gres art 671. La vera rigenerazione urbana punta sulla cultura e l’arte. A Bergamo

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Le buone pratiche alla base della vera riqualificazione puntano sulla cultura e le arti e sulla diretta e indiretta capacità di questo tesoro di farsi facilitatore sociale, di aggregazione e condivisione collettiva  e di arricchimento emotivo e del sapere; la nostra identità, persino, è tutta fondata su questo. Peccato che ancora molti amministratori e la politica in Italia non ne capiscano proprio…
Invece, a Bergamo, un’area ex industriale di oltre 3.000 mq diventa gres art 671: un nuovo centro proprio per l’arte e la cultura che ci auguriamo ne proponga sempre di qualità.

Per ora, ci assicura il team organizzativo e curatoriale, sono in previsione mostre e incontri, concerti, attività performative, formative e laboratoriali; la missione dell’hub vuole unire bellezza e impatto sociale, cercando di sviluppare modelli sostenibili che promuovano il benessere della comunità, anche attraverso una programmazione multidisciplinare, accessibile e inclusiva e:

“diventano occasioni per accogliere e ispirare il pubblico, invitato a un’interazione libera e costante.

Nato con un ambizioso e importante progetto di rigenerazione urbana promosso su iniziativa del Gruppo Italmobiliare con Fondazione Pesenti, gres art vuole riattivare e restituire alla cittadinanza non solo uno spazio ma anche la memoria della storia di produzione del luogo, creando un posto di produzione culturale.”

Aperto all’interno del palinsesto di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, il progetto architettonico di riqualificazione, molto riuscito, è di De8_Architetti (Mauro Piantelli), e gli interni sono stati affidati a Locatelli Partners.

Le attività inaugurano con tre installazioni, o meglio ambientazioni, che riflettono sulle sfide del cambiamento climatico: gres art si trasforma grazie a SOLARPUNK di NONE collective – molto efficace il loro D-ZOMBIE da Cosmo art gallery a Roma, nel 2022 – che coinvolgono il pubblico tanto da trasportarlo, come sempre fanno in modo egregio, visionario e davvero immersivo, in scenari futuri, in cerca di un nuovo punto di vista sulle sfide del famigerato e ormai in atto del climate change.

Non è cosa di poco conto che la mostra sia a ingresso libero (dura sino al 7 gennaio 2023).

Si è iniziato bene, insomma. Che dire? Lunga vita ai sognatori. Speriamo portino sempre ciò che propongono e lo facciano con la competenza e l’alto livello che si richiede a chi maneggia quel tesoro di cui si diceva.

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Paolo Di Pasquale si forma studiando prima Architettura poi Disegno Industriale a Roma, specializzandosi in Lighting design. Nel 2004 è co-fondatore dello STUDIOILLUMINA, dove si occupa principalmente di Architectural Lighting Design e Luce per la Comunicazione: lo Studio progetta e realizza allestimenti espositivi e museali, ideazione della luce, corpi illuminanti, scenografia notturna - nel settore della riqualificazione urbana e in progettazione di arredi (porti turistici, parchi, giardini, piazze etc.)-, piani della luce per alcuni Comuni italiani e spettacoli di luce. Nel 2007 fonda lo Studio BLACKSHEEP per la progettazione di architettura di interni e di supporto alla pianificazione di eventi, meeting e fiere. E' interessato alla divulgazione della cultura della luce e del progetto attraverso corsi, workshop, convegni e articoli. Ha insegnato allo IED e in strutture istituzionali. E’ docente di Illuminotecnica presso l’Istituto Quasar - Design University Roma di nel corso di Habitat Design e in quello di Architettura dei Giardini. E' Redattore di art a part of cult(ure) per cui segue la sezione Architettura, Design e Grafica con incursioni nell'Arte contemporanea. Dal 2011 aderisce a FEED Trasforma Roma, collettivo di architetti romani che si interroga sul valore contemporaneo dello spazio pubblico esistente, suggerendone una nuova lettura e uso con incursioni e azioni dimostrative sul territorio metropolitano.

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