Fashionologia, nuova branca del sapere tra Moda, Design, Arti visive e crossover. Intervista ad Alessia Paola Roberta Rinaldi

Francesca Porro - Torchon Il filo diventa il punto di partenza per indagare percorsi alternativi costruiti sulla combinazione, ma anche sul contrasto, fra texture, dimensione e materia. Nodo dopo nodo, si modella l’idea di una creatività compatibile fondata su un’etica del recupero volutamente semplice e per certi versi povera.

Alessia Paola Roberta Rinaldi è tante cose insieme ed è, soprattutto, socio fondatore dell’Associazione Culturale Deleyva Editore http://www.deleyvaeditore.com/e  direttrice della collana Libreria di Fashionologia e Quaderni di Fashionologia. Il termine è molto interessante, come gli approfondimenti che girano e gireranno intorno al complesso concetto coniato. Abbiamo chiesto proprio alla Rinaldi di raccontarci questo ampio progetto che si avvale, tra l’altro, di un Comitato scientifico e di molte collaborazioni, anche nella forma di convegni, conversazioni, presentazioni dei libri con Lectio magistralis…

Prima di addentrarci a parlare dei testi pubblicati dalla Deleyva Editore, spiegaci perché la scelta di chiamare la collana Libreria di Fashionologia, e cosa significa il termine fashionologia?

Libreria di fashionologia è un progetto editoriale innovativo dedicato agli scenari evolutivi e emergenti della moda, anche a livello nazionale, considerata all’interno del sistema mondiale del fashion system. La scelta è quella di tradurre opere di autori di fama internazionale, quali l’autrice Nicola White, legati alla Fashion Theory da introdurre nel panorama culturale italiano.
Fashionologia o tratto dall’inglese “fashionology”, è un termine coniato da Yuniya Kawamura, studiosa giapponese, che insegna sociologia della moda al Fashion Institute of Technology di New York, la quale indica con fashionologia “un approccio interdisciplinare allo studio della moda”.

La Kawamura considera la moda come un “fenomeno sociale di comunicazione di massa” – e considera tutti i fattori istituzionali che contribuiscono ad edificare il fashion system : Creativi, Mercato, Consumo, Prodotto, Comunicazione. Se il Fashion System è inteso come “sistema culturale globale”, lo studio della moda deve comprendere un’analisi “olistica” di tutti i fattori istituzionali che contribuiscono ad edificarne il processo sociale a livello creativo e produttivo, insieme alle prassi di adozione e consumo che ne determinano la ricezione e il successo nel mercato a livello mondiale: attività di produzione, di distribuzione, di diffusione, di ricezione, etc.

Perché la scelta di introdurre il termine fashionologia all’interno del panorama culturale italiano contemporaneo?

Il termine fashionologia sottintende un approccio interdisciplinare allo studio della moda, e ci permette quindi di introdurre ex novo un paradigma inedito di analisi e di approfondimento del sistema e della struttura della moda italiana attraverso numerose direzioni disciplinari, al fine di ricostruirne appieno il significato culturale.
La moda italiana in qualità di case history di successo legata a un settore di business transnazionale della nostra economia, non che è il risultato di eccellenza di una sintesi multidisciplinare insita nel nostro cultural heritage.
L’italianità intesa come l’immaginario collettivo o ancora come il genius loci, vive nella somma delle competenze artigianali (craftmaship vs distretti territoriali), industriali (innovazione/prodotto/processo) e artistiche (visual art, fotografia, pubblicità, design…) che rappresentano i fattori chiave ereditari della tradizione umanistica e rinascimentale del nostro paese, i quali hanno contribuito a far crescere esponenzialmente il mito del Fashion Italian Style.

 Qual è, quindi, il concept sotteso al progetto di Fashionologia?

