Long live pop art? Solo se diventa street art: intervista ad Annie Terrazzo. Focus on: Los Angeles

A Condition Of Today, 2013, Annie Terrazzo

Annie Terrazzo è un’artista americana originale che realizza opere – molti ritratti – usando materiale di scarto, collage, ritagli di giornali incollati con una pratica “hard”; la sua arte è stata definita in vario modo: “Pop”, “Off”, “Trash” (il suo primo progetto artistico, nel 2001, è stato denominato proprio “Art Is Trash”).

Annie, quello della Pop Art è un fenomeno senza uscita?

“Pop vuol dire arte commerciale, sempre esistita e pertanto destinata a prolungarsi nel tempo.”

In Italia non abbiamo una vera e propria storia della pop e street art. Quali sono i tuoi riferimenti?

“Alcuni sostengono che la California o, meglio, l’America non abbia alcuna storia. L’America, tuttavia, ha sempre fatto grandi passi e velocemente, anche nel campo dell’arte. Se avessi 18 anni e niente da perdere, passerei il tempo a fare stencil sui muri di notte con la mia arte. A Los Angeles la notte è giovane e c’è parecchio movimento (notturno) per le strade. I miei preferiti sono quegli artisti che fanno graffiti ispirati ad altri graffiti. Per quanto riguarda invece la pop art, i miei riferimenti sono: Lichtenstein, Rauschenberg, Larry Rivers, Ramos, Warhol. Ma cerco di integrare nel mio lavoro anche l’arte astratta. Ogni cosa puo’ diventare un riferimento. Anche uno spazzolino da denti!”

Conosci Mimmo Rotella e Jacques Villegle’?

“Certo, i loro lavori mi sono di grande ispirazione. Ho sempre amato i vecchi poster. Quel tipo di decostruzione dell’immagine e l’uso che facevano delle parole mi ha fornito grande ispirazione, dando origine al mio lavoro. Anche Wolf Vostell ha (indirettamente) fatto la sua parte.”

Cosa vuol dire “kitsch”? E’ un concetto ambiguo che sembra assumere significati diversi in base alle diverse stratificazioni culturali e rispettive manifestazioni.

“Le Barbie sono kitsch. E’ opinione comune, eppure il mondo è letteralmente sommerso dalle Barbie doll.”

I volti femminili nelle tue opere ricordano le icone dei film americani, mentre l’equiibrio fra segno accademico e illustrazioni pubblicitarie è piu’ che evidente.

“Da bambina ero ossessionata dai vecchi film. L’ossessione per i ritagli pubblicitari è sopraggiunta dopo.”

Cosa ti distingue dagli altri artisti contemporanei?

“Il modo in cui adopero la carta dei quotidiani è certamente diverso. Reinventandoli restituisco loro importanza. Non sono stata la prima a fare questo tipo di arte, ma sento che il mio modo è un’espressione della mia identità. Immagini e parole si riflettono le une nelle altre nel tentativo di narrare una storia. Tanti si limitano ad attaccare quattro pezzi di carta su tela e ritrarre Kanye West. Ma che vuol dire? Non vuol dire niente.”

Uno dei tuoi obiettivi e’ comunicare un messaggio facilmente leggibile? Vuoi essere “letta, interpretata e riconosciuta” mediante uno stile individuale per ragioni commerciali o per dare un contributo socio-economico alla comunita’ globale ricorrendo ad un messaggio universale? Oppure è un pretesto per applicare i criteri della trasfigurazione creativa alla vita quotidiana?

“Utilizzo i giornali per ricamare una storia. Uno di ieri e uno di oggi, intrecciati. Ovviamente voglio che il mio lavoro venga letto, interpretato e riconosciuto. Per ragioni commerciali! Volete che mi senta in colpa perche’ vendo arte? Non saprei fare altro, per guadagnare. Io stessa sono il messaggio universale che voglio trasmettere. Intendo condividere il mio punto di vista, i miei scherzi, il mio io.”

Gli artisti hanno davvero un lato intellettuale o fingono di averlo? Forse finzione e convinzione superano la realtà?

“Secondo me gli artisti prendono se stessi troppo seriamente. Io cerco di essere me stessa, tuttavia senza pretendere di sapere esattamente chi sono.”

Cosa vuol dire per te “arte”? Una voce che prende forma a cavallo tra pensiero, percezione e rielaborazione?

“Tentare di definire l’arte ne reduce il significato ad una semplice idea, piuttosto che ad un ventaglio di significati.”

Perché i prodotti della pop e street art vengono considerati da alcuni anche kitsch? Ritieni che alla base vi possa essere un fraintendimento di certi strumenti di comunicazione?

“Molti non esiterebbero a sottolineare che il lavoro di Andy Warhol è kitsch. Ma imamginate di andare a casa di qualcuno e trovare una riproduzione di Marylin nel soggiorno. La vostra reazione sarebbe qualcosa tipo: “UGH”!! Davanti ad un’opera originale, invece, la vostra reazione sarebbe, senza ombra di dubbio: “Ohhhh”.”

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Deianira Tolema è nata a Salerno. Fin da bambina si è dedicata all’arte e alla poesia, facendo del disegno e della scrittura i suoi principali strumenti espressivi. Dal 2008 collabora con artisti, curatori e direttori editoriali occupandosi principalmente di testi e traduzioni. Attualmente vive e lavora fra Italia e Stati Uniti.

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