Virginia Ryan (Canberra-Australia, 1956; è di stanza a Trevi-PG ed è tornata da Abidjan, Costa D’Avorio, dove ha a lungo vissuto) è un vulcano. Viaggiatrice (Egitto, Brasile, Ex Yugoslavia, Scozia, New York, Ghana) e mai turista, anche nell’arte porta questa attitudine che consegna senza filtri al pubblico di una sua nuova personale alla galleria Montoro12 di Roma.
Tesse, incolla, include, cita, sovrappone: elementi pittorici ed extrapittorici; e temi complessi oggi sempre più scottanti: identità, migrazioni, accoglienza e paure dell’altro da sé, tabù, multiculture, Africa, sud del mondo… lo stesso titolo della mostra, lasciato volutamente in inglese – I Will Shield You – per rispettarne richiami e assonanze linguistiche è volutamente ambiguo: chi è che protegge? Chi è protetto? E da chi? Da cosa?
Da sempre convinta del ruolo anche sociale che l’arte e l’artista possono assumere, fa una mostra piena in cui le singole opere acquisiscono senso e valore più netto e coinvolgente se intese nella più ampia forma di installazione con una riflessione anche antropologica. Così, apre bauli e innalza scudi metallici che ha lavorato ricoprendoli di pluriformi elementi: foto, monili, piccoli dipinti, pietre, pelli, frange, capelli sintetici, scarti, reperti recuperati in Africa…; lega tutto con un meticoloso, reticolare – e simbolico – procedimento di annodature, merlettature, cuciture, trame e orditi coloratissimi: che ricordano i costumi tradizionali e l’artigianato di certe popolazioni specialmente asiatiche e africane. Queste superfici raccogliticce di plurilinguismi si ergono come una foresta tridimensionale e praticabile in cui ci si può muovere, passandoci intorno, inoltrandosi in un percorso a zig zag che permette di scoprire un davanti e un dietro ogni singolo totem con tantissimi particolari da scoprire via via. Negando la frontalità sembra quasi abbattere il rapporto di verticalità tra opera e pubblico prendendolo per mano accanto a sé e aprendo all’orizzontalità.
La meraviglia è assicurata, come la suggestione e quel tanto di sinestetico che attraverso la visione attiva un effetto di tattilità e talvolta musicalità.
Seducendoci, Virginia sembra suggerirci che siamo tutti figli della stessa Dea Madre e con le sue opere, che sono lontane, lontanissime da un’estetica predatoria e da qualsiasi sospetto postcolonialista, comunica con gioiosa voce argentina ciò che riguarda tutti noi dai secoli dei secoli.
Info mostra
- Virginia Ryan | I Will Shield You
- Fino al 25 giugno 2016
- Montoro12 Gallery
- Via di Montoro 12, Roma
- www.m12gallery.com | info@montoro12.it
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