Terzo Paradiso di tronchi a Courmayeur. Pistoletto e la Land Art ecologica e pacifista

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Il Terzo Paradiso di tronchi a Courmayeur. Pistoletto e la Land Art ecologica e pacifista. ph. Giacomo Buzio

La Val Ferret, a Courmayeur, in Valle d’Aosta, è diventata una delle ambasciatrici del progetto culturale con cui Michelangelo Pistoletto, uno dei più importanti artisti italiani viventi, diffonde nel mondo, reiteratamente, un simbolo potente di pace, confronto e rigenerazione: il Terzo Paradiso. 

Come confermano dall’organizzazione di questa spettacolare e al contempo eufonica, politica e poetica installazione, esempio di Land Art  ampia ben 54 metri, progettata per durare più di 15 anni, nulla, nel e del territorio e della natura è stato violentato, deturpato, al contrario:

“Per realizzarla (l’opera: n.d.R.) sono stati utilizzati dei tronchi di abete locali già tagliati.”

I ceppi, quindi, sono di recupero, già presenti nell’area, e sono stati presi, spostati, riutilizzati, rettificati, trasformati: posizionati nella tipica forma del Terzo paradiso, in alcuni casi sono stati coperti con dischi di acciaio specchiante; anche il significato, ovviamente, si trasforma… è… aumentato: in senso ecologico e virtuoso; infatti, dal team organizzativo ci sottolineano:

­“L’opera nasce per ispirare una trasformazione della società, riassumendo in un unico segno – due cerchi esterni, un cerchio centrale – la complessità dell’esistente: dall’unione tra i poli opposti della natura e dell’artificio scaturisce uno spazio liminale carico di potenzialità, generatore di rinascita.”

Lo stesso Pistoletto spiega che:

Il Terzo Paradiso vuole sottolineare il nesso tra il cielo e la terra e le sue biodiversità, così come il senso della misura, della proporzione, dell’armonia, da applicare non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi ed etici. Il Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza.”

Le cosiddette Ambasciate del Terzo paradiso, dunque  – e come in questo caso –, ne ratificano il senso e ampliano il concetto collettivo, partecipato, di responsabilità condivisa del progetto e dei suoi valori.

Courmayeur e la Val Ferret entrano così a fare parte di una rete di località che si estende da Addis Abeba a Tokyo, da Medellin a Sarajevo – passando per varie città italiane – e che promuovono armonia, sostenibilità e rispetto per l’ambiente.

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Paolo Di Pasquale si forma studiando prima Architettura poi Disegno Industriale a Roma, specializzandosi in Lighting design. Nel 2004 è co-fondatore dello STUDIOILLUMINA, dove si occupa principalmente di Architectural Lighting Design e Luce per la Comunicazione: lo Studio progetta e realizza allestimenti espositivi e museali, ideazione della luce, corpi illuminanti, scenografia notturna - nel settore della riqualificazione urbana e in progettazione di arredi (porti turistici, parchi, giardini, piazze etc.)-, piani della luce per alcuni Comuni italiani e spettacoli di luce. Nel 2007 fonda lo Studio BLACKSHEEP per la progettazione di architettura di interni e di supporto alla pianificazione di eventi, meeting e fiere. E' interessato alla divulgazione della cultura della luce e del progetto attraverso corsi, workshop, convegni e articoli. Ha insegnato allo IED e in strutture istituzionali. E’ docente di Illuminotecnica presso l’Istituto Quasar - Design University Roma di nel corso di Habitat Design e in quello di Architettura dei Giardini. E' Redattore di art a part of cult(ure) per cui segue la sezione Architettura, Design e Grafica con incursioni nell'Arte contemporanea. Dal 2011 aderisce a FEED Trasforma Roma, collettivo di architetti romani che si interroga sul valore contemporaneo dello spazio pubblico esistente, suggerendone una nuova lettura e uso con incursioni e azioni dimostrative sul territorio metropolitano.

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