Il valore intrinseco che intende evidenziare il progetto è che oggi la società contemporanea è attraversata da istanze trasformative profonde, anche relazionali, che investono la comunità sociale in cui l’oggetto di consumo è prodotto, proprio in quanto prodotto dell’ambiente in cui il consumatore vive. Questo investe anche l’oggetto di lusso o di moda. Possedere un bene di lusso oggi in occidente non è acquisire status, ma compiere una scelta etica all’interno della propria comunità e quindi sapere da dove proviene, da chi è fabbricato, se la sua progettazione è a norma, qual è la qualità dei materiali di cui è composto, se la produzione di tale oggetto comporta sfruttamento o inquinamento.

Parlaci un po’ di queste tue due nuove linee editoriali: Libreria di Fashionologia e Quaderni di Fashionologia.

La collana “Libreria di Fashionologia” è un innovativo progetto edito dall’Associazione Culturale Deleyva (Roma/Milano) dedicato allo studio del fashion contemporaneo, che prevede l’introduzione nel panorama culturale italiano di opere di noti studiosi provenienti da istituti di fama internazionale quali la Central Saint Martins ( Nicola White, Caroline Evans), il Fashion Institute of Technology di New York (Yuniya Kawamura), o della Kensigton University ( Fashion Design Center) di Londra. L’obiettivo della collana “Libreria di Fashionologia” è quello di integrare nuove competenze teoriche e metodologiche relative alla Fashion Theory all’interno del mondo accademico italiano.
Mentre la collana “Quaderni di Fashionologia” è una micro serie editoriale composta da singole monografie dedicate allo stato dell’arte della ricerca moda nello scenario internazionale attuale, e alle nuove creazioni e professionalità del mondo del fashion. La collezione “Quaderni di Fashionologia” – edita sempre dall’Associazione Culturale Deleyva – pubblicherà istantanee editoriali relative alle nuove frontiere di R&D, sia artigianali che industriali, e ai nuovi scenari di innovazione presenti nella moda: sperimentazioni, avanguardie, prodotti e processi innovativi, best practices.

Tra poco uscirà il numero zero di Quaderni di Fashionologia: puoi dirci in anteprima di cosa parlerà?

Il numero della collezione editoriale è dedicato all’ambito della ricerca nel gioiello contemporaneo d’autore nello scenario attuale paneuropeo. Suddiviso in quattro articolate sezioni tematiche (gioiello orafo-scultoreo, gioiello d’avant garde, gioiello accessorio, bio-gioiello). Il libro offre un’attenta lettura delle tendenze generazionali più estreme del gioiello d’autore.

Hai riscontrato un elemento, un modello condiviso tra gli autori dei gioielli?

Il paradigma principale che si evidenzia oggi analizzando le molteplici tecnicalità di progettazione nel gioiello contemporaneo è quello dell’autoproduzione, dove il focus è puntato sulla edition limited di pezzi unici, una produzione che segue nuovi imput ideativi, processuali e materici in cui è totalmente assente la prospettiva/necessità di conseguire la serializzazione a livello industriale come modello di business.

Il primo testo che hai curato, invece, per Libreria di Fashionologia è Ricostruire la moda italiana di Nicola White, qual è il suo valore intrinseco?

Il libro di Nicola White rappresenta una pietra miliare nello studio e nell’approfondimento della storia della moda italiana. L’autrice che è stata docente e capo di dipartimento nella celebre Central Saint Martins di Londra, descrive la genesi del settore della moda italiana dal dopoguerra sino al 1965, spiegando le premesse del suo futuro successo a livello mondiale. Il libro evidenzia attraverso numerose testimonianze storiche a livello documentale e prove orali (testimoni, interviste), il ruolo fondamentale che svolsero gli Stati Uniti d’America nello sviluppo del sistema moda del Made-in-Italy, supportando diversi comparti della nostra economia nazionale (finanziario, industriale, export, ..), ma estrinseca anche con esattezza i diversi fattori dell’impatto dell’influenza culturale degli USA sull’Italia, meglio conosciuta come americanizzazione, alla quale dobbiamo la nascita dello stile della moda italiana, intesa come casual chic.

