From Ordinary to Extraordinary: Paper as Art

Will Kurtz courtesy Casey Gleghorn

Decine di artisti fanno ricorso alla carta come elemento portante del proprio lavoro: se teniamo conto, tuttavia, delle molteplici forme d’arte che oggi vengono adoperate e alle continue innovazioni tecnologiche, la carta, nella sua dicotomia fra antico e moderno, perde quel valore intrinseco che dovrebbe fare da conduttore fra passato, presente e futuro e diventa, invece, con accezione dialettica, oggetto di discussione non soltanto estetica.

Dal 23 maggio al 24 agosto 2014 il Cornell Museum di Delray Beach, Florida ospita la mostra From Ordinary to Extraordinary: Paper as Art, organizzata in collaborazione con diverse gallerie inclusa la Gavlak Gallery che rappresenta, fra i vari artisti di fama internazionale, la modella e fotografa americana Bunny Yeager, la quale poche settimane fa ci ha lasciati con una serie d’incredibili foto in bianco e nero e colorate a mano dal valore inestimabile, oggi conservate nell’archivio della galleria.

Fra gli artisti selezionati per la mostra collettiva: Will Kurtz, Bruce Helander, Hina Aoyama, Bett Appleton, Matthew Rose, Brian Dettmer, Jeremy Pantoja, Hiromi Moneyhun, Charles Clary, Jupi Das ed Amy Genser. Ciò che li accomuna è la capacita’ di reinterpretare le diverse possibilità sia visive che concettuali correlate all’utilizzo della carta e alle sue innumerevoli variazioni raffigurative.

Afferma la curatrice americana Melanie Johanson:

“L’oppurtunità di organizzare uno show nella prestigiosa sede del Cornell Museum a Delray Beach in Florida mi ha resa particolarmente felice. Volevo esporre qualcosa che potesse essere apprezzato da chiunque, non soltanto dagli appassionati d’arte. Mi ha sempre affascinato l’arte della carta. Ho trovato gli artisti che ho coinvolto in un secondo momento nei modi più impensabili: alcuni già li conoscevo, altri li ho scoperti andando in giro per le gallerie di Chelsea oppure seguendo Instagram.

La mostra e’ incentrata sulla creatività in generale, infatti il procedimento che si cela dietro molte delle opere selezionate e’ assolutamente unico. Ognuno di quei lavori potrebbe avere una collocazione diversa, più focalizzata, in una galleria, ma l’idea di un progetto curatoriale che li potesse raccogliere tutti nell’ambito della stessa mostra ha il potenziale (e lo abbiamo già dimostrato nella pratica) di regalare ai visitatori del museo un’esperienza senza eguali.”

In una location davvero particolare, a pochi chilometri di distanza da Palm Beach e Miami, il museo è in fase di ridefinizione e soltanto di recente ha iniziato ad acquisire un programma più incentrato sull’arte contemporanea in generale, con particolare attenzione alle nuove tendenze.

Qual è l’obiettivo della mostra e cosa sta succedendo relativamente al nuovo programma del museo? Ha concluso Brian W. Ridolfo, Direttore Artistico del Delray Beach Center for the Arts:

“Non so se ci sia stato un obiettivo preciso fin dall’inizio. In principio doveva essere una piccola mostra da abbinare ad un’esposizione di bambole antiche. Quando per vari motivi abbiamo perso la mostra sulle bambole ho chiesto a Melanie di ampliare la mostra sulla carta. Il risultato e’ stato un successo: abbiamo visto più visitatori durante le prime settimane dello show che in mesi e mesi durante le altre mostre. Si è diffusa la voce in città e le persone stanno parlando del nostro museo. Questo è il vero obiettivo, in fin dei conti: produrre entusiasmo fra gli appassionati d’arte e non. Sono curioso di vedere cosa ci riserverà la prossima mostra.”

Risponde con atteggiamento neutrale, forse per evitare di suscitare un qualunque tipo di polemica. Il tentativo di portare artisti contemporanei di medio e alto livello all’attenzione di un pubblico prettamente abituato a mostre, per così dire, da libri di scuola è infatti un esperimento particolare che può suscitare diverse reazioni con riscontri che si prefigurano, tutto sommato, come tendenzialmente positivi: la sensibilità  americana sembra infatti essere aperta agli stimoli provenienti dall’esterno e a promuovere una eventuale convivenza fra arte considerata museale a tutti gli effetti e arte “di ultima generazione” considerata invece emblema del “dopo la fine dell’arte”, come direbbe il critico d’arte americano Arthur C. Danto sulla scia di Donald Kuspit, autore di End of Art.

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Deianira Tolema è nata a Salerno. Fin da bambina si è dedicata all’arte e alla poesia, facendo del disegno e della scrittura i suoi principali strumenti espressivi. Dal 2008 collabora con artisti, curatori e direttori editoriali occupandosi principalmente di testi e traduzioni. Attualmente vive e lavora fra Italia e Stati Uniti.

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