Chen Xiaoyi a Roma con Spoken Leaves o dell’ineffabile

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Chen Xiaoyi (陈萧伊) torna a Roma, alla galleria Matèria con una sua seconda personale: Spoken Leaves.
Nel lavoro di quest’artista (classe 1992) non troverete una minima traccia di dissenso politico, di impegno ideologico: non può, è nata (e vive essenzialmente) in Cina (precisamente: a Sichuan), e sapete come funziona lì…

Allora, attraverso la fotografia, l’installazione, la scultura, il video, tecniche di stampa sperimentali e la produzione editoriale, ha spostato la sua attenzione sulla Natura, la materia, il tempo – più precisamente il “susseguirsi temporale” – e quello geologico; sulla percezione umana di questo scorrere; e sulla dimensione esistenziale che, evidentemente, “oltrepassando la mera comunicazione verbale”.

Al di là delle argomentazioni sull’inibizione e la censura sulla libertà di espressione, quindi sul diritto e potere della parola, che verrebbero facilmente a galla quando si tratta di Cina (di governo cinese!), qui si sta trattando di altro, alto: è un ragionamento wittgensteiniano, che ci indica che Su ciò di cui non si può parlare”,  perché il linguaggio non può comunicare bene tutto, “si deve tacere”. 

Semmai, ascoltare, guardare, entrare dentro di sé e nell’altro da sé e nel cosmico in cui tutti siamo e stiamo cercando di restituire, l’artista, quest’artista, tale complessità attraverso le immagini. L’arte, si sa, può confrontarsi con l’ineffabile esprimendolo a modo suo con più ragione…

Forse Chen Xiaoyi si domanda e condivide con noi anche dei quesiti sulla modernità e su ciò che è concreto e profano, perché quando ci ritroviamo di fronte e dentro la Natura, e quando cerchiamo una nostra dimensione e un accordo in questo mondo, certi interrogativi sono inevitabili e formativi.

Tutto passa attraverso la sua sensibilità orientale, come un filtro le cui lenti sono etica ed estetica con cui guarda le cose, la vita, il mondo, riuscendo a produrre una mostra in cui si percepiscono equilibrio, ordine, calma, eleganza e bellezza, oltre che la sua riconsegna del senso dell’universale.

Info mostra Chen Xiaoyi | Spoken Leaves

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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