Teju Cole, autore di Città aperta e di Ogni giorno è per il ladro, è scrittore e fotografo appassionato.
In Città aperta ciò che colpisce è che non accade nulla. Nel contempo attraverso le giornate di un giovane psichiatra, camminiamo con lui attraverso New York, nella meraviglia di un libro costruito sulla forza della parola e vediamo attraverso i suoi occhi l’ordinario di una città illuminato dal costante interesse del protagonista.
Vediamo una New York abitata soprattutto da immigrati, punteggiata da homeless, costruita con frammenti di realtà che creano un puzzle ordinario e straordinario.
L’incontro con l’autore ci ha mostrato un giovane uomo semplice, ironico, intelligente e per giunta bello. Ci invita a “credere in ciò che accade”, a godere dell’immagine che osserviamo e condivide con noi la sua esperienza del tradurre l’immagine del mondo che osserviamo camminando in disegno e in scrittura per veicolarla al lettore.
Del suo libro ammette che vi è una mancanza di trama, ma non una mancanza di contenuti. Preferisce, sceglie, una mancanza o una insufficienza di informazioni, ma per fini strategici. Spetta al lettore comprendere che questa mancanza porta a notare quel molto che succede, ma fuori scena.
Cosa può fare un romanzo che non è possibile ad altri mezzi espressivi ? La forza della televisione sta nel carattere dinamico. Nella scrittura invece c’è una intimità che non è possibile sullo schermo. La forza della descrizione crea una intimità, un’estasi, una sovrabbondanza di osservazione e di dettaglio, come se si volesse che l’osservatore abbia i propri sensi sintonizzati con la realtà al cento per cento. Nella scrittura, oggi, si tratta di vedere, scoprire, come possiamo fare in modo che il libro sia diverso da ogni altro mezzo espressivo.
Cecilia Deni, classe 57, sarda di nascita, vive e lavora come medico di famiglia a Bologna. Lettrice ossessiva, ama restituire il frutto delle letture a chiunque, imprudentemente, si presti ad ascoltare.
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