A Flower Revolution. Una rivoluzione dei fiori e delle donne. Restituita da Paolo Belletti

La mostra fotografica A Flower Revolution di Paolo Belletti, esposta a Palazzo Incontro di Roma dal 10 al 28 settembre prossimo, è la testimonianza di una rivoluzione – quella delle donne vietnamite – fatta a colpi di fiori.

Nel mese di novembre 2013 il fotografo Paolo Belletti ha visitato per la prima volta Hanoi, capitale del Vietnam, per un viaggio di lavoro. Gli sterminati appezzamenti di terreno coltivato a riso, le donne col cappello a punta e i tragici eventi che legano il Paese a una guerra drammaticamente nota erano gli unici strumenti culturali, perlopiù teorici, con i quali l’autore giungeva in queste terre del sud-est asiatico.
Da buon viaggiatore, appassionato fotografo oltre che professionista dell’immagine, Paolo ha cercato di entrare in sintonia con questa nuova e rigogliosa cultura, sia pure solo per i pochi giorni che aveva a disposizione durante quel suo primo soggiorno in Vietnam. Senza perdere tempo si è messo alla ricerca dei luoghi nei quali poteva acquisire nuovi strumenti del sapere locale. E ha trovato quasi subito una serie di connessioni utili per raccontare la storia di un tessuto sociale in cambiamento, quello delle donne vietnamite.

Spiega l’autore:

“Nelle mie passeggiate quotidiane, i vietnamiti conosciuti in loco mi hanno suggerito di visitare i mercati generali notturni, situati poco fuori dal centro. Là, ogni notte e fino alle prime luci dell’alba si consumava una sorta di rituale: centinaia di donne e uomini provenienti dalle campagne camminavano a passo svelto in un caos pazzesco per raggiungere i banchi e vendere i loro prodotti. Poi, tornavano in campagna a prendere altro cibo da commercializzare al mercato, ma anche piante e fiori fuori dal comune, almeno per i miei occhi occidentali”.

Durante il giorno, invece, Paolo ha visitato i luoghi culturali della città, come l’antico Tempio della letteratura, dedicato a Confucio ed eretto nel 1070 per volontà dell’imperatore Ly Thanh Tong. In questo grande edificio sacro della cultura ogni settimana gruppi di giovani si ritrovano per celebrare la loro laurea”.
Unendo le conoscenze acquisite alla luce del sole e nelle ore notturne, Paolo si è reso conto che:

“in Vietnam una tensione tra tradizione e la rinnovata spinta economica e collettiva sta dettando nuove regole sociali e costruendo una sostanziale innovazione negli equilibri dell’intero Paese”.

Grazie all’invito dell’Ambasciata del Vietnam in Italia che ha proposto all’autore di esporre nella capitale, Hanoi un progetto fotografico realizzato in Italia, a maggio di quest’anno Paolo è tornato a visitare il Paese e, col pretesto dell’esposizione, ha potuto concretizzare le idee coltivate, è proprio il caso di dirlo, durante il suo primo soggiorno; ha dato forma alla sua personale idea di rivoluzione floreale.

“Ho trascorso due settimane a lavorare al progetto senza pormi alcun limite. Per svariati giorni ho viaggiato in sella a una motocicletta, con un giovane vietnamita che mi faceva da assistente. Ho attraversando luoghi incontaminati nel più totale silenzio per poi raggiungere piccoli villaggi nella giungla vietnamita”.

Se domandiamo a Paolo quale idea avesse del suo progetto mentre era circondato dalla vegetazione dirompente in Vietnam, ci risponde:

“Volevo trovare un filo conduttore tra l’ambiente e le persone. La relazione cioè che si può creare tra una specifica categoria di persone, in questo caso le donne, e il loro habitat”.

Paolo Belletti ha trovato questa simbiosi partendo dalla tradizione, ponendo cioè le “donne guerriere, instancabili eroine”, come le definisce lui stesso, in contrasto con la nuova generazione quella, spiega l’autore “composta dalle ragazze che hanno una visione più aperta nei confronti dell’Occidente, del mondo digitale e con una prospettiva tutta orientata a ciò che riguarda il loro inserimento attivo nella società vietnamita.

L’elemento di raccordo che fa confluire su un unico binario queste due tipologie di rivoluzione sociale è proprio il fiore, predominante nella cultura vietnamita – si pensi al fior di loto – onnipresente nell’iconografia del Paese, nella vita quotidiana, nelle abitudini culinarie e in ambito religioso, che Paolo Belletti ha fotografato fra le mani ruvide e callose di chi lo raccoglie così come fra quelle, ancora giovani e inesperte, fautrici del Vietnam di domani.

Info

  • A Flower Revolution. Un progetto visivo e audio di Paolo Belletti
  • Palazzo Incontro, Roma dal 10 al 28 settembre 2014
  • Conferenza stampa 9 settembre ore 12:00
  • Inaugurazione 10 settembre ore 18:30
  • via dei Prefetti 22, Roma
  • Orari: martedì – domenica, 10-21.
  • Info: www.fandangoincontro.it; www.vietnamembassy-italia.vn; www.paolobelletti.it
  • Il progetto espositivo A Flower Revolution, promosso dall’Ambasciata Vietnamita in Italia, da Stefano Dominella e dalla Regione Lazio, è presentato da Palazzo Incontro, e fa parte del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura. L’esposizione di Paolo Belletti, a cura di Loredana De Pace, è inserita all’interno delle giornate della cultura vietnamita organizzate a Roma dal 10 al 28 settembre. Dopo il grande successo delle Giornate Vietnamite in Italia nel 2013, organizzate in occasione del 40° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Vietnam.

 

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La biografia ufficiale recita: giornalista specializzata in fotografia, curatrice e fotografa. Membro di giurie di premi nazionali e internazionali, partecipa alle letture di portfolio, cura progetti fotografici ed espositivi, segue un filone di ricerca personale. Sono un cielo nuvoloso è la sua più recente esposizione fotografica. Collabora con associazioni culturali nell’organizzazione di eventi e conferenze sulla fotografia, partecipa alla realizzazione di vari progetti editoriali e cura l’archivio della fotografa calabrese Gina Alessandra Sangermano. Nella biografia ufficiosa, invece, si legge che Loredana è una cittadina del mondo nata nel Sud Italia, che ama viaggiare, intraprendere nuovi percorsi interculturali, e che ha fatto della fotografia e della cultura fotografica la ragione della sua vita.

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