. L’artista risale alle origini della nostra storia, quando le cose iniziarono ad essere nominate ed assunsero  un significato retorico portante per la cultura occidentale, quando le narrazioni divennero miti.

Il rovesciamento dei termini iconografici abituali caratterizza le figure mitiche presenti nella scena come muse degenerate, immagini mitiche dotate di una carica eversiva e vitale che

le distoglie da una dimensione eterna e le precipita in un momento preciso, sospeso, in cui deflagra tutto.

L’unicorno insanguinato, l’aquila e il putto decapitati, sono protagonisti di una scena enigmatica, un istante di quotidiana drammaticità che è in fieri davanti ai nostri occhi e che risente degli echi di molti dei drammi che attraversano la nostra quotidianità a livello globale.

Degenera il mito nel momento in cui degenera la mente umana che li ha generati, afferma l’artista. Ed è così che l’unicorno, figura simbolo di purezza e innocenza, in maniera inconsapevole ed istintiva diventa artefice dell’assassinio simbolico, traditore della sua stessa origine mitica e, per questo, protagonista di una corruzione di ogni forma di purezza.

Così, nella scena mostrata aldilà della tenda, il presente irrompe nella nostra percezione dell’antico, cade Palmira come caddero i Buddha di Bamiyan sotto i colpi della barbarie, cadono i miti infranti da un’istante di follia imprevista.

  • Mouseion. Pasquale Altieri
  • fino al 5 giugno
  • Spazio Y
  • Via Dei Quintili 144 Roma – Email: info@spazioy.com – T: 342 09 54 011 / 338 89 39 661
  • Orari di apertura: dal Lunedì al Venerdì su appuntamento, Sabato dalle 16.00 alle 19.00
  • http://spazioy.com/
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Marco Trulli è operatore culturale presso Arci Viterbo e curatore di progetti d'arte contemporanea tra i quali: Cantieri d’Arte, piattaforma di arte pubblica attiva a Viterbo, Disorder, progetto internazionale tenutosi a Nottingham e Milano nel 2012; Mediterranea 16. Young Artists Biennial, Ancona 2013. Collabora attivamente con il Giardino di scultura La Serpara di Paul Wiedmer e coordina il programma internazionale di arte pubblica promosso La Ville Ouverte. Cura inoltre Librimmaginari, festival di illustrazione e disegno, e la residenza d'artista Fuoco project.

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