Il fashion Italian Style rivoluzionò l’intera storia dell’abbigliamento proprio partendo dagli Stati Uniti d’America, il nostro primo mercato di riferimento a livello di export mondiale. In quali aree specifiche è stato, seconde te, l’apporto degli Stati Uniti nello sviluppo del sistema industriale del Made-in-Italy e nella genesi del fashion Italian Style?

L’apporto degli Stati Uniti è stato in sette aree: industriale, export, pubblicitario, promozionale, export fashion consultant, cinematografico, sociologico.
Da un punto di vista industriale è stato fondamentale il piano d’investimento Marshall e il supporto finanziario all’industria tessile italiana; ma soprattutto l’apporto di nuove tecnologie industriali/ metodi per la serializzazione della produzione. In area export la domanda interna di “consumo” abbigliamento casual made-in-italy da parte del mercato USA, mentre in ambito pubblicitario e promozionale tramite “Vogue America” (Bettina Ballard), WWD (Elisa Massai), e la “Nascita della moda italiana” il 12 Febbraio del 1951 con la creazione delle sfilate fiorentine da parte di Giovanni Battista Giorgini. Importante l’invenzione dello stile italiano del prêt-à-porter chic per la middle class americana e il fenomeno della Hollywood del Transtevere, le dive del cinema e il rapporto con i creatori italiani. Tra quelli sociologici per citarne alcuni: l’influenza dell’American life style in Italia, il boom economico italiano anni ’50-’60, l’introduzione dello stile dell’abbigliamento casual nel mondo del lavoro e nel tempo libero.
Concludendo con le parole dell’autrice Nicola White:

All’inizio di un nuovo millennio in un’epoca in cui le nazioni stanno lottando per conservare e sviluppare la loro identità culturale, è importante che le radici della moda italiana ( un settore che ora è una rappresentativa icona di identità nazionale) siano infine adeguatamente riconosciute e comprese”.

Le nostre librerie sono gremite di testi e saggi sulla moda, qual è secondo te il valore aggiunto di questo libro? Perché è importante e quali sono i gap che colma?

Libreria di fashionologia intende porsi come “gatekeeper” – ossia come filtro delle tendenze dello scenario futuro della moda, tale da costruire un insieme di nuovi valori di quello che sarà la moda domani. Le lacune che riempie sono molte, dalla formazione specialistica universitaria, quindi pro-pedeutica alla formazione professionale, al settore della ricerca e della sperimentazione, quindi nell’innovazione di processo e di prodotto.

Quali saranno le prossime presentazioni a livello nazionale della Deleyva Editore?

Dopo le presentazioni alla Biblioteca della Moda di Milano e allo IED di Roma, le prossime presentazioni a livello nazionale sono al Fuorisalone milanese 2014 e saranno al Polimoda di Firenze.

Puoi farci qualche anticipazione? Quali sono i prossimi libri in uscita?

I prossimi testi sono di Yuniya Kawamura e di Caroline Evans.

+ ARTICOLI

Sonia Patrizia Catena si laurea in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Bologna con una tesi in semiotica dell’arte. Ha collaborato con enti e associazioni culturali in ambito artistico e teatrale. Ha contribuito alla formazione e all’inaugurazione della Biblioteca Dürrenmatt, prima biblioteca teatrale specializzata del nord Italia. Collabora con un gruppo di comunicazione e semiotica presso lo IULM di Milano e, parallelamente, segue l’immagine e la comunicazione per un’importante azienda orafa. Coordina la programmazione artistica presso gli spazi dell’Associazione Circuiti Dinamici, segue dei progetti curatoriali alla Sassetti Cultura di Milano. Esperienze preziose e stimolanti che le permettono di entrare in contatto con realtà sempre nuove, senza mai rinunciare alla sua grande passione: la scrittura. Da sempre appassionata di arte, moda, design, architettura e scultura.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.