Cos’è il coraggio? Paul Tillich e quel coraggio che nasce dal cuore

cover
Cos’è il coraggio? Paul Tillich, Cover

Paul Tillich, filosofo e teologo tedesco, è conosciuto non solo per i suoi fondamentali studi teologici (è sua la costituzione di una nuova teologia protestante, con la pubblicazione nel 1959 del fondamentale e imponente testo, Teologia sistematica) ma soprattutto per un atto di coraggio: durante gli anni del nazismo, difende i suoi studenti di origine ebraica e non teme di pubblicare testi che esaltino il socialismo, che egli non vede affatto in contrasto con il cristianesimo.
Ostaggiato dal partito nazista, licenziato dall’Università, è costretto a fuggire in America, dove prosegue gli studi e l’insegnamento, scrive decine di opere e pubblica nel 1952 questo saggio, rigorosissimo e puntuale: The courage to be, Il coraggio di essere.
L’editore Fazi riprende questo testo nella sua originaria traduzione del 1968 a cura di Giuseppe Sardelli. E ha il merito di ripubblicarlo in un momento in cui tutti noi ci dovremmo chiedere cosa sia il coraggio e come poterlo esplicare nella nostra vita. Ritengo infatti che un editore scelga di pubblicare o ridare alle stampe certi testi in determinati momenti storici (e la prima edizione italiana del 1968 ce lo conferma).

Il coraggio non trova sostanza dalla paura, non trova un appoggio per la sua esistenza dalla morte, dalla malattia. Il coraggio si ha quando si va oltre al non essere (che nella costruzione teologica di Tullich corrisponde al demonio, a un ente cioè che allontana dal Cristo, unica fonte di salvezza).
Partendo dai filosofi greci, Tullich analizza il coraggio nella sua espressione ontologica. Nell’antichità esistevano due tipi di coraggio: il coraggio dell’uomo in armi e il coraggio del filosofo, che poteva permettersi di disprezzare la vita e di accettare anche il non essere (ricordiamo come paradigmatica la serenità di Socrate nel momento del suicidio).
Con l’avvento del cristianesimo, il concetto di coraggio subisce un mutamento e viene a porsi su basi teologiche: è l’affidarsi che genera il coraggio, la fede nell’aldilà che fa superare l’angoscia della morte.
La fede nel Cristo è un puntello per superare ogni angoscia che l’uomo si porta dietro come fardello fin dalla nascita, da questo puntello si può dunque arrivare al coraggio, che è espressione della pienezza della fede, nella volontà dell’auto affermazione.
Al di là della conclusione pienamente teologica di questo testo, penso si possa accettare e fare propria la forza con cui si pone il concetto di coraggio come fondamento e sostegno per oltrepassare debolezze, malattie, angosce, paure.

Coraggio non come andreia o fortitudo, parole che implicano il coraggio del soldato, ma come courage (dal francese coeur, cuore), sentimento dunque che parte dal centro del nostro essere per riversarsi all’esterno.

+ ARTICOLI

Angela Catrani vive a Bologna e si occupa di libri da quando aveva sei anni. Alla classica domanda su quale lavoro avrebbe fatto da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l'editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico, che tra le altre sue attività produce libri per bambini per conto di Bacchilega editore di Imola.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.